Cultura

Fisco: il Cardinal Martini benefici fiscali solo al vero non profit

il cardinale Carlo Maria Martini, porta il suo saluto ad un convegno della Fondazione Ambrosianeum, "Governance e fiscalità negli enti non profit".

di Redazione

“A proposito di benefici fiscali non si può tacere che ci si trova di fronte a un argomento sul quale è vivace la discussione. A tali benefici, infatti, vorrebbero accedere anche altre categorie di enti, di tipo “profit”, solo in ragione della natura e tipologia del servizio offerto. Si sostiene infatti da parte di questi ultimi che ciò che da luogo al beneficio fiscale sia non già il fatto di essere “non rpofit”, bensi quello di esplicare un servizio di interesse sociale e pubblico. In realtà, la motivazione “senza fine di lucro”, propria degli enti non profit, e la concreta applicazione di tale principio, insieme con una missione di interesse sociale riconosciuto, dovrebbero costituire il fulcro premiale di una legislazione in materia ed essere considerati valore costituzionalmente rilevante”. Lo ha detto il cardinale di Milano Carlo Maria Martini, portando il suo saluto ad un convegno internazionale, organizzato dalla Fondazione Ambrosianeum, dal titolo “Governance e fiscalità negli enti non profit. Quali prospettive?”. L’arcivescovo di Milano, nel suo saluto, ha tratteggiato alcune delle caratteristiche etiche che debbono avere le associazioni non profit, per preservare la loro mission di interesse sociale. Anche il discorso dei benefici fiscali si inserisce in questo contesto, secondo Martini, e cioè nella coerenza tra il “senza fini di lucro” e la mission. Il valore cardine, del non profit, è la “solidarietà nel suo senso più ampio – ha spiegato Martini – e cioè in grado di abbracciare tutta la convivenza civile. Per rendere diverso e migliore il vivere”. Ci deve essere, sottolinea il cardinale di Milano, un corretto rapporto, “all’interno di un’autentica sussidiarietà, fra la responsabilità e l’iniziativa delle istituzioni e la responsabilità e l’iniziativa delle associazioni non profit”. Per il non profit, conclude Martini, il controllo sociale vero, cioè rendere ragione di ciò, del perché e del come si fà, è “un ineludibile passaggio etico. Le spese di gestione e di organizzazione interna, debbono essere al minimo necessario. Il non profit rimane un settore di frontiera perché chiamato a risolvere problemi nuovi”.


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