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Israele: no ratifica Tribunale Penale Internazionale

Secondo il quotidiano Haaretz che fa riferimento a fonti di Gerusalemme, Tel Aviv pensa anche di ritirare la firma del Trattato di Roma, apposta ''in extremis'' nel dicembre del 2000

di Paolo Manzo

Israele non ratificherà lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Lo ha stabilito ieri il governo guidato da Ariel Sharon che ha respinto una proposta avanzata dal procuratore generale Elyakim Rubinstein.

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz che fa riferimento a fonti di Gerusalemme, Tel Aviv pensa anche di ritirare la firma del Trattato di Roma, apposta ”in extremis”, poco prima del termine ultimo, nel dicembre del 2000.

Secondo la fonte citata dal quotidiano, anche se il ritiro della firma non avrebbe risvolti pratici, il governo potrebbe adottare questa decisione vista la forte opposizione che esiste nei confronti del Tribunale penale internazionale.

La decisione presa ieri dal governo israeliano – scrive il quotidiano Haaretz – è coerente con la situazione politica in Medioriente.

La Corte penale internazionale non contempla tra i reati di propria competenza il terrorismo, che è il maggiore nemico contro cui lotta oggi lo Stato israeliano.

Tel Aviv aveva firmato lo Statuto di Roma, per dare prova di condividerne i principi e gli obiettivi, ma la decisione risponde alle esigenze attuali del governo israeliano.

C’è un altro motivo – fa notare Haaretz – che giustifica quanto stabilito ieri ed e’ la mancanza di fiducia di Israele nei confronti di organismi, come il Tpi, di natura internazionale.

Tuttavia – conclude il quotidiano – non c’è ragione di temere che i soldati israeliani impegnati nei Territori possano essere giudicati dalla Corte visto che non si tratta del territorio di uno Stato sovrano, circostanza che esula dalla competenza della Corte.

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