Economia
(Ri)Generiamo: l’impresa che nasce società benefit
La nuova realtà nata dall'incontro tra profit e non profit, dalla collaborazione tra Leroy Merlin Italia con la Cooperativa sociale Agricola Capodarco, l'associazione Bricolage del Cuore, l'impresa sociale ConVoi Lavoro e la Cooperativa Liberitutti. Tra gli obiettivi di questa sfida: generare nuove economie per "rigenerare persone, prodotti e perimetri"
Dimostrare che imprenditorialità e sostenibilità possono vivere insieme. È questo il compito e l’obiettivo di (Ri)Generiamo, l’impresa benefit nata dalla collaborazione di Leroy Merlin, l’azienda multispecialista operante nella grande distribuzione del miglioramento della casa, con la Cooperativa Sociale Agricoltura Capodarco, l’Associazione Bricolage del Cuore, l’impresa sociale ConVoi Lavoro e la Cooperativa Liberitutti che oggi, mercoledì 8 luglio, è stata ufficialmente presentata nel corso di una conferenza online. (Ri)Generiamo, come ha sottolineato Ilaria Signoriello di Cooperativa Agricoltura Capodarco e Forum Nazionale Agricoltura Sociale che ha coordinato l’incontro, «è la fine di un percorso avviato nel 2018 con l’obiettivo di creare un punto d’incontro reale e concreto tra profit e non profit, ma allo stesso tempo è un inizio». Anche perché non si tratta di un'impresa nata profit che si è convertita, ma è una realtà che nasce "benefit".
All’incontro virtuale hanno partecipato quali relatori Enrico Giovannini, fondatore e portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS); l’On. Mauro Del Barba, presidente di Assobenefit; Alessandra Smerilli, Direttrice comitato scientifico Sec e Consigliere dello Stato Vaticano; Sonia Schellino, vicesindaca e assessora al Welfare del Comune di Torino, città in cui (Ri)Generiamo ha la propria sede. Con loro Mauro Carchidio, Direttore Sviluppo Leroy Merlin Italia e presidente di (Ri)Generiamo, e di Luca Pereno, Coordinatore Sviluppo Sostenibile Leroy Merlin Italia e presidente dell’Associazione Bricolage del Cuore.
«(Ri)Generiamo rappresenta un nuovo, importante passo in avanti nel consolidamento della strategia di sviluppo sostenibile di Leroy Merlin orientata alla generatività, con l’obiettivo di creare nuovo valore condiviso nei territori, nelle comunità e nelle persone con cui collaboriamo. Sono orgoglioso del lavoro che abbiamo realizzato insieme ad Agricoltura Capodarco, Associazione Bricolage del Cuore, ConVoi Lavoro e Liberitutti, che ci ha permesso di diventare un’unica entità e di raggiungere un obiettivo ben preciso: dimostrare come l’unione tra profit e non profit non sia solo uno slogan, ma un’impresa realizzabile nel concreto» ha dichiarato Mauro Carchidio. «Con (Ri)Generiamovogliamo dare vita a un modello di business realmente sostenibile, capace di includere le persone e di realizzare prodotti che abbiano un valore sociale importante, attraverso i quali coinvolgere e rendere partecipi i nostri clienti».
Un sfida quello di questa nuova società benefit che per il fondatore e portavoce di Asvis ha in comune una visione, un sogno e soprattutto la consapevolezza che la pandemia ha accelerato un cambiamento verso i 17 SDGs dell’Agenda 2030 grazie alla consapevolezza che il modello neoliberista degli ultimi 40 anni è ormai insostenibile. «Oggi, l’opportunità delle società benefit e delle cooperative, come è accaduto nel secondo dopoguerra, può essere un’idea vincente per creare un’intera nuova generazione di imprenditori orientata allo sviluppo sostenibile» ha continuato Enrico Giovannini che ha fatto riferimento anche ai worker buyout prima di concludere sostenendo come sia «proprio la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature unita alla capacità di cooperazione, in particolare tra imprese di diversa natura, che può rappresentare la chiave di volta per affrontare simultaneamente la contingente questione economica e sociale».
Nel suo intervento, Sonia Schellino, vicesindaco di Torino, città dove ha sede (Ri)Generiamo, ha osservato che questa impresa «nasce per rigenerare gli spazi urbani attraverso persone che loro stesse si rigenerano, ritornano ad essere dei cittadini a pieno titolo grazie a percorsi preferenziali, percorsi protetti, percorsi di abilitazione. In rappresentanza di un ente pubblico non posso che vedere con grandissimo favore una struttura come questa che consente di collaborare senza i vincoli burocratici che molto spesso, se siamo da soli, non riusciamo a superare».
Da parte sua Mauro Del Barba ha ripercorso l’introduzione dello stato giuridico di “società benefit” che, ha ricordato, hanno come scopo la realizzazione di benefici sociali che coniugando imprenditorialità e solidarietà riportano in primo piano due concetti che tradizionalmente erano giù presenti in Italia. «Le società benefit rappresentano l'avanguardia di un nuovo modo di fare impresa. Coniugando profitto e beneficio comune, si assumono pienamente nuove responsabilità che costituiscono in maniere decisiva alla creazione di un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile», ha sottolineato il presidente di Assobenefit che ha ricordato come nel Decreto Rilancio sia stato approvato un suo emendamento che prevede un fondo di 3 mln di euro al Mise per la promozione delle Società Benefit.
«La pandemia è un evento storico che ci ha messo di fronte alla necessità di compiere un cambio epocale. E nell’ambito dell’economia, è importante pensare a un’azione di “reset”, più che di “restart”. Il nostro non deve essere un recovery, ma un regenerate dell’economia e della società. Dobbiamo lavorare per preparare il futuro, quindi è importante dimostrare al mondo come sia possibile fare impresa in un modo differente dal passato», ha osservato suor Alessandra Smerilli che, parlando del lavoro nella task force vaticana di cui fa parte e che è internazionale ha rivelato che c’è un grande interesse per quello che il nostro Paese sta facendo sul fronte delle B-corps «L’Italia sta dimostrando grande effervescenza nel settore delle società benefit, per questo è necessario fare rete e intraprendere un cammino insieme». Smerilli ha poi concluso citando la Nobel Lecture di Oliver Ostrom, prima donna premio Nobel per l’economia.
(Ri)Generiamo, fondata come “società benefit”, rappresenta un’evoluzione dei modelli tradizionali di impresa. Una scommessa, il cui punto di riferimento è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu, che punta a generare nuove economie per rigenerare persone, prodotti e perimetri. L’obiettivo è di promuovere un’economia che valorizzi, in un’ottica imprenditoriale, le persone nella loro diversità e le renda protagoniste nell’attuale sistema di mercato, riconoscendo valore ai prodotti da loro realizzati e generando nuovi perimetri. Il negozio, secondo questa strategia, si trasforma in punto di raccordo che crea relazioni tra le persone e che include le persone più fragili, in un’ottica di economia civile capace di produrre valore economico e sociale. Per verificare gli effetti sociali delle attività e orientare le strategie della nuova impresa benefit, è già stata avviata, in partnership con Associazione Isnet, una valutazione di impatto sociale previsionale, così da aumentare i livelli di consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti.
I primi progetti a partire saranno GenerAtelier, rete di sartorie sociali che realizzerà mascherine a uso civile, shopper e prodotti per l’arredo tessile da scarti di tessuti certificati che saranno in vendita nei negozi Leroy Merlin Italia a partire dal 1° agosto, e i FormidAbili, iniziativa che prevede la fornitura di servizi per la cura del verde, la manutenzione e l’accoglienza attraverso l’inclusione e la valorizzazione di persone con disabilità e che partirà in fase sperimentale, nei punti vendita di Roma Fiumicino e Torino Moncalieri. Grazie al coinvolgimento del VivaIO di Agricoltura Capodarco prenderà il via anche il progetto Terra Inclusiva (nella foto) per la produzione di piante aromatiche attraverso l’integrazione di persone con disabilità mentali e psichiche. Nei prossimi mesi, inoltre, saranno avviate attività legate a lavori di manutenzione di spazi di organizzazioni non profit, che coinvolgeranno persone in difficoltà occupazionale, e alla produzione di prodotti di origine forestale in boschi italiani a filiera corta, con l’obiettivo di generare modello inclusivo e sostenibile in territori montani a economia marginale e valorizzare le risorse e le tradizioni del territorio.
Nell'immagine in apertura una delle sartorie del progetto GenerAtelier
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