Economia

Cooperative: Prodi, si a norme specifiche, no a privilegi

Il presidente della commissione europea Prodi, ha affrontato il tema della cooperazione alle celebrazioni per i 90 anni del Consorzio cooperative costruzioni

di Redazione

Anche in Europa le cooperative hanno un futuro perche’ esse “adempiono a delle funzioni che sono assolutamente indispensabili alla societa’ moderna, perche’ riempiono una diversita’ che e’ la caratteristica dell’Europa e si sono dimostrate in grado di essere all’altezza del cambiamento tecnologico e del mutamento delle dimensioni dei mercati; ma alle cooperative ora serve un quadro normativo adeguato alle loro caratteristiche specifiche, e questo non significa certo creare privilegi non dovuti”. Il presidente della commissione europea, Romano Prodi, ha affrontato il tema della cooperazione intervenendo nel pomeriggio alle celebrazioni per i novant’anni del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna. Prodi ha ricordato che, nella definizione di questo quadro normativo, la Commissione europea sta operando concretamente, a cominciare dallo statuto delle cooperative europee, adottato nell’ottobre del 2001. Sono stati previsti un regolamento, gia’ applicabile, e una direttiva che invece dovra’ essere recepita dalle legislazioni nazionali. Il presidente della Commissione europea ha osservato anche che le cooperative hanno gia’ una base giuridica su cui operare, ma che occorre vigilare affinche’ il legislatore tenga conto dei loro interessi specifici. Oggi le cooperative – che in Europa danno lavoro a 2 milioni e 300 mila persone e che ha associano addirittura piu’ di 83 milioni e mezzo di persone – sono l’unica forma di impresa la cui ricchezza dipende non dal capitale ma dalle donne e dagli uomini che vi lavorano. E dimostrano che e’ possibile fare utili, essere innovativi e competitivi e allo stesso tempo perseguire obiettivi sociali e ambientali di ordine piu’ generale. Dunque, per Prodi, cooperazione e dialogo devono stare al centro del modello sociale europeo perche’, in linea con quanto indicato a Lisbona, e’ necessario trasformare l’Europa nell’economia della conoscenza piu’ competitiva e dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile, con piu’ e migliore occupazione e con una maggiore coesione sociale. Al convegno che ha celebrato i novant’anni del Consorzio cooperative costruzioni erano presenti, tra gli altri, il vice presidente di Confindustria Guidalberto Guidi, il responsabile economico dei Ds Pier Luigi Bersani, il presidente di Unipol Giovanni Consorte e quello di Nomisma Antonio Iozzo, il sindaco di Bologna Guazzaloca e, seduto accanto a lui, il segretario nazionale della Quercia Piero Fassino che gia’ stamattina aveva partecipato con Prodi ad un seminaro del Mulino sulla Convenzione europea. A Guidi, che nel corso del suo intervento aveva dichiarato grande ammirazione e rispetto per il ruolo e il lavoro delle imprese cooperative pur osservando che, proprio per questo ruolo uguale a quello delle altre imprese non aveva mai capito perche’ le cooperative non dovessero pagare le tasse, Prodi ha risposto con una battuta. “E’ chiaro che nessuno – ha detto il presidente della Commissione Ue – nega che cooperative e imprenditori come quelli, per esempio, del settore edile debbano usare gli stessi sistemi, la concorrenza sullo stesso mercato, usare gli stessi sistemi di progettazione, essere bravi come gli altri altrimenti non c’e’ dualismo. Ma a Guidi dico: la differenza fra una stalla cooperativa e una stalla capitalistica, privata, non e’ nel come vivono le mucche, ma nel come vivono i contadini”. Con cio’ volendo dire che ci sono delle diversita’ che vanno rispettate e affrontate diversamente.

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