Mondo

M.O. a Gerusalemme panico tra i genitori

La paura ha sconvolto stamane a Gerusalemme migliaia di genitori nell' apprendere dai primi 'flash' della radio e della televisione dell'attentato suicida a un autobus urbano

di Redazione

Un’ondata gelida di paura ha sconvolto stamane a Gerusalemme migliaia di genitori nell’ apprendere dai primi ‘flash’ della radio e della televisione dell’attentato suicida a un autobus urbano: forse era quello sul quale viaggivano i figli per andare a scuola. Lo successive notizie, nel precisare l’area dell’attentato, se poi rassicuravano chi non abitava nella zona accrescevano invece l’ angoscia di tanti altri. Dell’ autobus della linea 32A, partito dal rione di Ghilo, costruito nella periferia est occupata di Gerusalemme, con destinazione il centro della citta’, non resta che lo scheletro contorto e annerito dalle fiamme. L’esplosione e’ avvenuta in un ampio vialone a otto corsie, che tra Ghilo e il vicino quartiere Patt attraversa un’ area scoperta che permette lo sguardo sulle circostanti colline. E’ in questo tratto che il terrorista si e’ fatto esplodere. Il kamikaze ha colpito, in apparenza volutamente, un autobus che a quell’ ora, erano le otto circa del mattino (sette in Italia) era pieno di ragazzi e ragazze che andavano a scuola. Tra loro molti studenti dell’Istituto tecnico religioso ‘Ort Sfanian’, distante appena duecento metri dal punto dell’ esplosione. ”Mi accingevo a salire sull’ autobus e avevo appena messo una gamba sul predellino – racconta Suzanna Abdel Rahman, che studia per diventare maestra – quando c’e’ stato uno scoppio e sono stata scaraventata fuori”. Rami Cohen, in quel momento, era alla guida della sua automobile, dietro l’ autobus: ”Improvvisamente c’e’ stato un enorme boato. Ho fermato l’ automobile e sono corso verso l’ autobus. Ho visto scendere una bambina di 12 anni ricoperta di sangue e l’ho aiutata a salire sulla prima ambulanza”. Molti passeggeri dell’ autobus, ha detto, erano in giovane eta’. Altri testimoni hanno riferito di aver visto frammenti umani anche a metri di distanza dal punto dell’attentato Al termine delle operazioni di sgombero dei feriti, davanti alla carcassa dell’ autobus, a poca distanza, un gruppo eccitato di abitanti del rione hanno dato sfogo alla loro rabbia davanti ai numerosi giornalisti accorsi sul posto. ”Gia’ da ieri si parlava di un imminente attentato e questo, infatti, c’e’ stato. Cosi’ non si puo’ andare avanti” urla un uomo, esasperato, mentre una donna grida la sua ira, ed esige punizioni esemplari anche contro le famiglie e i figli di terroristi suicidi. Nell’ Istituto tecnico Ort non c’e’ stato bisogno di accendere la radio per sapere dell’ attentato: lo ha annunciato il boato che ha fatto tremare i vetri della scuola. Gli insegnanti hanno cercato di calmare gli studenti angosciati, anche perche’ alcune delle 18 vittime erano iscritte alla scuola. Le lezioni comunque non sono state sospese. Negli ospedali cittadini intanto affluivano ansiosi e spaventati moltissimi genitori in cerca di informazioni sui propri figli. Ai piu’ sfortunati e’ toccato andare all’ obitorio per il riconoscimento delle salme.


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