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Il Portogallo regolarizza tutti gli immigrati per far fronte all’emergenza

Per assicurare assistenza sanitaria e servizi pubblici alle fasce fragili della popolazione in tempi di pandemia, il governo del Paese ha deciso di concedere a immigrati e richiedenti asilo, con permesso di soggiorno pendente, gli stessi diritti dei residenti, fino all'1 luglio

di Cristina Barbetta

A causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Coronavirus, il governo portoghese ha deciso di concedere a tutti gli immigrati in Portogallo con un permesso di soggiorno pendente presso il Serviço de Estrangeiros e Fronteiras – Sef gli stessi diritti dei residenti, fino ad almeno il 1 luglio. Il provvedimento si applica anche i richiedenti asilo. Lo hanno annunciato il 28 marzo le autorità portoghesi, per garantire ai migranti l’accesso al sistema sanitario e ai servizi pubblici durante la pandemia. I migranti devono dimostrare che la richiesta di permesso di soggiorno è stata inoltrata entro la data della dichiarazione dello stato di emergenza in Portogallo, il 19 marzo.

«Le persone non devono essere private del diritto alla salute e al servizio pubblico semplicemente perché la domanda di regolarizzazione dei loro documenti non è stata ancora elaborata», ha dichiarato Claudia Veloso, portavoce del Ministero degli interni. «In questo periodo eccezionale, i diritti dei migranti devono essere garantiti», ha concluso.

Il sito della Direzione generale della salute riferisce che ci sono a oggi 8251 casi confermati di contagio e 187 morti, cifre molto inferiori rispetto alla vicina Spagna. Le autorità sanitarie si aspettano che i casi raggiungano il picco a fine maggio

Assicurare l’accesso ai cittadini migranti alla salute, alla sicurezza sociale e alla stabilità occupazionale e abitativa è un dovere di una società solidale in tempi di crisi

Eduardo Cabrita, ministro dell’interno del Portogallo


Il ministro dell’interno, Eduardo Cabrita, che sovrintende al Sef, ha dichiarato a Público, uno dei principali quotidiani nazionali portoghesi: «In stato di emergenza la priorità è la difesa della salute e della sicurezza collettiva. È in questi momenti che diventa ancora più importante garantire i diritti dei più fragili, come nel caso dei migranti. Assicurare l’accesso ai cittadini migranti alla salute, alla sicurezza sociale e alla stabilità occupazionale e abitativa è un dovere di una società solidale in tempo di crisi».

In Portogallo ci sono 580 mila migranti. Una cifra record per il Paese, annunciata da Cabrita in un’audizione parlamentare a metà gennaio 2020. «I dati preliminari suggeriscono che nel 2019, per la prima volta nella nostra storia, viene superata la cifra di mezzo milione di cittadini stranieri che vivono in Portogallo", ha dichiarato a Publico.

La decisione del Portogallo è stata accolta positivamente dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, che l’ha considerata “una buona pratica” in risposta alla pandemia di Covid-19.

La Commissaria ha scritto nel suo account twitter: «Accolgo con favore la decisione del Portogallo di garantire temporaneamente il diritto di residenza e l’accesso ai diritti e ai servizi ai migranti e ai richiedenti asilo con domande pendenti durante la crisi di Covid-19. Una buona pratica per proteggere le persone vulnerabili e la società in rispoosta alla pandemia negli Stati del Consiglio d'Europa».

Foto di apertura: Peterpaulrubens/Pixabay

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