Famiglia

Fao: Onu e Usa, Mugabe non usi aiuti per repressione

Andrew Natsios, che guida l'agenzia americana per gli aiuti allo sviluppo dice: ''Non possiamo accettare che i nostri aiuti vengano usati come strumento politico''

di Paul Ricard

Al Vertice della Fao lanciato l’allarme per l’emergenza alimentare nell’Africa australe, dove la carestia mette a rischio la vita di 13 milioni di persone. A farlo è James Morris, direttore generale del World Food Programme, che ricorda come ”questa crisi, che coincide con il summit, ci sfida a dimostrare a quelli che soffrono nella regione che non saranno dimenticati”. Nelle prossime settimane, ha aggiunto, verra’ lanciato un appello con cui si chiedera’ ai paesi donatori di mobilitare fra i 400 ed i 500 milioni di dollari necessari ad aiutare i paesi della regione. Lo Zimbabwe e’ il paese piu colpito, ha continuato Morris, che ha avuto ieri a questo proposito un incontro con il controverso presidente Robert Mugabe. Un incontro che il direttore del Wfp definisce ‘buono’, ricordando come la politica dell’agenzia dell’Onu che interviene nelle situazioni di crisi sia quella di ”non far influenzare le strategie dalla politica”. Ad una solo condizione: che il governo del paese che riceve gli aiuti garantisca pieno accesso all’agenzia, in modo che il cibo arrivi a tutti quelli che ne hanno bisogno. Analoga posizione e’ stata ribadita da Andrew Natsios, che guida l’agenzia americana per gli aiuti allo sviluppo che ha in tutto inviato 400mila tonnelate di aiuti alimentari alle regioni colpite dalla carestia in Sud Africa. Gli Stati Uniti, ha dichiarato Natsios, sono preoccupati dalle notizie riportate da osservatori internazionali, secondo cui Mugabe sta permettendo la distribuzione degli aiuti solo nei villaggi che lo hanno sostenuto alle ultime elezioni, e non a quelli che sostengono l’opposizione. ”Non possiamo accettare che i nostri aiuti vengano usati come strumento politico”. Solo gli aiuti, pero’, non possono essere sufficienti a risolvere la crisi elementare in Zimbabwe, se Mugabe non avvia un processo di liberalizzazione, sostiene il rappresentante americano. ”Se non si accettano le regole del libero mercato, non si puo’ mettere fine alle emergenze alimentari”.

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