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L’Ocean Viking dichiara lo stato di emergenza: naufraghi tentano il suicidio, minacce all’equipaggio

La situazione a bordo è diventata insostenibile: in sole 24 ore ci sono stati sei tentativi di suicidio e non può più essere garantita la situazione a bordo dei 180 sopravvissuti e dell'equipaggio. Tra i 180 naufraghi 25 minori e una donna al quinto mese di gravidanza

di Alessandro Puglia

Il comandante della nave Ocean Viking della Ong europea Sos Mediterranee ha dichiarato lo stato di emergenza, dopo ben sette richieste di assegnazioni di un Pos (luogo sicuro di sbarco) alle autorità marttime compententi. La situazione a bordo è diventata insostenibile: in sole 24 ore ci sono stati sei tentativi di suicidio e non può più essere garantita la situazione a bordo dei 180 sopravvissuti e dell'equipaggio.

«La Ocean Viking ha informato le autorità italiane della dichiarazione dello stato d’emergenza alle 15.25 di venerdì 3 luglio. Si tratta di un passo senza precedenti nella storia di Sos Mediterranee, innescato in primo luogo dal rapido peggioramento della salute mentale di alcuni dei sopravvissuti a bordo, in particolare di un gruppo di 44 persone per cui l'equipaggio a bordo della Ocean Viking ha richiesto un'evacuazione medica nelle prime ore del pomeriggio, senza ricevere risposta positiva. Le 44 persone per le quali abbiamo richiesto assistenza si trovano in uno stato di acuto disagio mentale e hanno espresso l'intenzione di infliggere danni a sè stessi e agli altri, compresi i membri dell'equipaggio. Questi stessi naufraghi hanno espresso intenti suicidari», scrive Sos Mediterranee.

La professionalità dell'equipaggio a bordo ha permesso fino a questo momento che non avvenisse il peggio. Infatti due uomini si sono lanciati in mare e sono stati subito recuperati dalla squadra di soccorso a bordo, mentre questa mattina un uomo ha tentato di impiccarsi a bordo della nave.

«Molti dei sopravvissuti mostrano segni di stress estremo e depressione. La forte agitazione a bordo ha portato alcuni fra i sopravvissuti a bordo a scontrarsi. Ci sono state minacce di violenza nei confronti delle persone soccorse e dell’equipaggio. Molti dei sopravvissuti lamentano mancanza di appetito, insonnia, disagio mentale dovuto a ciò che hanno subito in Libia e per l’impossibilità di comunicare ai propri cari di essere sopravvissuti. In aggiunta all'acuto disagio psicologico in cui si trovano molti dei sopravvissuti, il peggioramento delle condizioni meteorologiche rappresenta una minaccia ulteriore per la vita di coloro che potrebbero tentare di raggiungere la riva – adesso in vista – saltando in mare dalla Ocean Viking. La sicurezza dell'equipaggio e dei sopravvissuti è la nostra massima priorità in ogni fase delle nostre operazioni. Anche se abbiamo cercato un riparo dal peggioramento delle condizioni meteorologiche, non possiamo più garantire la sicurezza delle 180 persone che abbiamo salvato in quattro operazioni di soccorso, alcune più di una settimana fa» aggiunge la Ong.

Tra i 180 naufraghi a bordo della Ocean Viking ci sono 25 minori, 17 non accompagnati e una donna al quinto mese di gravidanza.

«Una delle quattro operazioni di soccorso del 25 e 30 giugno si è svolta nelle regioni di ricerca e soccorso sovrapposta italiana e maltese, le altre tre si sono svolte nella regione di ricerca e soccorso maltese. Non ci possono essere dubbi sulla responsabilità di consentire lo sbarco. Il diritto marittimo è chiaro: il salvataggio è completo solo quando i sopravvissuti hanno raggiunto un luogo sicuro e tale luogo deve essere fornito dalle autorità marittime competenti. La prima richiesta di POS è stata inviata alle autorità marittime competenti in Italia e a Malta una settimana fa. Da allora questa richiesta è stata ripetuta 6 volte. La Ocean Viking ha ricevuto fino ad ora solo risposte negative dalle autorità italiane e maltesi. Non è stata fornita alcuna indicazione di una soluzione. Ribadiamo il nostro invito alle autorità competenti e a tutti gli Stati membri dell'Unione europea a intensificare e unire le forze per trovare una soluzione per lo sbarco dei 180 sopravvissuti a bordo della Ocean Viking con urgenza. Ne va della loro sicurezza e di quella del nostro equipaggio», conclude Sos Mediterranee.

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