Non profit

Anteprima: Il G8 tra i lupi

Gli otto leader blindatissimi sotto accusa dalla società civile. Dal servizio di Vita magazine in edicola la scheda sul G8 canadese, le proteste e i siti per seguirlo

di Carlotta Jesi

Altro che scudi di plastica e gommapiuma. Per bloccare il G8, o almeno per avvicinarcisi, quest?anno serve l?Ursus Mark VI suit. Un?armatura in titanio di 2 metri, con elmetto, sistema di aerazione e spray anti orso incorporato, per fronteggiare i mille grizzly che infestano i boschi intorno a Kananaskis. Il villaggio canadese dove, da oggi, si incontreranno gli otto potenti della terra. E probabilmente solo loro visto che di Ursus Mark VI, creata un paio d?anni fa dalla casa di produzione National Film Board of Canada per realizzare il film Project Grizzly, esiste un unico esemplare. Scegliere una via meno pericolosa dei boschi? Impossibile. L?unica strada che porta al Kananakis Village – centro di villeggiatura chiuso fra le Montagne Rocciose dell?Alberta e un campo da golf da 18 buche ? sarà chiusa al traffico dalle Giubbe Rosse canadesi una settimana prima del summit. E una pattuglia di Cf-18 pattuglierà la no fly zone creata su un?area di 150 chilometri sopra le teste dei leader del mondo. Meglio di così il Canada, che di G8 ne ha già ospitati tre, non poteva fare. Né dissimulare: «Kananaskis», recita il sito ufficiale del summit, «è la località ideale per tornare ad intendere il G8 come un meeting in cui focalizzarsi con tranquillità sulle questioni importanti per il mondo». Un meeting blindato, insomma. E non solo da orsi e giubbe rosse, spiega sul suo portale nologo.org la scrittrice Naomi Klein: «Per anni il governo ha cercato un modo di fermare gli attivisti senza negare pubblicamente il loro diritto di manifestare. Ora c?è riuscito grazie alle leggi anti terrorismo proposte dopo l?11 settembre: col Bill C-35 estende la definizione delle Nazioni Unite di ?persona protetta? a tutti i visitatori stranieri che partecipano a meeting bilaterali o multilaterali, G8 compreso. E col Bill C-36 stabilisce che le azioni contro queste persone protette sono terrorismo». Col risultato che chi tenterà di bloccare il Summit del prossimo luglio potrebbe ritrovarsi in carcere con l?accusa di terrorismo. E? vietato persino girare a gruppi con più di tre persone. Le reazioni della società civile? La difficoltà, e le botte prese l?anno scorso a Genova, hanno aguzzato l?ingegno a molti attivisti. Se quelli della campagna ?Rendezvous in Kananaskis? si limitano a pubblicare su Internet carte geografiche con i sentieri montuosi per raggiungere il Summit e informazioni sulle prigioni della zona, sui portali takethecapital.net e Tao attivisti (molto poco pacifisti) organizzano una battaglia nei boschi stile Guerre Stellari con i no global nei panni degli orsetti Ewoks. Più costruttiva la proposta di sindacati, studenti e ambientalisti canadesi capitanati dall?Alberta Council for Global Cooperation: hanno deciso di allestire un grande Campeggio ? Villaggio della solidarietà in cui ospitare circa 20 mila attivisti e organizzare workshop sulla costruzione di un mondo migliore. Il terreno per farlo? A un?ottantina di chilometri dal villaggio del G8, affittato da una tribù di nativi del Canada che però, preoccupati per i possibili scontri fra new global e forze dell?ordine, per il momento non hanno ancora firmato il contratto. Ferree le regole ambientaliste per i suoi ospiti: chiunque percorrerà i 100 chilometri che separano Calgary (aeroporto più vicino) da Kananakis senza riempire di passeggeri la macchina, pagherà un?ecotassa di 5 dollari. Ad autotassarsi, di 1 dollaro da destinare alle piccole non profit canadesi per ogni dollaro speso dalle grandi in campagne anti G8, hanno pensato invece gli attivisti del G8Roadshow. Anti globalizzatori incurabili? Attivisti spacca tutto che farebbero meglio a seguire l?invito di intellettuali e volontari moderati che nei giorni del G8 vorrebbero incontrarsi ad Ottawa per una manifestazione pacifica? L?unica cosa certa è che, complice una grossolana gaffes del governo, attivisti e black block negli ultimi mesi hanno recuperato molte informazioni ?top secret? sulla sicurezza al Summit. Come? Scaricandole tranquillamente da un sito federale costruito per assegnare 1700 contratti a possibili fornitori del prossimo G8. Per stamparsi una piantina del Delta Lodge, dove alloggeranno gli 8 capi di stato, bastava collegarsi al sito e dare il proprio numero di carta di credito. Due settimane fa il sito è stato chiuso, ma è bastata una gaffe per ricordare alla Royal Canadian Mounted Police che, almeno su Internet, i new global non si fanno incastrare. Su Vita magazine in edicola interviste a Mantica e Michelini sulle proposte che l’Italia porterà al G8 e gli interventi delle Ong Input sul G8:

  • Il sito ufficiale del G8;
  • Controinformazione sul prossimo Summit e sulle mobilitazioni. Garantisce Indymedia che a Genova ha dato lezioni di giornalismo a tutti;
  • Tutto quello che c?è da sapere sulla costruzione del villaggio della Solidarietà;
  • Il portale della mobilitazione “Rendezvous in Kananakis”: ci trovate mappe con tutti i sentieri montuosi per raggiungere il Summit e anche una descrizione dell?Ursus Mark VI suit.
  • Il portale creato da Naomi Klein con liste di discussione sul summit;
  • La lotta alla globalizzazione non partecipata vista da attivisti che hanno visto troppe volte Guerre Stellari e non propongono soluzioni per costruire un modello di sviluppo diverso.

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