Welfare

Il “dopo” della sanità. Un numero speciale di Communitas

Un Quaderno scaricabile gratuitamente dal sito di Vita.it. Ospita gli interventi di due grandi esperti, Benedetto Saraceno ed Angelo Righetti. Perché come scrive Aldo Bonomi nell’editoriale, la sfida «oltre al vaccino sarà quella di produrre anticorpi sociali che si mettono in mezzo producendo inclusione»

di Giuseppe Frangi

Quale sarà il “dopo” della sanità uscita dal cataclisma di Covid 19? È il tema di un Quaderno speciale di “Communitas”, la rivista fondata da Aldo Bonomi ed edita da Vita, in uscita oggi e scaricabile su Vita.it. Un tema cruciale che viene affrontato da un grande esperto di politiche sanitarie come Benedetto Saraceno e da Angelo Righetti, psichiatra oggi in prima linea sul “dopo” con il progetto Budget di Salute della Regione Campania.

«La impreparazione e le tardive e frammentate risposte fornite in occasione della pandemia del coronavirus sono state e continuano ad essere evidenti in ogni paese del mondo», scrive Benedetto Saraceno, che è Segretario generale del Lisbon Institute of Global Mental Health, Lisbona, ed è stato direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’Oms. Si esce da una situazione che costringe a riflettere in particolare «sul deficit di empowerment dei cittadini utenti del sistema sanitario e dunque riflettere sulla urgenza di una salute promossa e erogata nelle ma anche dalle comunità». È un deficit che inaspettatamente ha reso molto più fragili i sistemi sanitari che si pensavano più forti, cioè quelli dei paesi del Nord del mondo. Un sistema che è prigioniero della cultura di emergenza che anche oggi dà l’illusione che «sia sufficiente fare scorte per la prossima epidemia (letti, mascherine, respiratori, liquido idroalcolico): uscire dalla dimensione dell’emergenza vuol dire capire che il virus è un fenomeno sistemico e non eccezionale».

Per questo la scommessa del “dopo” va innanzitutto nella direzione «di garantire almeno la buona qualità di un sistema di Medicina di Base così come inteso dalla Organizzazione Mondiale della Salute». La promozione della salute va di pari passo con il coinvolgimento delle comunità.

È questa la filosofia che sottostà al Budget di Salute di cui parla Angelo Righetti nel secondo intervento di questo Quaderno di Communitas che riprende un suo intervento nel libro “Ricucire le Campanelle”. Righetti è medico psichiatra che fu tra i principali collaboratori di Basaglia eoggi direttore scientifico del Progetto Progetti Formativi Personalizzati. Il Budget di Salute, scrive, «è un grande progetto di restituzione della cittadinanza agli anziani, ai disabili sociali, ai poveri. I nonni non devono diventare un asset economico del mercato della morte, ma del welfare famigliare e generativo di comunità nell'abitare». Ad esempio nella fase del “dopo” Covid-19, l’auspicio è che «le risorse riparative che arrivano vadano redistribuite partendo da un progressivo cambiamento del modello assistenziale». Un modello che faccia leva sul capitale sociale delle comunità.

Nell’editoriale introduttivo Aldo Bonomi spiega le ragioni di una ripresa del progetto “Communitas”, come luogo in cui di riflessione e di necessaria messa a punto di una nuova “cassetta degli attrezzi” per chi agisce nel sociale. «Ripartire con un percorso come quello di “Communitas” sarebbe un grande aiuto a capire e ad affrontare il “non ancora”. Inoltrandosi nello spaesamento del non riconoscersi più in ciò che ci era abituale ricostruendo insieme le comunità che viene»

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