Salute

Verso la Fase 2, serve un modello unico di home care cure

Le associazioni dei pazienti con malattie croniche e rare scrivono a Conte e a Speranza: ridisegnare il sistema sanitario nazionale senza indugio facendo ricorso alla telemedicina, quale modello nazionale di assistenza domiciliare territoriale efficace e con risultati positivi sia sull’assistenza al paziente sia nei risparmi delle risorse

di Redazione

Le associazioni Aido, Aisc, Aism, Alama Aps, Amici del Cuore Bassano del Grappa, Amip, Anacc onlus, Apmarr Aps, Associazione Italiana Amici del Cuore di Salerno, Associazione Italiana Pazienti Bpco Onlus, Conacuore Odv, Diabete Forum, Diabete Italia, Fand, Uniamo F.I.M.R onlus in rappresentanza di tutti i pazienti interessati alla donazione di organi, tessuti e cellule, affetti da scompenso cardiaco, da sclerosi multipla, da malattie allergiche e respiratorie, da malattie cardiovascolari, da ipertensione polmonare, da angioma cavernoso cerebrale, da malattie reumatologiche e rare, da Bcpo, da diabete, da malattie rare (una popolazione di oltre 10 milioni di persone) hanno inviato un documento al Presidente del Consiglio ed al ministro della Salute prendendo spunto dalla situazione di emergenza che sta vivendo il Paese e dai drammatici dati sulla mortalità, in particolare di persone fragili, gran parte delle quali affette dalle patologie rappresentate.

Le associazioni, si legge in una nota congiunta, chiedono che si valuti l’urgenza di armonizzare le varie esperienze di telemedicina che già esistono a livello di singole realtà e si proceda con un modello unico di home care cure, in special modo per patologie croniche e rare a stadi avanzati e gravi, utilizzando la telemedicina quale supporto per far rimanere il paziente a casa con la dovuta e necessaria assistenza, con impatto positivo anche economico sul Ssn.
Il provvedimento deve rappresentare il modello di sanità del futuro e sarà indispensabile nella Fase 2.

La richiesta, si sottolinea, trova supporto e sostegno nelle linee guida del ministero della Salute elaborate da un apposito tavolo tecnico istituito presso il Consiglio Superiore di Sanità condivise con le regioni e le province autonome già nel febbraio 2014, nonché nel documento elaborato lo scorso aprile dall’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto Iss Covid.19 N. 12/2020 del 13 aprile) e dalle numerose delibere adottate nelle singole regioni.

Le Associazioni – conclude la nota – sono pronte a fare la loro parte assicurando il contributo dei pazienti quali utilizzatori informati per collaborare con medici e strutture ospedaliere con i sistemi della telemedicina.

In apertura foto da Unsplash

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