Formazione

Il profeta e il contadino

Due personaggi anomali. Uno, Guido Ceronetti è uno dei più geniali scrittori italiani. L’altro, Gino Girolomoni, è un imprenditore agricolo. Sono grandi amici

di Gino Girolomoni

Caro Ceronetti, innanzitutto ti ringrazio a nome di questi salvatori di pezzi d?Italia che sono gli agricoltori biologici e i loro poderi, sapendo che oggi il tuo dovere di amico ti avrebbe voluto anche in un altro luogo per l?ultimo saluto ad Elemire Zola. Tu avevi una rubrica sul giornale La Stampa dal titolo ?Lanterna Rossa?. Nel tuo commiato da questo appuntamento domenicale spiegavi il senso del titolo. Nelle miniere di carbone la lanterna rossa era il segnale dell?arrivo della squadra di soccorso: i nostri contemporanei anziché in una miniera di carbone dove credono di trovarsi? Guido Ceronetti: Credono di trovarsi in un?astronave che li porta verso obiettivi sempre più gratificanti, ma durante questo viaggio non vedono niente. In realtà sono in una miniera di carbone piena di grisù. Io la lanterna l?ho presa da Germinal di Zola, quello era un mondo almeno vero, lì le contestazioni e le lotte di lavoro si facevano davvero, mica Cofferati! E questo Fazio sempre a parlare di crescita, sviluppo, Pil che deve crescere. Ma guardi lo Zingarelli ci sono anche altre parole, non solo crescita e sviluppo. Gino Girolomoni: Sempre nel tuo appuntamento domenicale con i tuoi lettori e ammiratori (e confesso pubblicamente di essere tra questi), citavi il caso di Gela, dove facendo diventare combustibile un rifiuto pericoloso, il petrolchimico poteva riaprire nella gioia di tutti, preti, sindacati, lavoratori politici. E suggerivi di chiamare la diossina bicarbonato, così l?avremmo potuta usare per lavare l?insalata. E citavi Marghera, Bhopal, Manfredonia… e concludevi che nella lotta tra il drago e San Giorgio noi siamo sempre pronti a difendere il drago. Ceronetti: Eh sì, siamo proprio così, sempre a difendere il drago contro San Giorgio. A Bhopal fu terrificante, bruciati vivi, morti, deformati a migliaia per generazioni. Come la peste nera del 1348. E il giorno dopo tutti a chiedere di riaprirlo. A Minamata, invece, in Giappone, dove mangiavano pesce al mercurio, beh, lì sarà stata anche ipocrisia, ma abbiamo assistito a un?immagine confortante: il presidente della società che aveva provocato l?inquinamento, in ginocchio davanti alla telecamera della televisione a chiedere perdono. Ecco questo è già qualcosa. In questa cecità globale c?è l?occulto, altrimenti non si spiegherebbe. Vi ricordo Barry Commoner, che fare? Combattiamo per l?onore, almeno. Girolomoni: Nei giorni scorsi i giornali hanno parlato di una grande scoperta in Israele. All?università di Tel Aviv hanno prodotto il pollo senza penne, un mostro raccapricciante: per difendersi dal caldo gli abitanti dei deserti si coprono da millenni di pesante lana. In realtà è per evitare un passaggio nella catena di montaggio: non c?è più bisogno di spennarli. Il passaggio successivo sarà di farli vivere direttamente nel cellophane… Ceronetti: Ah, questa mi era sfuggita, lasciami il ritaglio di giornale, è un caso da citare. Avevamo già i cani e le scimmie senza corde vocali e le arance e i pompelmi senza semi. E del precetto biblico di non fare innesti che ne hanno fatto? Girolomoni: Nel suo ultimo libro Scienza e conoscenza, Aldo Sacchetti parla della dittatura del dna. Ceronetti: Credere in tutte queste possibilità che aprirebbe la conoscenza di qualche frammento di dna è allucinante. C?è un modo di dire idiota «ce l?ho nel dna»: ma cosa c?hai nel dna, cretino! Io ci sputo sopra a questo concetto imbecille di dna. In realtà concordo con Sacchetti, che nessuno ne sa molto. Una parola che ha ancora senso indagare è anima. Girolomoni:Qualche anno fa, in una passeggiata filosofica dei tuoi soggiorni a Montebello, parlando di Ezra Pound mi avevi colpito con la tua giustificazione dei 12 anni che gli inflissero gli americani di manicomio criminale per aver appoggiato il regime fascista. Anche nella guerra del Golfo contro Saddam tu eri apertamente con gli americani. Oggi pensando all?Afghanistan, sei sempre della stessa idea? Ceronetti: Eh, qui tu vuoi aprire un capitolo complicato, di difficile comprensione. «Sono debole e mi appoggio alla forza», diceva Leonardo Sciascia. E anche per me è così. Della guerra del Golfo disapprovo solo il risultato, non aver rovesciato Saddam! In Afghanistan, gli orrori dei talebani erano tanti che chiunque arrivasse a colpirli avrebbe fatto solo bene. Come da noi nel ?45, molti furono giustiziati, ma era finito un incubo e io ero contento. Caro amico, tutto ha un prezzo. Girolomoni: Nei giorni scorsi Abraham Yehoshua ha lanciato un appello per Israele, per la separazione fisica dei due Stati, che in Italia è stato sottoscritto da Citati, Luzi, Magris, Zanzotto… Ceronetti: Sì, avrei sottoscritto anch?io, ma non la credo una soluzione perché lì il cancro si è diffuso troppo. Stabilire un confine, è da lì che si parte, lasciando però gli insediamenti. Ma gli israeliani è difficile staccarli dai loro insediamenti e gli attentati continueranno. Queste bombe umane sono un orrore. Girolomoni:Nell?ultimo suo libro Mysterium Iniquitatis, il nostro compianto amico Sergio Quinzio ha immaginato un evento nuovo, anzi nuovissimo: l?arrivo nella storia della Chiesa di un Papa che avrebbe assunto il nome di Pietro Secondo, per il quale scrive le due tremende e appassionanti encicliche Mysterium Iniquitatis e De Resurrectione Mortuorum. Nell?incontro dello scorso anno per ricordare Sergio, ho imprestato a questo futuro Papa altri due gesti clamorosi, la scomunica nella forma più solenne per i manipolatori e i brevettatori della vita e la vendita di tutte le opere d?arte della Chiesa per aiutare i poveri . Tu ti aspetti niente dai cristiani o da altre religioni? Ceronetti: Io non mi aspetto granché da nessuno. La Chiesa si adatta intelligentemente ai tempi. Il non aspettarsi niente però, forse, è una caratteristica dei tempi messianici. Se leggo i giornali cattolici li trovo tutti inquadrati nel pensiero unico. Il Pil cattolico è uguale a quello laico. L?unica religione in movimento è l?Islam. Nel cristianesimo avrei voluto un po? più di difesa dall?Islam invece di essere così tolleranti. Non c’è più in mezzo a noi l?inflessibile Ignazio di Loyola! Girolomoni: Nella Politica, Aristotele racconta di Talete che veniva accusato dell?inutilità della sua sapienza perché viveva poveramente. Talete per dimostrare il contrario, attraverso le sue conoscenze astronomiche e gli influssi degli astri sulla Terra capì che ci sarebbero stati un paio d?anni di carestie d?olive e poi due o tre anni di abbondanza. Nei due anni di carestia tutti a disfarsi dei frantoi a Mileto, che invece Talete prese in affitto e negli anni di abbondanza di olive fece fortuna. Il commento di Aristotele fu che se i sapienti lo volessero, sarebbero capaci di fare soldi, ma non è questa la loro passione. Allora io, imprenditore agroalimentare, chiedo un consiglio al Talete qui vicino a me su come fare a fermare gli ogm e la brevettabilità delle forme viventi… Ceronetti:Cari amici vi ricordo Kafavis e le Termopili: «Qui giacciono gli eroi fedeli alla consegna». I Persiani passeranno ma voi combattete per difendere l?onore. Non vi arrendete! Difendiamo la dignità umana di cui siamo possessori». Girolomoni: In questi giorni Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends di Washington, ha lanciato un appello per la sottoscrizione di un trattato per la condivisione del patrimonio genetico del Pianeta. Sottoscrivi? Ceronetti: Sì, sottoscrivo, ma la gente non sa niente. I governi vogliono la brevettabilità delle forme viventi e stanno lì a cercare altri nomi per farla passare meglio. Io vedo anche in questo un attacco alla Specie, il principe del Male vuole sacrificare la vita sulla Terra ed è bravo, rischia di riuscire. Provate a fermare un?astronave a una simile velocità, se ci riuscite! Gran parte dei partecipanti ha goduto della brillante arguzia di Ceronetti e qualcuno si è impensierito perché ritiene di aver udito un messaggio senza speranza. A questi ho raccontato due aforismi di Ceronetti: «Cuociono da due secoli i mattoni di un possibile, smisurato, inferno scientifico», e «Quando c?è la peste chi avverte che si tratta di peste, salva; chi dice trattarsi invece di un raffreddore è un assassino». Guido Ceronetti è nato a Torino nel 1927.Le sue opere più importanti sono Il silenzio del corpo e Un viaggio in Italia. Collaboratore storico della Stampa, intellettuale corrosivo, è anche fondatore e animatore di un?esperienza teatrale di marionette di grande successo, il Teatro dei sensibili Gino Girolomoni.È nato nel 1946 a Isola del Piano, in provincia di Pesaro. Figura affascinante e insolita di intellettuale contadino, dal 1977 ha fondato al monastero di Montebello, nel suo paese natale, la cooperativa Alce Nero, diventata oggi una delle più grandi realtà dell?agricoltura biologica in Italia. Girolomoni ha all?attivo numerosi libri e dirige una collana per Jaca Book, dal titolo significativo: Terra terra


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