Welfare
Cerchi lavoro nel non profit? Ecco le 25 figure più richieste
Nel servizio di copertina del numero del magazine di giugno un’inchiesta spiega le ragioni della tenuta dei tassi occupazionali del Terzo settore anche durante la crisi. Con un’intervista al ministro Poletti e dieci pagine di approfondimento sulle professioni più appetibili della care economy
di Redazione
Fra i comparti del made in Italy che hanno meno sofferto i patemi della crisi più lunga della storia industriale del nostro Paese, insieme forse solo al food, al lusso, alla moda e all’energia c’è il Terzo settore: un pezzo di economia che ormai vale oltre un milione di addetti. L’inchiesta che dà il titolo al numero di Vita magazine di giugno in distribuzione dal fine settimana indaga sulle ragioni di questa tenuta occupazionale.
Il book si apre con un’intervista ad ampio raggio con il ministro del lavoro Giuliano Poletti («la crescita di forme integrative di welfare, legata alle dinamiche demografiche e sociali produrrà sicuramente nuova occupazione») e con gli interventi di Andrea Tagliapietra (che ragiona sul termine “Esperienza”, Alberto Abruzzese (“Vocazione”) e Richard Sennett (“Passione”).
Il secondo capitolo, dove intervengono fra gli altri il presidente di Federsolidarietà/Confcooperative Giuseppe Guerini, il direttore di Aiccon Paolo Venturi, il presidente della cooperativa Solidalia di Mirano Paolo Tosato e il guru di Slow Food Carlo Petrini e Joseph Stiglitz è dedicato alle figure più richieste nel mondo della care economy.
Abbiamo chiesto a 25 dirigenti di altrettanti grandi organizzazioni non profit di indicare quali sono le 25 professioni su cui puntare per chi fosse interessato a lavorare nel non profit: abbiamo riservato alle loro risposte dieci pagine speciale dove per ogni figura professionale (dal welfare manager all’hospital director) abbiamo indicato gli skills richiesti, le mansioni, la tipologia del contratto, il livello di remunerazione e il tasso di richiesta sul mercato).
Il terzo capitolo del book, infine, è dedicato ai modelli di formazione di successo per contrastare il mismatch fra domanda e offerta di lavoro. Con le voci di Pierfrancesco Paolicelli, consulente di OpenData per la PA; Alessandro Mele, direttore generale di Cometa; Maria Carla Furlan direttore dell’Its Turismo di Jesolo; Nicola Modugno, responsabile della scuola di formazione di Confindustria Umbria e direttore dell'Its Umbria; Paola Vacchina, presidente di Forma; Enrico Peretti, direttore generale di Cnos-Fap; Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola; Giovanni Biondi, presidente di Indire; Piero Dominici, docente di Comunicazione pubblica all’Università di Perugia; Mario Calderini, ordinario di Economia e organizzazione aziendale al Politenico di Milano; Riccardo Maiolini, cofondatore di Italia Camp; Miriam Cresta, direttore generale di Junior Achivement Italia; Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana e portavoce del Forum del Terzo settore; Silvano Petrosino, docente di Filosofia della comunicazione all’università Cattolica di Milano; Diego Montrone, presidente di Galdus; Antonio Bernasconi, direttore di Enaip Lombardia e Stefano Salina direttore di Capac Milano.
Nella foto di apertura: il calzaturificio della cooperativa Solidalia di Mirano
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