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Miraglia: “Migliaia di persone lasciate fuori dalla regolarizzazione degli stranieri”
La sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati prevista dal decreto voluto dal ministro Bellanova lascia fuori interi settori: dalla ristorazione all’edilizia. Numerose le richieste arrivate di persone in difficoltà tra truffe, finti contratti di lavoro e il caso dei richiedenti asilo costretti a rinunciarvi per poter accedere alla sanatoria. Parla il responsabile migrazioni dell'Arci
Non è un flop, ma occorre intervenire per permettere a molte più persone che ne hanno diritto ad accedere alla regolarizzazione. Ne è convinto Filippo Miraglia, responsabile area sociale, immigrazione e internazionale dell’Arci che interviene sulla sanatoria per la regolarizzazione dei migranti introdotta dal decreto Rilancio: «la sanatoria così come è strutturata sta di fatto già lasciando decine se non centinaia di migliaia di persone fuori dalla regolarizzazione, alimentando il mercato illecito delle truffe».
Il problema principale resta quello dell’accesso alla regolarizzazione: «una questione che era già presente negli altri provvedimenti di questo tipo fatti in Italia: nel 1986, nel 1990, nel 1995, nel 1998, nel 2002, nel 2009 e nel 2012».
Il quadro di quanto sta accadendo in Italia in queste ore è emerso attraverso il numero verde per la regolarizzazione messo a disposizione da Arci (800 999 977). «Stiamo ricevendo centinaia di telefonate di persone che un lavoro ce l’hanno, ma non possono accedere perché i datori di lavoro non vogliono regolarizzarli».
Occorre definire al più presto – sottolinea Miraglia – la posizione e il ruolo del datore di lavoro : «alcuni non vogliono farlo perché non vogliono pagare le tasse, altri perché hanno paura di quanto spenderanno. Per questo come già abbiamo chiesto al sottosegratario alle Poitiche Sociali e al Lavoro, Steni Di Piazza, chiediamo di potere intervenire al più presto».
A rimanere fuori dal decreto legge sono tutti i lavoratori che operano nei settori del turismo, ristorazione, edilizia e artigianato: «già questo basta a capire che c’è una parte consistente che non avrà diritto ad accedere. E chi rimarrà fuori si comprerà un contratto di lavoro finto o farà contemporaneamente un altro lavoro per poter accedere».
Infatti dalle centinaia di chiamate al numero verde per la regolarizzazione dell'Arci è emerso un altro scenario in parte prevedibile: «un grande proliferarsi di truffe. Ci sono truffatori che vendono finti contratti di lavoro come lavoratori domestici con prezzi che vanno da 5 a 10 mila euro. A questo si aggiunge un mercato di prestiti dove oltre ai falsi contratti di lavoro si aggiunge l'opera degli strozzini.
L’altra questione da chiarire con la massima urgenza è quella dei richiedenti asilo. Come infatti è già accaduto in due questure italiane (Roma e Varese) i richiedenti asilo con una richiesta d’asilo pendente dovevano rinunciare alla loro richiesta per poter accedere alla regolarizzazoine. «Dopo la nostra denuncia la Questura di Roma ha ritirato questa clausola, ma rimane ancora un punto da chiarire in quanto le questure con una discrezionalità non consentita dalla legge intervengono in maniera paesante andando anche contro quelle che sono le intenzioni del Governo».
Per l’Arci occorre dunque continuare a lavorare per migliorare la sanatoria che potrebbe rappresentare ancora un’occasione unica per il rilancio del Paese: «Sin da subito abbiamo detto che anche se si fosse regolarizzata una sola persona sarebbe stato un gran risultato», conclude Miraglia.
Pochi giorni fa a Caltanissetta un ragazzo di 32 anni è stato ucciso a coltellate perché secondo gli inquirenti stava difendendo alcuni braccianti sfruttati da caporali nelle campagne tra Agrigento e Caltanissetta:«Un caso che dimostra la fragilità con la quale gli stranieri si inseriscono nel mondo del lavoro e questa fragilità che dipende spesso dalla loro condizione giuridica fa sì che diventino ricattabili». Ma questa è un'altra storia, purtroppo già conosciuta.
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