Volontariato
Fao: le conclusioni di Diouf
Un grazie a Berlusconi, una bocciatura agli altri grandi e via alla corsa contro il tempo. Si è chiuso così il Vertice FAO "Five years later"
di Redazione
Per il mondo intero, nell’interesse comune di ricchi e poveri del mondo e’ cominciata oggi una ”corsa contro il tempo”. L”’obiettivo morale” e’ lo stesso di sei anni fa: sradicare la fame e la poverta’ ma anche lo scetticismo e l’egoismo di chi la ritiene una guerra persa in partenza e senza contropartite economiche. L’ammissione amara fatta dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, alla vigilia del summit – quando sentenzio’ il ”fallimento collettivo” della battaglia contro la fame – ha lasciato il posto oggi ad un rinnovata speranza di poter ancora vincere la sfida lanciata cinque anni fa sempre da Roma. Senza nascondere il disappunto per l’assenza dei leader dei grandi della terra da Roma, Diouf ha sottolineato il ”successo di partecipazione” riscontrato dal summit al quale sono stati presenti 181 paesi con 74 capi di Stato e di Governo e 248 ministri. Cosa mai accaduta prima in simili consessi internazionali. Un successo che secondo Diouf – direttore della Fao dal 1993, senegalese, musulmano con una solida preparazione in scienze agrarie ed economiche – si deve anche al ”sostegno caloroso, efficace e generoso del Governo italiano”. Parole di particolare apprezzamento Diouf le ha riservate a Berlusconi: ”non solo ha presieduto molto bene i lavori del summit ma ha anche un gran senso dello humor”, ha detto il direttore generale. ”E’ piu’ importante il modo in cui si da’, piuttosto che quanto si da”’, ha osservato ancora Diouf rammaricandosi di non aver avuto alla Fao i capi di Stato del G8 e dell’Ue. ”La loro presenza qui alla Fao avrebbe dato un messaggio psicologico importante”. In un’affollata conferenza stampa a chiusura dei lavori tenuta insieme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Diouf ha ricordato ai delegati ”l’impegno pubblico assunto davanti al mondo intero a rafforzare la volonta’ e le azioni politiche per raggiungere un comune obiettivo”. ”E’ nell’interesse di tutti, ricchi e poveri, di fare tutto il possibile, rapidamente, per costruire un mondo piu’ giusto e per eliminare la fame e le sue stigmate: la disperazione e la rassegnazione”, ha detto il direttore generale della Fao. Rispetto alle biotecnologie – che tanto spazio hanno avuto in questi giorni di discussione anche grazie al Controvertice tenuto dalle Organizzazioni non Governative – Diouf e’ stato piuttosto sbrigativo e categorico: ”le biotecnologie non rappresentano uno strumento prioritario per il raggiungimento dell’obiettivo dell’eliminazione della fame. In questo momento la priorita’ numero uno e’, semmai, l’acqua”. Fallire una seconda volta sarebbe una disfatta per le coscienze, un fallimento troppo pesante da sopportare: per vedere chi vincera’ la sfida occorre aspettare almeno altri cinque anni. Anche se, qui a Roma nessuno ha indicato la convocazione di un nuovo summit della Fao.
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