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Italia condannata per la sicurezza

Ennesima condanna della Corte di giustizia europea per l'Italia.

di Redazione

Ennesima condanna della Corte di giustizia europea per l?Italia.
Lo Stato italiano è stato condannato per il mancato adempimento della direttiva 82/501/CEE: la prevenzione degli incidenti negli impianti industriali ad alto rischio. La sicurezza sociale è un tema molto caro al legislatore europeo che da vent?anni cerca di armonizzare e adeguare le normative in vigore in ogni singolo stato membro con l?emanazione di direttive ad hoc. L?Italia che, in Europa, da anni conserva il triste primato degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, pur avendo adottato il decreto legislativo 626 che percepisce una serie di direttive europee in fatto di protezione dei lavoratori e degli ambienti di lavoro continua a mantenere il suo primato. Nella sentenza la Corte europea imputa allo Stato italiano una non più tollerabile lentezza nell?attività di vigilanza, controllo e prevenzione. La Commissione ha accertato gravi inadempienze che riguardano in particolare una sorta di censimento delle attività ad alto rischio, i piani di emergenza da adottare in caso di incidenti, le ispezioni e i controlli da effettuare per vedere se i fabbricanti obbligati dalla direttiva europea avessero adempiuto ai propri obblighi. L?Italia si è difesa sostenendo di aver parzialmente provveduto all?individuazione degli impianti a rischio e, soprattutto, di avere creato l?Agenzia per la protezione dell?ambiente delegandole i compiti specifici previsti dalla direttiva. La commissione ha risposto che comunque la direttiva in oggetto non era stata correttamente applicata dato che lo Stato membro non si libera dai propri obblighi delegando ad altre autorità i compiti che devono essere assolti da lui direttamente. Accogliendo le osservazioni della Commissione la Corte ha condannato l?Italia.

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