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Croce Rossa Italiana, dal 1° luglio a rischio le attività

I 120.000 volontari si appellano al Governo: "attendiamo da un anno e mezzo l'approvazione del nuovo statuto''

di Redazione

La Croce Rossa Italiana rischia dal primo luglio il blocco istituzionale. Per evitare che l’associazione fermi le sue attivita’, i 120.000 volontari si appellano al Governo ”affinche’ non lasci che l’inutile decorso del termine indicato comporti l’inevitabile paralisi istituzionale della CRI e la conseguente frustrazione delle migliaia di aderenti che attendono da un anno e mezzo l’approvazione del nuovo statuto”. Questa e’ la richiesta che i Consigli Nazionali delle componenti volontaristiche della Croce Rossa hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Vertici dei ministeri vigilanti l’Associazione e al Ministero della Funzione Pubblica. L’Appello, inviato per conoscenza anche al Presidente della Repubblica, alto Patrono della CRI, sintetizza tutte le tappe che hanno portato, il primo giugno scorso, al nuovo statuto, ”elaborato in sede governativa, approvato dall’Assemblea generale e non ancora attuato”. Il 30 giugno scade la proroga di tutti gli organi della Croce Rossa Italiana, e pertanto -si legge in una nota del documento- ”la conseguenza piu’ probabile, quanto inauspicata, potrebbe essere il commisariamento dell’Ente. L’auspicio e’ che il prossimo Consiglio dei Ministri possa deliberare in modo da evitare il blocco istituzionale, altrimenti inevitabile dal primo di luglio. Se lo statuto non sara’ approvato -conclude il documento- l’Associazione non potra’ che rivolgersi, suo malgrado, all’opinione pubblica”.

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