Sostenibilità

Montagna: attivi 1.647 progetti per lo sviluppo integrato

Il dato, riferito agli ultimi 5 anni, emerge da un'indagine condotta dal Cnel sulla capacità progettuale nelle Comunità montane

di Daniela Romanello

Sono complessivamente 1.647 i progetti per lo sviluppo integrato della montagna italiana avviati negli ultimi cinque anni dalle 361 Comunità montane. Di questi 613 sono stati attivati nel Centro, 784 nel Nord, 250 nel Sud. E? quanto emerge dall?indagine condotta dal Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) sulla capacità progettuale nelle Comunità montane. Obiettivo della ricerca è la rilevazione degli aspetti qualitativi e quantitativi di programmi intercomunali, interregionali e regionali e iniziative specifiche di settore che, valorizzando e conservando le risorse, abbiano ricadute positive sul tessuto economico-produttivo del sistema montagna e sul mercato del lavoro. Un territorio, quello montano, che copre più della metà della superficie nazionale e che le collettività locali percepiscono caratterizzate da una forte presenza di aree protette e da una forte vocazione turistica e di produzioni alimentari tipiche ad alto pregio. La tipologia di progetti delle Comunità montane mostra una prevalenza di programmi rivolti alla riqualificazione degli ecosistemi naturali (aree protette, forestazione, recupero ambientale, assetto idrogeologico, strutture scientifiche e ambientali): 496 in tutto il Paese, di cui 232 al Centro, 184 al Nord e 80 al Sud. Una quota elevata di progetti riguarda poi il turismo ambientale (360 a livello nazionale, di cui 182 al Nord, 117 al Centro, 61 al Sud), seguiti da iniziative culturali e ricreative: 112 al Nord, 57 al Centro, 22 al Sud, per un totale di 191. A questi vanno aggiunti i numerosi progetti per il turismo convenzionale, il recupero di centri storici, le infrastrutture, l?artigianato, la produzione, i servizi. Il giudizio sulla disponibilità delle risorse finanziarie appare tuttavia critico: la metà circa delle Comunità montane italiane le considera insufficienti, il 39% frammentate, il 4,3% sufficienti ma non pienamente utilizzate e solo per il 5,9% appaiono adeguate. Le maggiori difficoltà sono state incontrate, da circa un quarto del campione, nella compilazione di formulari, nell?accesso alle informazioni sui bandi, nei rapporti con le amministrazioni competenti, nei tempi di attesa degli esiti. Per favorire lo sviluppo delle potenzialità presenti sul territorio montano, ad avviso del Cnel, sono due gli aspetti su cui è necessario avviare un?azione concertata: il coordinamento dell?esercizio dei poteri di governo politico e amministrativo delle montagne (anche alla luce della recente riforma costituzionale e del ruolo crescente assunto dalle istituzioni territoriali) e l?affermazione di sistemi di sviluppo locale in cui integrare le iniziative e concentrare le risorse. Occorre dunque un impegno forte e costruttivo di tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici per favorire la crescita delle aree montane in un?ottica non solo ?economica? ma anche di sviluppo sostenibile, che si presenti ?europea? in termini politici e di gestione delle risorse.


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