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Pier Paolo Baretta (Mef): «Ridurre subito le slot machine del 30%»

Giovedì prossimo si riunisce, in seduta straordinaria, la Conferenza Unificata Stato, Regioni e Enti locali. Tema: la bozza di accordo sul riordino del sistema dei giochi. Il sottosegretario all'economia con delega ai giochi ci spiega le sue ragioni e i passi avanti che, a suo avviso, si sono fatti in questi mesi in vista dell'accordo

di Marco Dotti

Fuori dai casinò in cui, fino a vent’anni fa era confinato, l’azzardo ha rotto gli argini e invaso esercizi pubblici, centri commerciali, circoli ricreativi, spazi di aggregazione. La vita quotidiana, i suoi ritmi. A oggi, i punti vendita “abilitati” all’installazione di slot machine sono 98.600, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Parliamo di 69mila bar e tabacchi (56mila e oltre 13mila rivendite di tabaccherie) in cui è possibile installare macchinette. A questi, si aggiungono le sale vlt, unici luoghi in cui è possibile installare videolotteries, evoluzione particolarmente veloce e dispendiosa delle slot da bar, e 200 sale bingo.

Secondo i desiderata del Governo, che su questo chiede un accordo a Regioni e Enti Locali, sembra fattibile una “rottamazione” di 142.649 macchinette, portando l’intero parco macchine a 264.674 macchinette dalle attuali 407.323. Sempre secondo le dichiarazioni del Governo, da bar e tabaccherie ne verranno tolte circa la metà: dalle attuali 229mila a 125mila. Basterà per arginare il fenomeno e garantire – come la Costituzione impone – salute, sicurezza e dignità dei cittadini? Il sottosegretario Pier Paolo Baretta, che del Governo ha la delega ai giochi pubblici, è convinto sia solo l'inizio di un processo di riduzione che va innescato. Lo abbiamo intervistato.

Distanze e orari

Sottosegretario quali sono, a suo avviso, il punti di miglioramento del documento presentato in Conferenza Unificata il 4 maggio scorso rispetto alle bozze di precedenti?
In primo luogo, sono state introdotte le distanze, assumendo i due parametri maggiormente presenti sul territorio: le scuole e i luoghi di culto, poi su richiesta dell’Anci e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori abbiamo aggiunto anche i Sert.

Avete fatto delle geolocalizzazioni per capire se scuole e luoghi di culto siano i luoghi più sensibili, rispetto alla localizzazione delle sale gioco?
Sì, abbiamo visto che questi – scuole e luoghi di culto – sono i luoghi sensibili più diffusi sul territorio e abbiamo optato per la distanza di 150metri.

Altri punti che reputa di miglioramento rispetto alla bozza del 2 febbraio?
Gli orari. Abbiamo deciso di introdurre delle fasce orarie di interruzione del gioco durante la giornata fino a 6 ore, che potranno essere definite dai sindaci. E poi, un punto molto importante: si potrà giocare esclusivamente con la carta dei servizi, un passo avanti notevole. A questo, abbiamo aggiunto un impegno a reperire risorse aggiuntive, oltre ai 50milioni annui già previsti, per il contrasto al gioco d’azzardo patologico.

Dalle parole ai fatti

Sulla carta prevedete una riduzione consistente sia del parco macchine, sia dei punti di rivendita. Non c’è il rischio di un interregno? Trovata l’intesa tra Stato, Regioni e enti locali, di fatto si apre un’altra partita – forse ancora più delicata – per dare concretezza a quell’impegno…
La riduzione del primo 30% del parco macchine avverrà rapidamente, entro l’anno. Ho già pronto l’emendamento e, una volta approvata l’intesa con le Regioni e gli Enti Locali, lo presenterò. Spero di poterlo fare già nella manovra di Bilancio che stiamo discutendo in questi giorni.

Questo lo possiamo dare come impegno?
Assolutamente sì, per quanto riguarda il parco macchine. Mentre per quanto riguarda la riduzione dei punti di gioco è definito in 3 anni il dimezzamento.

I nodi critici o su cui lavorare?
In primis, il punto su cui è necessario, ancora una volta, fare chiarezza è quello legato alle distanze. Il nostro obiettivo – condiviso con gli enti locali – è la riduzione del 50% dei locali in cui si vende gioco. Riduzione da attuarsi in 3 anni. Ora, dato questo obiettivo comune, dobbiamo guardare l’insieme dei provvedimenti e capire se i criteri di ridistribuzione sul territorio, comprese le distanze, servano a raggiungere questo obiettivo. Stiamo operando delle simulazioni per capire se vi sia una coincidenza tra collocazione e riduzione. Sarebbe un controsenso se prendessimo una decisione che dovesse rivelarsi meramente simbolica. Vogliamo ridurre macchine e punti gioco sul territorio e a quello servono anche le distanze, collocate però nel contesto di un provvedimento che ha e deve avere una sua ratio complessiva.


Scenario del Governo: il numero di macchinette oggi e dopo la riduzione

Chiarezza sui dati

Oggi, agli enti locali manca un elemento fondamentale: i dati. Parlo dei flussi di denaro che investe i territori tramite il gioco pubblico. Un elemento di chiarezza e di certezza ineludibile… Si può chiedere l’impegno affinché le istituzioni abbiano accesso a quei dati?
I dati sui flussi delle giocate e sull’utilizzo delle macchine, man mano che andrà a regime il controllo da remoto, saranno facilmente disponibili e più omogenei possibile a livello nazionale. Concordo sul fatto che i dati sui flussi finanziari debbano essere a disposizione dei decisori locali. Una parte sono già pubblicati sui siti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma se ci fosse bisogno di quei dati non ci deve essere nessuna reticenza nel fornirli.

Personalmente, il 5 marzo scorso ho chiesto ai Monopoli un accesso generalizzato (Foia), alla raccolta monetaria, suddivisa provincia per provincia, paese per paese, scomposta per tipologia di gioco, sia per l’online e per l’offline, ma non ho mai ottenuto risposta. Il punto, però, non è che li abbia il sottoscritto, ma che li abbiano le istituzioni sul territorio, oltre che le unità sanitarie locali. Questo è un punto importante, per dare trasparenza al settore.
Dobbiamo lavorare per la trasparenza. Quanto propongo è solo l’inizio di un percorso, un inizio che ci porti a camminare su una strada diversa dal passato, anche in termini di trasparenza. Oggi, ci stiamo occupando di slot, ma dovremo presto intervenire anche sul resto dei giochi. Dobbiamo andare avanti, innescando un processo partecipato e trasparente per tutelare al meglio salute, sicurezza e legalità.

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