Economia
Un’impresa sociale per rilanciare la musica italiana
Il 6 settembre alla Arena di Verona andrà in scena "Heroes", il primo concerto in live streaming della storia. I proventi serviranno per alimentare un fondo a favore dei lavoratori del comparto esclusi dagli aiuti pubblici e istituzionali. Motore dell'iniziativa l'impresa sociale spa Music Innovation Hub. Intervista al presidente Andrea Rapaccini
di Redazione
Il primo concerto in live streaming della storia della musica italiana sarà organizzato da un’impresa sociale. Partiamo dall’evento: il 6 settembre dall’Arena di Verona andrà in scena “Heroes, il futuro è adesso“. Uno spettacolo di 5 ore di musica live che a partire dalle 19 vedrà alternarsi sul palco 34 artisti, coinvolti nell’iniziativa promossa da Music Innovation Hub– impresa sociale. Il concerto è a pagamento e servirà per raccogliete risorse a favore dei lavoratori della filiera della musica, attraverso un fondo ad hoc amministrato proprio da Mih. All’evento parteciperanno alcuni dei big della musica italiana del momento: Achille Lauro, Afterhours, Aiello, Anna, Brunori Sas, Coez, Coma Cose, Diodato, Elodie, Eugenio In Via Di Gioia, Fedez, Frah quintale, Francesca Michielin, Franco126, Gaia, Gazzelle, Gemitaiz&Madman, Ghali, Levante, Madame, Mahmood, Margherita Vicario, Marlene Kuntz, Marracash, Nitro, Pinguini Tattici Nucleari, Priestess, Random, Salmo, Shiva, Subsonica, Tommaso Paradiso, Willie Peyote. Il volto della campagna e di questa modalità innovativa di responsabilità sociale nel mondo della musica sarà invece Nek (foto). Lo streaming sarà disponibile via web su Futurissima.net, e tramite app mobile su A-LIVE. Tra le attività offerte la possibilità di interagire con lo stage principale diventando protagonisti dello show, un’area con video e suono immersivo e spazializzato, sviluppato con Intorno Labs, un’area backstage per scoprire il dietro le quinte dell’evento ed interloquire con i protagonisti di Heroes. L’accesso streaming è disponibile su tutte le principali società di ticketing (Ticketmaster, Ticketone e Vivaticket) a 9,90 euro più 1 euro di commissione di servizio.
Il ricavato di Heroes andrà – al netto dei costi di produzione, della Siae e dell’Iva – ad alimentare il Fondo “COVID-19 Sosteniamo la musica” di Music Innovation Hub, sostenuto da Spotify e promosso da FIMI, in partnership con AFI, Assomusica, NUOVOIMAIE e PMI e rivolto alle categorie del settore musicale più colpite dagli effetti della pandemia: artisti emergenti e lavoratori intermittenti, cuore pulsante e silenzioso della industria musicale. In particolare, la raccolta filantropica generata dal progetto e certificata, prevede il versamento di una quota del 15% in favore dei lavoratori dello spettacolo precari dell’Arena di Verona. L’evento, dedicato al personale medico sanitario che avrà la possibilità di seguirlo dal vivo all’interno dell’Arena, sarà anche la giusta occasione per rimarcare il valore della musica quale fattore chiave per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, grazie alla partnership con ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, grazie al patrocinio di Rai e grazie alla sottoscrizione del Manifesto per la musica responsabile da parte di artisti ed addetti ai lavori. Heroes è anche uno degli eventi principali di Da Verona Riaccendiamo la Musica, una intera Settimana della musica dedicata al meglio della musica italiana. Il 2 e il 5 settembre all’Arena di Verona si celebrerà la quattordicesima edizione dei Music Awards, in prima serata, in diretta, su Raiuno.
Ma cos’è e come opera Music Innovation Hub Spa- impresa sociale? Abbiamo girato la domanda ad Andrea Rapaccini, il presidente e fra gli ideatori di Heroes.
Con Heroes contiamo di raccogliere 500mila euro. Questo ci consentirà di tenere vivo il Fondo per i lavoratori della filiera anche nel 2021, a quel punto anche senza il supporto di Spotify
Chi sono oggi i soci di Music Innovation Hub?
L’azienda è nata a fine 2018 e oggi ha un patrimonio di poco inferiore a un milione di euro. I soci fondatori sono Music Management Club, un gruppo di investitori privati interessati a sostenere progetti legati alla musica di cui faccio parte anche io; poi c’è Oxa srl l’ente gestore di Base Milano e Fondazione Social Venture Giordano dell'Amore. Siamo partiti con il 33% del capitale per ognuno di questi tre soggetti. Poi circa un anno fa abbiamo fatto un aumento di capitale di 300mila euro con quattro business angels puri: Gisella Zinelli Rignano vedova di Guido Rignano, ultimo amministratore delegato della Ricordi “italiana”, Aldo Fumagalli, l’ultimo proprietario italiano della Candy prima della vendita ai cinesi, Fedele Gubitosi dello studio Rock, studio di commercialisti fra i più rinomati di Milano, e infine un finanziere ex Mc Kinsey: Vittorio Terzi. È previsto un ultimo aumento di capitale di poco più di 100mila euro che slitterà al 2021 in modo da raggiungere un milione di euro.
Quali attività ha gestito l’impresa sociale, prima del progetto Heroes?
Abbiamo preso molte iniziative dal lancio ad oggi rendicontate nei due bilanci sociali che abbiamo redatto. Uno è già reperibile on line, l’altro è stato approvato di recente e sarà disponibile a brevissimo. Ci siamo mossi nell’ambito dell’educazione musicale, coinvolgendo molte scuole milanesi e creando una rete proprio su questi temi. Rimanendo in Italia, abbiamo portato avanti un bel progetto sul rap con la fondazione Vismara nel carcere minorile di Milano, il Beccaria. Durante la Milano Music Week abbiamo lanciato e gestito due edizioni di linecheck, la principale music conference italiana che mette insieme tutta la filiera ed è in contatto con la filiera internazionale. A Matera abbiamo organizzato Music Sound, dove abbiamo sviluppato il concetto di musica come bene comune. Per uscire dai nostri confini, abbiamo molto lavorato con gli hub europei, con tutta una serie di programmi continentali legati all’innovazione tecnologica nella musica: noi è due anni che parliamo di streaming. Questo solo per fare alcuni esempi.
Il vero banco di prova però sarà Heroes?
Sicuramente sarà il progetto di maggiore visibilità, che nasce da una considerazione che abbiamo fatto per primi: la pandemia ha messo in ginocchio un comparto, che i decreti ministeriali di fatto non hanno considerato nella sua specificità. Mi riferisco in particolare al settore del live, nel quale sono molto utilizzati i contratti intermittenti. Noi ci siamo quindi mossi con l’associazione dei discografici italiani e con Spotify per trovare una modalità di sostegno ai lavoratori della filiera. A maggio quindi abbiamo dato vita a un fondo ad hoc per i lavoratori della musica italiani.
Diventate quindi il ramo italiano del fondo internazionale di Spotity?
MIH è il partner italiano di Spotify per la gestione in Italia del suo “relief fund” che prevede una donazione di 10 milioni a livello globale a favore delle filiere musicali di tutto il mondo, oggi in difficoltà. Spotify ha attivato il fondo con un primo versamento da 100mila dollari. Dal canto nostro ci siamo mossi per arricchire la dotazione attraverso grant che per ora sono ancora basse, circa 20mila euro, e iniziative con un appello Lean on me (“conta su di me”) a cui hanno risposto una serie di soggetti fra cui il gruppo Feltrinelli che ha lanciato una promozione per cui sino a fine agosto raddoppierà le donazioni fatte da chi compra dischi o libri legati alla musica. A questo si aggiunge una delibera di Fondazione Cariplo che aggiunge 250mila euro (230mila destinate al fondo e 20mila su altre iniziative sempre legate al Fondo). Oggi sul fondo quindi sul fondo ci sono circa 350mila euro a cui si sommeranno altri 250mila euro di matching sempre da Spotify, che di fatto raddoppia il fondo, escluso naturalmente la quota del suo primo versamento.
Come erogate questi fondi?
Il meccanismo è molto semplice ed è già attivo. Il fondo è aperto a tutti i lavoratori della filiera della musica italiana. Il nostro target è aiutare in primis le famiglie che vivono di musica. Basta andare sul nostro sito e compilare il format in cui si chiedono alcune informazioni: reddito Isee, la quota parte del reddito legata alla musica, eventuale iscrizione a cooperative di lavoro e/o associazioni di categoria, l’età (prevediamo una premialità per gli under 30), ricezione di altri contributi da parte di altri soggetti. Sulla base di queste informazioni ogni settimana stiliamo una classifica dei primi 50 a cui vanno 25mila euro (500 euro a testa). Chi invece ottiene il contributo non può più partecipare alla selezioni, gli altri sì anche se hanno già presentato domanda.
Fino a quando rimarrà operativo il Fondo?
Con i fondi a disposizione dovremmo arrivare a fine anno. Poi vediamo come va Heroes. La settimana dal 2 al 6 settembre è una settimana in cui avremo diversi appuntamenti in Rai legati al fundraising, con due modalità: la donazione o l’acquisto dei biglietti per Heroes.
Quanto pensate di raccogliere?
Credo che fra tutto possiamo ragionevolmente prevedere di raggiungere i 500mila euro. Questo ci consentirà di tenere vivo il fondo anche nel 2021, a quel punto anche senza il supporto di Spotify.
Non rischia di essere un’operazione certamente importante, ma sostanzialmente a fondo perduto? Voi sostenere in un momento di crisi le famiglie, ma non generate impresa e lavoro. Un’attività più da Fondazione che da impresa sociale…
Questi sono fondi che servono un primo sostegno di urgenza. E lo facciamo nell’ottica di Heroes dando un servizio (la possibilità di assistere a un grande concerto in streaming) e non solo porgendo il cappello. Detto questo lei pone un tema vero. Se ci sarà la possibilità stiamo valutando di destinare parte dei fondi di Heroes in due modalità differenti. Primo: il supporto alla ripresa delle piccole imprese musicali. La seconda idea prevede invece di coinvolgere le figure senior (tecnici del suono, insegnanti di musica) che grazie alle risorse che metteremo a disposizione, potranno sviluppare corsi di formazione digitale e fisici per i giovani interessati a questo percorso professionale.
NB: Le organizzazioni del terzo settore interessate ad acquistare pacchetti di smart ticket per “Heroes, il futuro è adesso”, potranno scrivere a musica.help@mi-h.org. per ricevere informazioni. Music Innovation Hub ha stabilito un prezzo particolarmente vantaggioso per le organizzazioni non profit con pacchetti a partire da 50 ticket. I biglietti non possono essere rivenduti ma solo regalati (a clienti, dipendenti, collaboratori). Ricordiamo che, coperti i costi operativi, tutti i proventi del concerto andranno ad alimentare il fondo di MIH COVID-19 “Sosteniamo la musica” rivolto ai lavoratori della musica in difficoltà economiche.
credit foto: Andrea Venosino
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