Famiglia

De Palo: «Gentiloni viva pienamente e coraggiosamente la delega sulla famiglia»

Il presidente del Forum famiglie della Cei si appella al Governo perché si confermi la Conferenza nazionale sulla famiglia, in programma dal 28 settembre a Roma

di Lorenzo Maria Alvaro

Dopo le dimissioni del ministro Enrico Costa per gli Affari Regionali (avvenuta il 19 luglio scorso) e il conseguente ritorno delle deleghe da parte del premier Paolo Gentiloni, è stato messo in forse lo svolgimento della Conferenza nazionale sulla famiglia, in programma dal 28 settembre a Roma. Un appuntamento non solo atteso, a ben sette anni dal precedente confronto di Milano 2010 e da tempo preparato con il coinvolgimento e l’impegno dell’associazionismo, ma quanto mai necessario per restituire la centralità dovuta al tema, imprimere finalmente una svolta alle politiche familiari. Ne abbiamo parlato con, Gigi De Palo, presidente del Forum famiglie della Cei, in prima fila nell'organizzazione dell'appuntamento




Quando si parla di famiglia oggi si fa sempre riferimento al calo demografico e alla crescente povertà. Perché?
Il tema demografia e quello povertà sono collegati perché lo dice l’Istat. Oggi l’Italia, che è il primo paese in crisi di natalità, se si mette al mondo un figlio si cade nella povertà. Una schizofrenia tutta nostra che blocca il Paese.

Perché questa Conferenza Nazionale è così importante?
La Conferenza voleva essere un momento per riflettere su questi e altri temi per cercare di mettere dopo sette anni la parola famiglia all’ordine del giorno. Tutti i Paesi crescono quando hanno un più per quanto riguarda la demografia e tutti i Paesi europei hanno da insegnarci su questo campo. L’Italia ha dimenticato totalmente le famiglie. Sia quelle in difficoltà che tutte le altre. La famiglia va tolta dalla dinamica ideologica elettorale e possa essere il terreno comune di tutti i programmi politici. A chiederlo non siamo solo noi addetti ai lavori.

Chi sostiene con voi questa campagna?
Tutta la società civile chiede questa conferenza. Dai sindacati a Confindustria passando per l’associazionismo e la società civile. Ne hanno parlato Cazzullo e Gramellini.

Oggi chi ha la delega alla famiglia è il premier Gentiloni. Cosa volete chiedergli?
Che viva pienamente e coraggiosamente questa delega che gli è tornata. Non è una delle deleghe del Governo. È quella più importante. La politica estera, gli investimenti e l’attenzione alle imprese non hanno senso senza figli, senza fiducia nel futuro. Confermi la conferenza e la renda un’occasione seria per il Paese. Sarebbe uno spreco non farla ma anche spostarla dopo la legge di stabilità.

Qual è il vostro obbiettivo?
Dobbiamo riuscire a convertire tutte queste analisi in sintesi. Passare finalmente dalle parole ai fatti, all’azione politica. Il Governo non può fare finta che non sta succedendo nulla. Nascono 50 mila bambini meno l’anno e ci sono circa 100 mila morti in più rispetto ai nuovi nati. Non è più il tempo di traccheggiare.

Da un punto di vista concreto cosa vi aspettate dal Governo?
Servirebbe un segnale forte dal punto di vista fiscale. Da anni proponiamo il fattore famiglia che è apprezzato da tutti gli schieramenti. Basterebbe solo volerlo fare. Si può anche attuare a scaglioni trovando le risorse man mano.

In cosa consiste il fattore famiglia?
Per dirla semplicemente è una no tax area che tiene conto della composizione famigliare andando a far pagare meno tasse chi investe maggiormente nell’educazione dei figli nell’accoglienza dei disabili e delle persone in difficoltà.

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