Welfare
La badante? In Germania si comincia a pagarla appena nati
Dal 1995 nel paese della Merkel è in vigore per tutti i cittadini l'obbligo di stipulare un'assicurazione, privata o pubblica, che garantisca assistenza di lungo periodo in caso di perdita dell'autonomia. Un'idea esportabile anche in Italia, almeno secondo l'Associazione Luca Coscioni. Ma il ministro Lorenzin non risponde...
Sono 2,2 milioni i tedeschi non autosufficienti che ogni giorno dipendono dall’assistenza continua; di questi, circa 0,71 milioni vivono in istituti e/o ricoveri, mentre gli altri, circa 1,46 milioni, sono assistite in casa: se ne occupano i familiari, i vicini, gli assistenti volontari e gli assistenti professionisti. Ma la famiglia non spende neppure un euro, perché tutti, in Germania, sono tenuti ad assicurarsi proprio contro la possibilità di perdere l’autonomia e quindi hanno diritto all’assistenza “per infermità” a casa oppure in istituto.
Una situazione che secondo l’associazione Luca Coscioni è la chiave per risolvere l’emergenza non autosufficienti in Italia: quasi tre milioni di persone – disabili gravi, malati di Alzheimer, “grandi vecchi” – che secondo l’associazione, che ha lanciato la proposta nel seminario “Dalla non autosufficienza alla vita indipendente” tenutosi a Roma, potrebbero trarre beneficio da una sorta di “Pflegeversicherung” italiana. La Pflegeversicherung è un’assicurazione, appunto, obbligatoria e pubblica finanziata con il metodo contributivo; chi sceglie di non sottoscriverla e di stipulare una polizza privata, è comunque tenuto a informare lo Stato di aver provveduto in proprio, presentando un documento che attesti l’esistenza del contratto assicurativo contro l’infermità equivalente con un ente privato. L’obbligo di assicurazione è scattato per i cittadini tedeschi l’11 gennaio 1995, e la polizza scatta in automatico quando chiunque si trova nella condizione di avere bisogno di un aiuto «notevole e costante», prevedibilmente per almeno sei mesi, nello svolgimento dei compiti abituali del vivere quotidiano, in base a quattro parametri: l’igiene, l’alimentazione, la mobilità e la gestione della casa.
Destinatari della proposta il Parlamento, il governo e i partiti che, in vista delle elezioni politiche ormai non lontane dovrebbero esaminare a fondo questa tematica e presentare precisi programmi di intervento, quantificando la risorse necessarie e indicando i mezzi di copertura finanziaria. Copertura della spesa relativa? Per l’associazione, recuperando parte dei 150 miliardi di evasione fiscale.
A conclusione del seminario, il Ministro Lorenzin non ha “aperto” alla proposta, ma ha sottolineato la necessità di risorse aggiuntive – per affiancare quanto già previsto nei nuovi LEA e nel piano nazionale per la cronicità – e di politiche di prevenzione delle malattie mentali. «Iniziative come la vostra – ha aggiunto invece la Presidente della Camera Laura Boldini – sono rilevanti proprio perché pongono all’attenzione della collettività una condizione dolorosa e diffusa, che troppo spesso rimane invece confinata tra le mura domestiche». Una situazione che – in mancanza di importanti risorse dedicate – si aggraverà rapidamente per l’invecchiamento della popolazione: in Italia i “centenari”, che oggi sono 17mila, nel 2050 saranno 150mila.
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