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Armi: Italia parteciperà al programma per l’aereo d’attacco JSF

Firmato oggi un Memorandum al Pentagono per la costruzione dell'aereo d'attacco Joint Strike Fighter

di Redazione

La partecipazione italiana al programma ‘Joint Strike Fighter’ e’ stata oggi definita, a Washington, con la firma di un ‘memorandum of understanding’ tra Stati Uniti e Italia. In una cerimonia al Pentagono, il documento e’ stato firmato dal segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, ammiraglio GiamPaolo Di Paola, e dal sottosegretario per le acquisizioni, la tecnologia e la logica del Dipartimento della Difesa, E.C. Aldridge. L’Italia va cosi’ ad allungare l’elenco dei Paesi che hanno gia’ aderito al progetto ‘JSF’: Gran Bretagna, Canada, Olanda, Norvegia e Danimarca. Altri potranno presto aggiungersi. L’investimento globale della fase di ricerca e sviluppo dello ‘JSF’, di qui al 2012 circa, e’ stimato a 25 miliardi di dollari. La partecipazione dell’Italia si situa sul secondo dei tre gradini previsti: uno intorno al 10%, cui partecipa la Gran Bretagna; uno intorno al 4-5%, cui partecipano l’Italia (per un miliardo di dollari) e l’Olanda; e uno intorno all’1%, cui partecipano gli altri Paesi. A tutt’oggi, gia’ 25 aziende italiane -ha detto l’ammiraglio Di Palma, incontrando giornalisti italiani prima della firma- hanno concluso accordi con i ‘main contractors’ del progetto, che sono la Lockheed Martin per l’hardware e il software e la Pratt & Whitney e la General Electric per la motoristica. L’ammiraglio ha puntualizzato: ”Non e’ interessata solo l’Alenia, ma tutta una gamma di aziende grosse, medie e piccole”. In questo caso, non c’e’ automatismo tra partecipazione al progetto e entita’ delle commesse: ”Tutto si basa sulla capacita’ concorrenziale”, per tenere bassi i costi. Il ‘JSF’, un velivolo d’attacco di nuova generazione, dovrebbe acquisire una capacita’ operativa iniziale (Ioc) a partire dal 2013 e una capacita’ operativa piena (Foc) dal 2015 circa. L’aereo sara’ prodotto in diverse versioni (basato a terra, basato su portaerei, per decollo e atterraggio verticali ‘stile Harrier’), cosi’ da potere servire tutte le componenti delle forze armate. Gli Stati Uniti prevedono finora di utilizzarne circa 3.000 esemplari, una cifra nettamente superiore alle prospettive di produzione di qualsiasi altro progetto aeronautico militare. A titolo di confronto, lo ‘Eurofighter’, che l’Italia comincera’ ad acquisire dal 2005 (Ioc) e che avra’ pienamente a disposizione nel 2008 (Foc), come aereo difensivo, ha una prospettiva di produzione complessiva di circa 600 unita’. Di Palma ha spiegato che i progetti ‘Eurofighter’, di cui l’Italia attende 121 unita’, e ‘JSF’ sono complementari: uno deve soddisfare le esigenze di difesa aerea, l’altro quelle d’attacco. A conti fatti, nel giro di una quindicina d’anni, l’Italia rinnovera’ e armonizzera’ tutto il proprio apparato aereo militare. Caratteristiche tecniche operative e dotazioni tecnologiche, economie di scala e criteri di produzione basati sull’efficacia e la competitivita’ e sul controllo dei costi sono caratteristiche che, a giudizio dell’ammiraglio Di Palma, rendono il progetto ‘JSF’ estremamente interessante. Anche un ridimensionamento delle commesse da parte degli Stati Uniti, di cui si discute in Congresso, ma che non e’ stata ancora decisa, non dovrebbe compromettere l’interesse del progetto. Le intenzioni di acquisto dell’Italia non sono state ancora precisate, ma dovrebbero essere dell’ordine di un centinaio.

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