Formazione

Informazione: media e diritti degli esclusi

Il direttore dell'Ansa promuove "Vita"

di Redazione

Le piccole realtà editoriali del sociale e i grandi mezzi di informazione sono due mondi destinati a non entrare mai in collegamento, oppure esiste la possibilita’ che i problemi dell’emarginazione sociale arrivino al grande pubblico anche quando non riguardano grossi fatti di cronaca? Una domanda alla quale si e’ cercato di rispondere nel convegno ‘Societa’ senza informazione. I media, i diritti e gli esclusi’ che si e’ svolto oggi presso la Camera del Lavoro di Milano. Coordinato da Sergio Segio, dell’Associazione Societa’ Informazione, il convegno e’ stato articolato in tre diverse fasi: la prima, sotto il titolo, ‘Il senso e il luogo comune: ruolo e tic dell’informazione’ (che Segio ha definito come quella della costruzione del ‘libro delle lamentanze’), ha visto gli interventi del direttore dell’Ansa, Pierluigi Magnaschi, dell’amministratore delegato delle Edizioni Ediesse, Tarcisio Tarquini, del direttore editoriale del settimanale Vita, Riccardo Bonacina, del direttore dell’Agenzia Redattore Sociale, Stefano Trasatti, di Manuela Cartosio (Il Manifesto), di Giovanni Bianconi (Il Corriere della Sera), di Fabrizio Ravelli (La Repubblica) e del segretario generale della camera del Lavoro di Milano, Antonio Panzeri. Uno dei temi approfonditi nel dibattito e’ stato quello sollevato da Sergio Segio: ”Ci sono responsabilita’ della ‘regina dell’informazione’ (l’agenzia, ndr.) nel mancato riscontro sui grandi giornali di notizie sul mondo dell’emarginazione?”. Magnaschi ha replicato sottolineando invece l’attenzione dell’Ansa per il sociale, e ricordando pero’ che delle circa 1.500 notizie prodotte ogni giorno, solo il 10% viene scelto dai quotidiani, i quali sono quindi i veri responsabili di questa esclusione. ”Ma – ha proseguito – non sarei poi cosi’ pessimista: l’attenzione dell’opinione pubblica per i problemi dell’emarginazione e’ in continuo aumento e dieci anni fa un giornale come ‘Vita’, che è un media specializzato ma anche un buon settimanale, non avrebbe potuto esistere”. Riccardo Bonacina, ha sottolineato quali sono i cardini dell’esperienza di Vita: l’indipendenza e un assetto proprietario unico e originale, Vita è una public company del Terzo settore italiano; il legame con i corpi intermedi della società che sono riuniti in un organo denominato “Comitato editoriale” che affianca la direzione del giornale; infine, la scelta di fare un giornale indirizzato a tutti pur nella particolarità del suo taglio giornalistico. I lavori sono poi proseguiti con due tavole rotonde tra esponenti del giornalismo, su ‘Il giornale che non c’e” e su ‘Le notizie del sociale, le voci della strada, il silenzio del carcere’.


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