Politica

Più voce alla società civile: ecco come si sta riorganizzando il PD

Matteo Renzi ha impresso un'accelerazione alla riorganizzazione del partito. Quaranta persone, venti donne e venti uomini, per quaranta dipartimenti - tra i quali cooperazione internazionale e lotta allo spreco alimentare - che dovranno ridisegnare la struttura dell'esecutivo, dettando l'agenda delle priorità e istituendo un filo diretto con la società civile. All'appello, però, manca una voce: non è stato previsto nessun Dipartimento Terzo settore. Un clamoroso autogol?

di Marco Dotti

Matteo Renzi ha impresso un'accelerazione alla riorganizzazione del partito. Il primo a prendere sul serio il suo nuovo slogan, "Avanti", titolo anche del suo ultimo libro edito da Feltrinelli, pare proprio il segretario del Partito Democratico. Quaranta persone, venti donne e venti uomini, per quaranta dipartimenti che dovranno ridisegnare la struttura e l'organizzazione dell'esecutivo, per affrontare al meglio – spiega una nota stampa rilasciata dalla segreteria – «le sfide dei prossimi mesi».

Ecco perché, prosegue la nota, «il Partito Democratico ha deciso di formalizzare gli incarichi alla guida dei dipartimenti che affiancheranno il segretario e la segreteria». La prima riunione dell'esecutivo si terrà mercoledì 26 e c'è grande curiosità, soprattutto per i dipartimenti che dovrebbero costituire la cinghia di trasmissione tra il sociale e l'esecutivo del partito.

Importante è l'apertura diretta a temi come la cooperazione internazionale, il welfare la lotta allo spreco alimentare, l'economia circolare, non più subordinati o inseriti in sottocategorie, ma stimati per quello che sono: vere e proprie risorse per il Paese. La sorpresa, però, è la mancanza di un dipartimento per il Terzo Settore. Ed è una "dimenticanza" pesante, visto che il raggiungimento di una compiuta Riforma del Terzo Settore era stata indicata da tutti, anche dagli avversari politici, come una delle sfide vinte dall'esecutivo-Renzi.

Da segnalare, comunque, i nomi di Anna Grassellino, ricercatrice premiata da Obama per la sua carriera accademica, che viene invece assegnata al dipartimento Italiani all’Estero e Giuseppe Antoci, presidente del parco dei Nebrodi scampato a un attentato mafioso nel 2016, che diventa responsabile del dipartimento Legalità. Sta facendo molto discutere la scelta di aprire un dipartimento Mamme affidandolo a Titti Di Salvo, deputata e che fu tra le promotrici di Se non ora quando.

Ecco i 20 dipartimenti presieduti da donne: Anna Ascani, Cultura; Simona Bonafè, economia circolare; Loredana Capone, turismo; Stefania Covello, mezzogiorno; Titti Di Salvo, mamme; Silvia Fregolent, Pari Opportunità; Maria Chiara Gadda, Lotta contro lo spreco alimentare; Anna Grassellino, Italiani all'estero; Chiara Gribaudo, Lavoro; Simona Malpezzi, Scuola; Elisa Mariano, Commercio; Emma Petitti, Pubblica Amministrazione; Stefania Pezzopane, Ricostruzione Terremoto; Pina Picierno, Fondi Europei; Giuditta Pini, feste dell'Unità; Patrizia Prestipino, Difesa Animali; Alessia Rotta, circoli; Daniela Sbrollini, Sport; Patrizia Torricelli, editoria; Sandra Zampa, minori. A questi si affiancano: Giuseppe Antoci, Legalità; Gianluca Beneamati, Energia; Matteo Biffoni, Immigrazione; Sergio Boccadutri, Innovazione; Ciro Bonajuto, Giustizia; Ernesto Carbone, Sviluppo economico; Roberto Cociancich, Cooperazione internazionale; Andrea De Maria, formazione; Giovanni Epifani, agricoltura; Andrea Ferrazzi, Urbanistica; Emanuele Fiano, Sicurezza; Federico Gelli, Sanità; Federico Ginato, Piccole Medie Imprese; Giovanni Lattanzi, Welfare; Salvatore Margiotta, Infrastrutture; Stefano Mazzetti, Ambiente; Luciano Nobili, città metropolitane; Mattia Palazzi, Rigenerazione urbana; Francesco Verducci, Università e ricerca; Walter Verini, partito aperto.

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