Non profit

Armi. Addio alla legge 185. Europa armata

Il ddl 1927 diventa legge. Accolti solo pochi emendamenti di garanzia. Le associazioni: "La campagna ha fatto sentire la sua voce e non è stata vana. Ma non finisce qui".

di Barbara Fabiani

Approvato dalla Camera all?inizio della settimana, l?accordo di Farnborough ha vinto. Non è una Caporetto per la legge 185/90, ma poco ci manca. Quattro emendamenti approvati dalla maggioranza sono tutto ciò che resta dell?impianto della legge che regolamentava l?export di armi da guerra dopo l?impatto con l?accordo quadro di Farnborough recepito con il ddl 1927. Il testo approvato in aula modifica un po? quello proposto sei mesi fa, quando partì la campagna ?Io difendo la 185/90?, in questioni che riguardano la trasparenza e la responsabilità degli Stati. Accolto l?emendamento a firma Mattarella, sebbene con piccole modificazioni, che obbliga i titolari di licenza globale «a rendere noto il destinatario finale». Condizionata a specifici accordi bilaterali la partnership commerciale dell?Italia con altri Paesi Nato/Ue non firmatari dell?accordo quadro. Restano però fuori altre questioni importanti che pesano sull?efficacia della 185/90 all?interno della nuova configurazione del mercato europeo delle armi. E nello specifico sono rimaste inascoltate le richieste sull?obbligo di indicare il valore economico finale delle operazioni di export; la definizione di meccanismi di controllo più dettagliati per rintracciare l?iter dei prodotti bellici dalla produzione al destinatario; la vigilanza sulle transazioni bancarie; la questione delle liste dei Paesi violatori dei diritti umani. Accolto, invece, ma solo come ?raccomandazione?, l?ordine del giorno presentato dall?opposizione in cui si chiedeva che le associazioni fossero consultate in occasione della relazione annuale al parlamento sulla 185. A questo punto c?è da chiedersi se la campagna di mobilitazione abbia fallito. La risposta è ?no?, se diamo ascolto all?onorevole Ramponi (An), presidente della Commissione difesa, che in aula ha commentato gli interventi dell?opposizione così: «Quando si svolse la discussione in Commissione, chi oggi parla tanto allora non disse una parola, ma ratificò e approvò tutto quello che il disegno di legge diceva. Successivamente, sono intervenute tutta una serie di organizzazioni francamente e onestamente disinformate». Una sorta di onorificenza sul campo che ha avuto conferma negli interventi dei parlamentari dell?opposizione, in linea con molte delle ragioni sostenute dalla campagna, anche se non tutti tassativamente contrari alla ratifica dell?accordo di Farnborough. «Al momento ci riteniamo moderatamente soddisfatti», commenta Tonio Dall?Olio portavoce della campagna. «Restiamo contrari alla liberalizzazione del commercio delle armi, ma se con questi emendamenti si sono ridotti dei gap che conducevano su quella via, non possiamo che esserne contenti. Ma non possiamo considerare la partita chiusa».


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