Volontariato

Uso terapeutico della cannabis: appello da più di cento professori

E' l'appello dei radicali rivolto al ministro della Salute Girolamo Sirchia. All'iniziativa ha aderito Mino Martinazzoli, leader del centrosinistra in Lombardia

di Redazione

E’ stato firmato da oltre cento professori universitari di diverse citta’ e facolta’ l’appello dei radicali rivolto al ministro della Salute Girolamo Sirchia, per chiedere la sperimentazione della cannabis ad uso medico, e al presidente della Camera Pierferdinando Casini, perche’inserisca all’ordine del giorno i progetti di legge gia’presentati sul tema. ”Prima di ogni altro argomento – si legge nel documento – si pone quello se sia lecito e accettabile che in sede e concriteri altri da quelli medici e scientifici la legge stabilisca a priori che a un medico sia impedito, sotto pena di commettere un reato, di utilizzare una terapia che ragionevolmente, in scienza e coscienza, egli ritenga quella piu’ idonea ad affrontare il caso che ha davanti”. L’appello e’ stato promosso da Yasha Reibman, medico e consigliere regionale lombardo dei radicali: ”La sperimentazione dell’uso medico della cannabis -ha detto – non riguarda il confronto tra proibizionismo e antiproibizionismo, ma si tratta di ridare ai medici la possibilita’ di prescrivere la terapia che ritengono migliore”. All’iniziativa ha aderito Mino Martinazzoli, leader del centrosinistra in Regione: ”Ne condivido il senso e non capisco perche’ la cannabis debba essere esclusa dalla sperimentazione”. Favorevole anche Domenico Zambetti, del Cdu: ”Stigmatizziamo quanti – ha affermato – non distinguendo tra l’utilizzo terapeutico e quello trasgressivo, hanno creato distorsioni informative”. Nell’appello, che segue l’approvazione di una mozione del Consiglio regionale che invita a regolamentare l’uso medico della cannabis, si sostiene che ”l’esigenza di principio e pratica e’ di mantenere con rigore sul terreno medico una questione eminentemente medica, assumendo in quest’ambito ogni decisione. Seguire una diversa linea di condotto equivarrebbe a condannare irrazionalmente una sostanza come ‘maledetta’ in quanto tale solo perche’, in un diverso contesto se ne puo’ fare un uso dannoso”. ”Ci permetta di sollecitare – hanno aggiunto i firmatari rivolgendosi al ministro – le indispensabili decisioni politiche conseguenti. Per consentire ai medici di agire responsabilmente, nelle proprie coscienze e di fronte ai pazienti; e ai pazienti di sapere che per loro il medico puo’ fare tutto quanto la scienza consente”.


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