Famiglia

Famiglia allargata a tutte le genti

La Casa famiglia "Pavoni" della parrocchia di San Barnaba è diventata un importante punto di riferimento per bambini in difficoltà e le loro famiglie

di Massimo Angeli

Due occhi enormi scrutano la dottoressa intenta nel suo lavoro. Sono quelli di Mike, un gracile bambino di tre anni, madre italiana e padre egiziano. La dottoressa che lo sta visitando è forse il primo medico che Mike abbia mai visto: prima di arrivare alla parrocchia di San Barnaba non aveva fatto neanche le vaccinazioni obbligatorie. Mike è uno dei trentacinque bambini assistiti dall?associazione casa famiglia ?Lodovico Pavoni?, istituita dalla parrocchia di Torpignattara, alla periferia orientale di Roma, per aiutare le famiglie disagiate del quartiere.
Affidamento part-time nelle ore non coperte dalla scuola pubblica, sostegno scolastico, laboratori espressivi e aggregazione multiculturale, non sono che alcuni dei servizi offerti dalla struttura voluta da padre Claudio Santoro e da un manipolo di volontari per perpetuare l?opera svolta dal fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani). «L?idea che ci ha fatto muovere» spiega padre Claudio, «è stata quella di intervenire per dare una speranza concreta a tanti ragazzi che altrimenti sarebbero destinati all?emarginazione. Il quartiere è estremamente difficile e troppi ne erano passati anche per i locali di questa parrocchia, che poi sono finiti in brutti giri».
Dal 1993 al ?97, padre Claudio e i suoi si dividono tra l?oratorio e le strade del quartiere. Vanno a cercare i ragazzi nei posti che loro frequentano, vicino ai ?muretti? e nelle bische della zona. Uomo semplice e determinato, padre Claudio è diventato per tutti il ?prete dei randagi?, di quei ragazzi senza riferimenti e che già trascinano le loro tristi esistenze. È dell?ottobre scorso l?inaugurazione della casa famiglia. «Dopo tanta esperienza nell?oratorio mi sono convinto che per combattere la devianza giovanile bisognava intervenire molto presto» spiega padre Claudio. «A nove o dieci anni, può essere già tardi per recuperare un bambino difficile».
I bambini, tutti in età scolate e prescolare, arrivano al centro su un vecchio pulmino, donazione dall?Esercito. Qui vengono rifocillati, visitati e poi trovano i volontari con cui giovare, e tanto amore. «All?inizio mi ha mosso la gioia di fare finalmente qualcosa di buono» racconta Sandra, volontaria di 35 anni. «Poi, il sorriso di questi bambini e le loro storie ti prendono. E allora ti accorgi che sei tu ad aver bisogno di loro e che ti mancano se per qualche giorno non li vedi». Come Sandra, questi bambini hanno catturato l?affetto di tanti volontari, maestri per i compiti, esperti di ceramica, teatro, musica e canto per i laboratori, medici e psicologi. Sono in quarantacinque ad alternarsi per la loro cura, senza distinzione d?età o di ceto: casalinghe con famiglie a carico, studenti universitari e tanti nonni e nonne. L?associazione vive esclusivamente del loro aiuto e di quanti fanno arrivare indumenti e medicine, giocattoli e denaro per i libri o per le prossime vacanze estive che per molti piccoli saranno le prime in assoluto.
Anche i genitori dei bambini sono seguiti con particolare attenzione. «Un intervento efficace non può prescindere da un aiuto globale alla famiglia», chiarisce padre Claudio. «Se non tentiamo di sanare i problemi a volte gravissimi, che vivono in casa, rischiamo il fallimento». Per questo motivo è stato attivato un centro di ascolto che supporta le famiglie in tutti i loro bisogni: sociali, medici, legali.
Dopo la prima fase di rodaggio, l?associazione casa famiglia ?Lodovico Pavoni? è divenuta il punto di riferimento per molti: anziani e portatori di handicap, senza tetto e tossicodipendenti che, nella penuria di valide risposte istituzionali, sanno di poter ricevere gesti di solidarietà concreta.

Culture diverse, per crescere insieme

Egiziani e nigeriani, peruviani e brasiliani, cinesi ed ecuadoregni, ucraini e serbi, nomadi e italiani: la casa famiglia ?Lodovico Pavoni? è un vero e proprio laboratorio multirazziale. Pelle bianca o nera, occhi a mandorla o di taglio occidentale, la cosa non interessa più di tanto a bambini che giocano insieme, che saltano e corrono appresso a un pallone, che improvvisano uno spettacolo teatrale. «Non abbiamo né una ricetta né approcci particolare», spiega Clara Violoni, fondatrice e motore dell?associazione. «Educhiamo i bambini a rispettarsi e niente altro. Vedono che noi non facciamo distinzioni e così neanche loro ne fanno. Stare insieme per loro è la cosa più naturale di questo mondo». In uno spicchio di periferia romana in cui la presenza degli stranieri è in forte crescita (il 20 per cento dei 27mila abitanti della parrocchia di San Barnaba sono extracomunitari), i bambini dell?associazione rappresentano la speranza di un mondo diverso, senza distinzioni né discriminazioni. L?educazione all?intercultura avviene nella maniera più semplice e naturale, giocando e facendo delle attività insieme. Anche le feste e i momenti particolari dell?anno, Natale e Carnevale, altro non sono che la possibilità di conoscere tradizioni e culture di un mondo che, qui a Torpignattara, sembra ogni giorno un po? più piccolo. «Giocando si diventa grandi» conclude Clara, «ma è imparando a conoscere l?altro e a rispettarlo che si diventa uomini».

Nome:Associazione casa famiglia”LODOVICO PAVONI”
Indirizzo:via Bufalini, 46 – 00176 – Roma
mar@like.it
Telefono:062417535
presidente:Maurizio Violoni
Scopo:Accoglienza di minori in difficoltà e sostegno alle loro famiglie
Anno di nascita:1993

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