Mondo
Bolzano, morire di Fortezza Europa a soli 13 anni
Nuova, assurda tragedia delle frontiere chiuse: Adan, ragazzo curdo-iracheno, muore per infezione polmonare dopo una caduta dalla sedia a rotelle. Era arrivato con i genitori e tre fratellini l'1 ottobre dalla Svezia da dove rischiavano la deportazione in Iraq. "Hanno dormito all'aperto per giorni, è stata negata loro l'accoglienza istituzionale", denunciano le associazioni umanitarie bolzanine. Sotto tiro la discussa circolare Critelli, che l'Unhcr bolla come "illegittima, da abrogare subito"
Adan, curdo iracheno, 13 anni di vita fino a ieri, oggi non c’è più. E’ morto a Bolzano, Italia, ucciso da un’infezione polmonare che si è acuita in seguito a una caduta dalla sua carrozzina, sulla quale era costretto a causa della distrofia muscolare. Ma Adan è stato ucciso anche da un altro male, che fa gridare alla vergogna per il livello di bassa umanità raggiunto oggi dalle istituzioni europee: le frontiere chiuse alla richiesta d'aiuto degli ultimi, di chi scappa da guerre e privazioni. Una burocrazia cieca che prima ha respinto Adan e la sua famiglia (che conta madre, padre e altri tre figli di 12, 10 e 6 anni) dalla Svezia, dove avevano chiesto asilo politico – “siamo venuti via da lì perché ci hanno negato l’asilo e volevano rispedirci a Kirkuk, da dove siamo scappati”, dice il padre – poi ha trovato un altro muro invisibile nella mancanza di una prima accoglienza per loro a Bolzano anche a causa della legislazione attuale provinciale, in particolare quella circolare Critelli (dal nome del politico che l’ha introdotta, scaricabile a questo link del sito Meltingpot.org) la cui illegittimità è stata certificata proprio questo pomeriggio 9 ottobre 2017 dall’Unhcr, Alto commissariato dell’Onu. “La cosiddetta circolare Critelli, emessa dalla Provincia di Bolzano sull’accoglienza temporanea di persone appartenenti a categorie vulnerabili e ancora formalmente in vigore, limita il diritto all'accoglienza in particolare per le persone vulnerabili, in palese violazione della normativa sull’accoglienza delle persone portatrici di esigenze specifiche. Si rende necessaria e doverosa l’abrogazione di tale circolare”, sentenzia l’organo delle Nazioni unite nel chiedere un cambio di rotta nell’accoglienza provinciale che ora prevede che non venga garantita nemmeno l’accoglienza temporanea per persone, famiglie con minori comprese, che vengono da città italiane o estere dopo essere usciti dal circuito canonico della richiesta di asilo.
Il dato di fatto, comunque, rimane: una persona, un ragazzo, ha perso la vita due anni dopo avere attraversato il Medio Oriente e l’Europa con la famiglia e la sua carrozzina per trovare un’altra prospettiva di vita. “Cronaca di una morte annunciata, ovvero come la mancata accoglienza ha ucciso ancora”, è il titolo del triste comunicato con cui nelle scorse ore i volontari dell’associazione Sos Bozen, dalla pagina facebook, hanno espresso il loro sdegno unito al dolore per quanto avvenuto. Sono stati loro, assieme ai volontari della rete Antenne migranti e altri cittadini, a prestare aiuto alla famiglia arrivata in Italia il primo di ottobre senza conoscere nessuno, passando alcune notti in un parco cittadino per poi trovare un letto prima in una chiesa poi in un albergo proprio grazie alle donazioni di cittadini solidali fatte a Sos Bozen.
La dinamica della tragedia è raccontata per filo e per segno dai volontari, tra cui Karin Cirimbelli, che Vita.it raggiunge al telefono proprio nel parco assieme a Ermira Kola, volontaria di Antenne Migranti. “Si poteva evitare tutto questo, se l’accoglienza fosse stata attivata per tempo”. E’ stata la stessa Cirimbelli a prestare soccorso a Adan dopo la caduta portandolo poi in ospedale, dove era arrivato in condizioni non gravi – anche se con le gambe rotte – ma con l’infezione che poi nella notte si sarebbe aggravata fino a provocare il decesso. Nei giorni scorsi, tanti i tentativi di chiedere un posto nelle strutture autorizzate, senza frutto anche perché la formalizzazione della domanda di un nuovo asilo è avvenuta in Questura solo il 6 ottobre (“per via eccezionale dato che inizialmente l’incontro era stato fissato per l’11 novembre”). Prima "il servizio Consulenza Profughi (gestito da Caritas) ha segnalato e sollecitato per iscritto e per via orale le istituzioni sulla situazione della famiglia. Dalle stesse è pervenuta risposta che la famiglia, in ragione della Circolare Critelli, non poteva ricevere accoglienza". Tra l’altro, la caduta del ragazzo è avvenuta proprio “nel tragitto verso la mensa Caritas, dopo aver lasciato la Questura. Adan è caduto dalla sedia a rotelle a causa di una barriera architettonica”, racconta Sos Bozen. Anche gli avvocati di Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione, si sono pronunciati sulla vicenda: "ai sensi dell'art. 1 c. 2 e c. 3 D. Lgs. 142/2015, la famiglia di Adan avrebbe dunque avuto diritto all'accoglienza fin dal momento della manifestazione di volontà di chiedere protezione internazionale tanto più che, in ragione delle condizioni di salute di Adan e della presenza di minori, avrebbero dovuto essere considerate persone portatrici di esigenze particolari ai sensi dell'art. 17 del medesimo Decreto Legislativo".
E ora? Le associazioni stanno pensando di agire per vie legali, mentre la famiglia “è ora accolta in una casa di connazionali”, fa sapere Kola. Poi andrà nell’accoglienza provinciale, forse nel centro Einaudi in cui sono presenti altre famiglie, Cas (Centro di accoglienza straordinaria) dove comunque i numeri sono alti, attorno alle cento presenze. Tra le poche voci di denuncia a livello politico c’è da segnalare quella dei Verdi, già attivi per altro nei giorni scorsi a sostegno della famiglia curdo-irachena assieme alle associazioni e alla Comunità islamica di Trento e Bolzano: “ribadiamo che in questi casi, ma non solo, la Provincia deve garantire senza dubbi e senza alcuna esitazione, l’immediata accoglienza e cura alle persone giunte nella nostra città nel rispetto dei loro diritti previsti dalle normative in materia di asilo”, hanno scritto in una nota congiunta i Verdi cittadini e provinciali.
Nella speranza che cambi qualcosa a breve, data anche la forte presa di posizione dell’Unhcr contro la circolare Critelli – “sono almeno 200 le persone migranti in strada in questo periodo a Bolzano, compresi diversi minori non accompagnati” – rimane tutt’altro che consolante l’immagine che si trovano davanti agli occhi Kola e Cirimbelli quando chiudiamo la telefonata: “c’è qui una famiglia della Sierra Leone, madre, padre e due bimbi, 5 anni il primo e soli 2 mesi il secondo. Quello di cinque anni ha la pertosse, nonostante questo sono lasciati in strada, solo perché hanno deciso di venire via da un centro di accoglienza nel napoletano, dove la madre dubitava dell’efficacia delle cure che stavano fornendo al bambino”, spiegano le volontarie. “L’accoglienza istituzionale è negata anche a loro, in base alla Critelli. Menomale che proprio grazie alle persone che ci stanno facendo donazioni in queste ore, stasera potremo garantire loro una stanza d’albergo”. Ma domani, e dopodomani?
Nella foto iniziale: il parco di Bolzano dove ha dimorato la famiglia di Adan e dove ora si trova un'altra famiglia in difficolta
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