Fondazion di partecipazione: aperte a tutti quelli che hanno buone cause

Le fondazioni di partecipazione non sono disciplinate da apposite norme del codice civile o da leggi dello Stato. Esse, invece, trovano fondamento giuridico in un?interpretazione congiunta di due articoli del codice civile (12 e 1332) e degli articoli 9, 18 e 45 della Costituzione. La differenza sostanziale con le fondazioni ?ordinarie? sussiste nel fatto che mentre per le prime c?è un fondatore che identifica uno scopo, destina un patrimonio vincolato al solo raggiungimento dei fini statutari e nomina gli amministratori, nel caso delle fondazioni di partecipazione queste hanno una struttura aperta, chiunque può parteciparvi ed è caratterizzata da una forte collaborazione tra pubblico e privato. Nella fondazione di partecipazione, infatti, possono essere presenti sia come fondatori, aderenti, sostenitori che attraverso propri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione o in un organo di vigilanza interna, Enti pubblici territoriali o di altra natura, imprese, singoli cittadini. Le fondazioni di partecipazione sono nate soprattutto per valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese come, per esempio, il Fai (Fondo italiano per l?ambiente), la Fondazione teatrale Pierlombardo, la Fondazione ?I pomeriggi musicali?. Di recente si stanno affermando anche per promuovere e sostenere iniziative a forte valenza sociale, come nel caso della Fondazione Emergency.

Finanziamenti: dove e quanti
Settori di intervento
Sanità 25.714(1996) 36.639 (1997)
Ricerca scientifica 16.160(1996) 18.770 (1997)
Istruzione 33.826(1996) 45.411 (1997)
Arte e cultura 81.719(1996) 112.568 (1997)
Sport e attività ricreative 5.880(1996) 6.540 (1997)
Associazionismo 189(1996) 3.373 (1997)
Assistenza sociale 37.918(1996) 42.349 (1997)
Tutela ambiente 2.579(1996) 1.772 (1997)
Sviluppo comunità locali 12.553(1996) 16.593 (1997)
Altri interventi 7.207(1996) 11.367 (1997)
*cifre in milioni di lire. Fonte: Rapporto CR Fondazioni bancarie