Famiglia

M.O. la strage di bambini

Sette morti innocenti in 24 ore

di Redazione

MO: STRAGE INNOCENTI, VOLTO PIU’ FEROCE DELLA GUERRA / ANSA ———————————————————————— Cosa aveva fatto Gal Eizenman, che a cinque anni non aveva ancora aperto gli occhi sui guasti del mondo, per saltare in aria assieme al suo carnefice palestinese sull’autobus n.32 a Gerusalemme? E che colpa aveva mai Abdelsamad Shmalack, otto anni, colpito in pieno petto nella sua misera casa di Gaza da un proiettile dell’artiglieria pesante israeliana? Siamo ormai alla strage degli innocenti, il volto piu’ feroce di una guerra che non e’ piu’ per la patria palestinese o per la sicurezza di Israele. E’ l’orrore che si alza dalle carcasse fumanti degli autobus fatti esplodere dai ‘martiri’ o ‘terroristi’ palestinesi e che si specchia negli occhi sbarrati per sempre di Avishay, cinque anni, e di Gal, cinque anni, e di Sayud, sette anni, e ancora di Abdelsamad Shamlak, otto anni. Morti, uccisi. Senza un perche’. La lunga teoria di piccole bare bianche ha sempre accompagnato le atrocità mediorientali così come la guerra in Bosnia o quella in Vietnam e via via a ritroso per decenni di conflitti e per secoli carichi d’odio. Altri tre innocenti palestinesi (una bambina di sette, un altro di sei e un terzo di cui non si conosce l’età, ma che importa?) sono morti falciati dai colpi dell’esercito israeliano nella piazza del mercato, stamane a Jenin. L’esercito si e’ scusato. ”E’ stato un errore”. E’ stato in realta’ un orrore. Ma loro, ormai? Forse hanno pagato indirettamente per l’assassinio a sangue freddo di Avishay (cinque anni), di Zvi (12) e di Neria (15) i tre fratellini israeliani, uccisi stanotte da un ‘eroe’ palestinese con un colpo di fucile alla gola, dopo aver assistito impotenti all’uccisione della madre, una donna di 40 anni nella loro casa nell’insediamento di Itamar. Gli altri due fratellini hanno trovato riparo sotto il letto. Ma ad uno, ferito, è’ stata amputata una gamba. Del piccolo Gal, cinque anni, ieri è comparsa una foto in prima pagina di un quotidiano israeliano. Aveva i ricci biondi ed un sorriso che si apriva su una bocca con qualche dentino di latte ancora ‘in piedi’. Sorrideva, ovviamente, come tutti i bambini, in tutto il mondo, in tutte le foto. Di Sujud Turki, invece, ancora non ci sono fotografie. Si sa solo che stava accompagnando la madre al mercato nella piazza di Jenin, nell’ora in cui gli israeliani avevano temporanemanete concesso una revoca del coprifuoco. E’ morta. Colpita da un proiettile dell’esercito israeliano. Aveva sette anni.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA