Non profit

Da Bari a Pristina

Dalla Puglia,dal raduno dei sostenitori, partirà il progetto di un ufficio per i diritti umani in Kosovo

di Gabriella Meroni

Il primo corpo civile di pace italiano, formato interamente da volontari, nascerà tra pochi giorni a Bari e partirà entro l?estate per Pristina. Una novità assoluta per il nostro Paese, e un grande risultato ottenuto dalla mobilitazione ?Io vado a Pristina e a Belgrado?. Un gruppo pilota di dieci persone, scelte in base a requisiti di competenza ed esperienza in azioni analoghe tra coloro che avevano aderito alla mobilitazione, partiranno entro giugno per impiantare un ufficio dedicato ai diritti umani nella capitale del Kosovo; altri gruppi li seguiranno poi, da settembre in avanti, dopo aver seguito uno speciale corso di formazione. Sarà questo il vero Corpo di pace che andrà a svolgere un?azione di riconciliazione e tutela dei diritti umani nel Kosovo, che la guerra sia definitivamente finita – come tutti speriamo – oppure no. Il progetto (il cui testo, presentato al ministero degli Esteri, pubblichiamo qui sopra) si è sviluppato la settimana scorsa, dopo il rifiuto delle autorità di Belgrado di concedere il visto collettivo alle migliaia di persone pronte a partire. Lunedì scorso è stato sottoposto al sottosegretario agli Esteri, senatrice Patrizia Toia. E lunedì prossimo, 14 giugno, sarà presentato ufficialmente – e discusso – a Bari, in occasione del raduno nazionale dei sostenitori della campagna. Dove verranno anche comunicate le date dei campi di formazione per gli aspiranti componenti del Corpo di pace. Una novità per l?Italia Una autentica ?ambasciata?composta solo da volontari sta quindi per sorgere a Pristina. Un evento davvero senza precedenti, soprattutto se si considera che verrà realizzato di concerto e con il patrocinio del ministero degli Esteri, quindi con il massimo riconoscimento possibile. «Una grande novità per l?Italia» commenta il professor Antonio Papisca, docente di Relazioni internazionali all?università di Padova,direttore del Centro studi per i diritti dell?uomo e dei popoli,e firmatario del nostro appello.«Finora infatti avevamo assistito a esperienze quali l?ambasciata di pace del professor L?Abate, che però non aveva riconoscimento governativo, oppure alla diplomazia popolare promossa da Comuni e Regioni sotto l?egida del Consiglio d?Europa. Che il governo si impegni in prima linea inviando persone comuni, espressione della società civile, in zone di guerra o appena uscite dalla guerra è un segnale importante. Anzi, è la prima realizzazione concreta di una recentissima risoluzione Onu, la 53/144, in cui si sottolinea con chiarezza il ruolo fondamentale che individui e gruppi possono svolgere per la promozione e la tutela dei diritti umani nel mondo». Vediamola dunque questa risoluzione, che porta la data dell?8 marzo 1999, almeno nei suoi articoli più significativi. «Ogni persona ha il diritto, individualmente o in associazione con altri, di partecipare ad attività pacifiche contro le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali», recita l?articolo 12, e il 13 precisa: «Ogni persona ha il diritto, individualmente o in associazione con altri, di sollecitare, ricevere e utilizzare risorse all?espresso scopo di promuovere e tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali con mezzi pacifici». Proprio come accadrà al gruppo di volontari che partirà per Pristina. Aggiunge il professor Papisca: «L?iniziativa che scaturisce da ?Io vado a Pristina e a Belgrado? realizza il diritto internazionale. I volontari che costituiranno il Corpo di pace avranno cioè una sorta di salvacondotto dovuto ai difensori dei diritti umani e garantito proprio dall?Onu, al di là e al di sopra delle frontiere. La vostra è un?azione non soltanto meritoria, ma assolutamente legittima e legittimata». Un ruolo di ?difensori? che la risoluzione chiarisce esplicitamente all?articolo 18, quando afferma che «gli individui, i gruppi, le istituzioni e le organizzazioni non governative hanno un ruolo importante nella salvaguardia della democrazia, nella promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e nell?avanzamento delle società, delle istituzioni e dei processi democratici. (…) hanno inoltre un ruolo importante e una responsabilità precisa nella promozione del diritto di ciascuna persona a un ordine sociale e internazionale in cui i diritti e le libertà stabilite dalla Dichiarazione universale dei diritti umani possano realizzarsi pienamente». Al posto giusto al momento giusto I frutti dell?impegno dei quasi due mesi scorsi e delle adesioni di molte persone, cominceranno quindi a maturare questa estate. Ma c?è già chi saluta l?apertura dell?ufficio umanitario di Pristina come un intervento atteso dalla popolazione. «La vostra idea di una mobilitazione personale per la pace mi è piaciuta dall?inizio, anche perché riguardava la mia patria» ci dice Aleksander, 25 anni, studente, nato a Pristina e da otto anni in Italia. Per lui la guerra ha significato numerosi viaggi a Kukes, alla frontiera albanese, ad attendere familiari e parenti che cercavano scampo alle persecuzioni. Aleksander è riuscito a vederli, sa che sono salvi, ospiti in case albanesi, ed è ritornato in Italia. Lasciamo che sia anche lui a giudicare ?Io vado a Pristina e a Belgrado?: «Purtroppo sono ancora poche le persone dell?Occidente ricco che sono disposte a scendere in campo e a perdere tempo ed energie per affermare l?esigenza di pace che è comune a ogni uomo. Molti di voi l?hanno fatto, e sono felice che qualcuno riuscirà ad andare nella mia città, ormai così vuota e desolata. A chi partirà dico: siate orgogliosi del vostro lavoro, sarete al posto giusto nel momento giusto». Appuntamento sul Lungomare Appuntamento dunque a Bari il 14 giugno. Ma quale sarà il programma del pomeriggio? Il ritrovo è fissato per le 15.30 sul Lungomare Crollalanza, e più precisamente sulla rotonda a mare di fronte a piazza Diaz. Un luogo molto noto ai baresi, sede abituale di manifestazioni di piazza, che si può raggiungere facilmente dalla stazione ferroviaria (sono circa 10 minuti a piedi), e comunque chiedendo indicazioni alle persone per strada. Ai lati della rotonda c?è anche posto per parcheggiare i pullman senza intralciare il traffico del Lungomare. Il pomeriggio è stato pensato come un momento di formazione per i sostenitori, e di annuncio e discussione del progetto dell?ufficio umanitario a Pristina. Sono previsti degli interventi di sostenitori ?illustri? seguiti da una discussione aperta a tutti gli intervenuti. Hanno già dato conferma della loro presenza (con una comunicazione) don Oreste Benzi (fondatore Associazione Papa Giovanni XXIII), Nuccio Iovene (segretario Forum del Terzo settore), don Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace), Alberto L?Abate (Caschi BIanchi), Michele Boato (presidente Federconsumatori), Maurizio Carrara (presidente Cesvi), Vinicio Russo (Ctm Movimondo). Sono stati invitati anche: Luigi Bobba (presidente Acli), Edo Patriarca (presidente Agesci), Giorgio Vittadini (presidente Compagnia delle Opere).


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