Economia

È boom per lo shopping online Gioosto

La piattaforma cooperativa in grado di coniugare la sostenibilità delle aziende con la qualità dei prodotti e dei servizi è cresciuta del 300% nelle vendite. Ma il lockdown ha portato con sè nuove realtà produttive, percorsi di autovalutazione e nuovi distretti produttivi. Ce lo raccontano i due fondatori, Leonardo Becchetti e Luca Raffaele

di Riccardo Bonacina

Vita l’aveva presentata tre mesi fa, Gioosto, una piattaforma cooperativa nata su un’intuizione di Leonardo Becchetti con tutto il team di NeXt. Una piattaforma nata per promuovere un’economia sostenibile che non è mai alternativa a quella tradizionale (semmai l’esatto contrario) e dall’altra creare una piattaforma cooperativa in grado di coniugare la sostenibilità delle aziende con la qualità dei prodotti e dei servizi rivolti alle persone. Obiettivo connettere le buone pratiche imprenditoriali incontrate nei territori in questi anni di lavoro di mappatura e analisi, in tutto 24, aggregando prodotti di diversi settori (dall’agroalimentare al tessile, dalla biocosmesi all’artigianato).

A quattro mesi dalla sua nascita, Gioosto nelle settimane di lockdown ha battuto ogni record di crescita mostrandosi più che efficiente nelle consegne e nel customer care (chi scrive può testimoniarlo in prima persona). Ne parliamo con i due fondatori, Leonardo Becchetti, professore di Economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata e Luca Raffaele, direttore di Next Nuova Economia. Raffaele a cui subito chiediamo un bilancio di questo periodo.


Luca Raffaele:

In effetti abbiamo assistito a una performance di molto superiore alle già buone performance dello shopping online che ovviamente in queste settimane ha registrato una grande crescita. Dal 1 marzo al 20 aprile 2020, rispetto al mese di febbraio (Gioosto è una startup che ha comunque 4 mesi di vita) sono stati fatti 486 ordini per un incremento del fatturato per i produttori coinvolti in piattaforma di +300% (questo dato rispetto al lancio di del sito a novembre e dicembre) e un totale di prodotti venduti di 4.743 (dal 1 marzo al 20 aprile). Il carrello medio si è attestasto a 45,84 euro. Ci sono stati 23.237 visitatori con 25.856 interazioni sulle pagine che riguardano le 24 buone pratiche coinvolte in piattaforma, aumentando la diffusione e la reputazione delle imprese (+200% rispetto sempre al lancio del sito di novembre/dicembre). Voglio anche sottolineare che in questo periodo sono stati inseriti in piattaforma 5 nuove imprese, da febbraio: Libera Terra, Cambalache, Biovà, Fattorie Solidali e una nuova produzione tessile del Consorzio Sale della Terra.

Leonardo Becchetti:

Con Luca Raffaele abbiamo deciso di far nascere Gioosto. In ottica generativa e visti i miei molti impegni su altri fronti oggi per Gioosto sono solo un volontario ed entusiasta sostenitore. Ma i “figli” sono ciò che resta della tua vita e del tuo impegno. L’entusiasmo e le energie per sostenere la crescita di un’idea che finalmente ha delle gambe per camminare non mancano mai. In questo periodo abbiamo capito che potevamo essere di aiuto ai cittadini in questo momento così difficile e che potevamo e dovevamo comunicare efficacemente in che modo questo sarebbe potuto avvenire. Con Gioosto si poteva votare con il portafoglio con un click rispettando l’imperativo #iorestoacasa e premiando le nostre migliori imprese capaci di mettere assieme qualità dei prodotti e impegno sulla sostenibilità (economia della legalità, agricoltura sociale, economia carceraria, i migliori prodotti biologici del paese). Senza dover fare file interminabili con le mascherine davanti all’entrata del supermercato potevano arrivare a casa nostra prodotti di qualità che di solito non troviamo nel supermercato sotto casa. E sostituendo nell’ordine online al nostro indirizzo quello di una persona cara o di qualcuno in difficoltà la nostra capacità di donare si faceva digitale e adatta ai tempi. È nato così il “sospeso” di Gioosto e l’impegno a sostenere con scontistica categorie più fragili. Con questa modalità sono state 50 le persone più fragili aiutate (malati, disabili, over 60 e neomamme) e oltre 100 prodotti donati a persone in povertà assoluta con Caritas Benevento.

Tutte le imprese che aderiscono, devono aderire agli indicatori di sostenibilità (economica, sociale e ambientale) e sulla piattaforma accanto al brand appare il punteggio.

Luca Raffaele:

Sì il questionario di Autovalutazione Partecipata è realizzato da NeXt (vedi esempio Altromercato). Questo permette sia di avere un livello comune e condiviso sulle parti che reputiamo più strategiche per essere sostenibili che uno strumento complessivo per valutare i punti di forza e le aree di miglioramento di ogni azienda. Sono 50 le imprese che stanno facendo finendo o iniziando un percorso di autovalutazione, che sembra semplice ma in realtà non lo è. Perché nonostante l'obiettivo sia quello di sburocratizzare il sistema di valutazione della sostenibilità delle aziende, ci "forza" a confrontarci nel merito di alcuni aspetto selezionati prioritari per qualsiasi strategia sulla sostenibilità, capendo come le diverse sensibilità sui temi vengono attuate e rese pubbliche. Alcune realtà le stiamo accompagnando semplicemente mentre con altre abbiamo avviato una formazione specifica su alcune aree per ricalibrare i propri punteggi così il questionario diventa "partecipato" perché c'è un confronto costruttivo con la rete di organizzazioni della società civile che NeXt rappresenta, che viene fatto prima di renderlo pubblico e subito dopo, mentre il collegamento con i cittadini avviene con Gioosto o iniziative con il Cash Mob Etico.

Un pezzo di tearia realizzata per Leonardo Becchetti che da anni si batteva per far capire quanto è importante il voto col portafoglio.

Leonardo Becchetti:

Personalmente sono anni che cerco di fare ricerca e persuadere sul tema del voto col portafoglio. Per convincere che gran parte dei problemi che ci circondano li possiamo risolvere da noi senza estenuarci nella snervante attesa che l’Europa, che la Banca Centrale, che il governo risolva i nostri problemi….il mercato comanda, il mercato è fatto di domanda ed offerta, il mercato siamo noi che facciamo la domanda. Se tutti votiamo col portafoglio per le imprese più brave a coniugare qualità dei prodotti, dignità del lavoro, impatto sociale e sostenibilità ambientale il mondo cambia. Gli ostacoli all’affermazione del voto col portafoglio sono, come è noto quattro, consapevolezza, informazione, coordinamento delle scelte e costo di ricerca e di prezzo dei prodotti.Per fare un passo avanti mi sono reso conto che potevamo costruire una piattaforma digitale in grado di aiutare i cittadini a superare questi ostacoli.Ancora più in generale, possiamo sperare che idee potenti, ma “astratte” ancorchè valide, si affermino solo se sappiamo “incarnarle” in una materialità. Parlare di voto col portafoglio invitando i cittadini a mangiare un bel piatto di fusilli o farfalle della nostra migliore agricoltura biologica con un sugo, ad esempio della Nuova Cucina Organizzata (uno dei protagonisti della filiera della legalità del Mezzogiorno), è molto più convincente che illustrandolo con un grafico o con una tabella. E su Gioosto si trovano storie belle per ogni prodotto proposto.

Gioosto è anche un nodo di una rete che mette in relazione produttori, territori e pensatori, economisti, per esempio quelli della Scuola di economia civile, e in quanto tale anche luogo che rende possibili sperimentazini di nuova economia

Luca Raffaele:

Certo con la Scuola di Economia Civile abbiamo avviato la sperimentazione di distretto economico virtuale che ha riunito più di 6 imprese del settore tessile. Abbiamo pensato che in questa fase in cui molte aziende sono in difficoltà sotto diversi punti di vista (organizzativa, economica/finanziaria, ecc…) l'unico modo per trovare una soluzione che sia applicabile non solo a questa fase emergenziale (ma anche per il dopo) è quella di unirsi e connettere le proprie filiere. Non è una questione meramente etica ma anche di convenienza (la sostenibilità è sempre anche convenienza ma è tangibile nel medio lungo periodo). Era un'idea che con la SEC già avevamo per realizzare qualcosa di fisico ma che questa emergenza e l'esplodere del digitale ci ha fatto focalizzare sul settore tessile. Per questo, anche dopo la sperimentazione avviata del Consorzio e alcune realtà presenti in Toscana che si sono dimostrate subito disponibili nel cooperare, abbiamo deciso di lanciare un progetto sperimentale dove attraverso una segreteria congiunta (pensa che con Elena Granata e Alessandra Smerilli abbiamo attivato anche una mail comune segreteria.mascherineinrete@gmail.com) abbiamo deciso di riunire imprese che producono materiale TNT Tessuto Non Tessuto, sarte e imprese in grado di lavorarlo e Gioosto come piattaforma di ecommerce comune e condivisa in grado di unire e connettere. Perché anche in questo caso Gioosto può essere l'anello mancante per concretizzare la volontà e il sentimento di Rete troppo spesso comunicato ma mai realizzato in modo sistemico.

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