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Ong, il Codice di condotta che divide il soccorso in mare

Nell’ultima riunione convocata ieri dal Viminale per la firma del testo che regolamenta le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo non si è trovato un accordo unanime. Firmano Save the Children, Moas e Proactiva Open Arms. Si rifiutano Medici Senza Frontiere e Jugend Rettet

di Lorenzo Maria Alvaro

«Chi non sottoscrive regolamento è fuori». È questo il lapidario commento del ministro degli Interni Marco Minniti da cui si capiva che la firma del Codice di condotta per il salvataggio in amre delle organizzazioni non governative non era filato liscio.

E infatti le ong sono andate in ordine sparso. Una parte (Save the Children, Moas e Proactiva Open Arms) ha firmato il regolamento, mentre un’altra (Medici Senza Frontiere e Jugend Rettet) si è rifiutata.





Il nodo su cui si è create la spaccatura riguarda alcuni dettagli precisi dei 13 obblighi del Codice. In particolare il punto 10 del regolamento che parla di «ricevere a bordo, su richiesta delle autorità nazionali competenti, eventualmente e per il tempo strettamente necessario, funzionari di polizia giudiziaria che possano raccogliere prove finalizzate alle indagini sul traffico» e il punto 7 che invece vieta di «trasferire le persone soccorse su altre navi, eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo (Mrcc) e sotto il suo coordinamento anche sulla base delle informazioni fornite dal comandante della nave».

Chi non ha firmato infatti non può accettare la presenza di armi sulle navi che soccorrono i migranti in mare, né il divieto dei trasbordi dalle proprie imbarcazioni a quelle ufficiali. «In nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali», ha detto il direttore generale di Msf, Gabriele Eminente.

Una posizione che era già nota e di cui Vita aveva dato notizia, ma su cui, nonostante i confronti con Minniti, non si è riusciti a trovare un accordo.

Ora bisogna capire la scelta di non firmare, oltre alle conseguenze politiche, che tipo di ricadute avrà sul sitema di soccorso. «L'aver rifiutato l'accettazione e la firma del Codice di condotta pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse», hanno fatto sapere dal Viminale, senza però chiarire concretamente di che conseguenze si parla.

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