Cultura

Acerra: anche il vescovo dice no all’inceneritore più grande d’Europa

Monsignor Rinaldi ha pronunciato una dura requisitoria: "qui la politica ha fatto flop. Si aggraverà enormemente la nostra situazione ambientale già compromessa"

di Daniela Romanello

“Acerra è una terra crocifissa, malata, dove le sorgenti della vita Acqua, Terra e Aria sono inquinate”: si è espresso così, mons. Rinaldi, vescovo di Acerra, a proposito dell’inceneritore che si vuole costruire nella città campana; “questo inceneritore, il più grande d’Europa, che brucerà 1.500 tonnellate di rifiuti solidi urbani al giorno, aggraverà enormemente la nostra situazione ambientale già compromessa”. Per ribadire l’opposizione alla costruzione dell’inceneritore a ridosso di zone fortemente urbanizzate, un vasto raggruppamento di realtà locali, tra cui la diocesi con il vescovo ed il consiglio pastorale diocesano, ha promosso, il 20 giugno scorso, una giornata di mobilitazione e di protesta. “L’impianto che si vuole costruire ad Acerra – ha detto ancora mons. Rinaldi – è ‘sovradimensionato’, come già notava la Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, perché dovrà provvedere allo smaltimento dei rifiuti di quasi tutta la Campania, di Napoli centro, della Provincia, di Salerno, Benevento ed Avellino” e “Una vera termodistruzione presuppone una diffusa e capillare raccolta differenziata che non è stata ancora avviata. Anche qui la politica ha fatto flop. Invece di organizzare una forte campagna educativa, porta a porta, per la differenziazione dei rifiuti si è pensato ad altro. La raccolta differenziata avrebbe consentito di bruciare meno della metà della quantità dei rifiuti previsti e si sarebbe dato lavoro a molte persone invece delle 25-30 previste per l’inceneritore”. Il vescovo ha anche espresso la sua preoccupazione per i pericoli derivanti, dall’attività dell’inceneritore, alla salute delle persone e all’economia della zona: “Durante la combustione dei rifiuti non solo si liberano metalli tossici, ma si formano anche nuove sostanze cancerogene come diossina e furani, che non sono significativamente filtrabili neanche dai più sofisticati sistemi di abbattimento”, inoltre “l’inceneritore produrrà per moltissimi anni trasformazioni chimiche sul suolo, nelle acque e negli alimenti per i danni che apporterà al sistema agricolo”.


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