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A distanza, ma non distanti: la storia di Yaya, una lezione per il Paese

In questi giorni in cui tutto è fermo e ognuno di noi è barricato in casa la solidarietà non si arresta. L'emergenza che stiamo vivendo ci può insegnare la coesione sociale. A partire dalle storie semplici e concrete, come quella che vi raccontiamo

di Gabriella Debora Giorgione

Ordinano prevalentemente pane, latte, fette biscottate, farina, pasta, mozzarella e uova. Sono anziane, sono abituate a stringere il paniere e farselo bastare, in un momento preoccupante come questo che non si vedeva dalla guerra, quella con le bombe e le sirene.

Zi' colomba, Zi' Maria, Zi' Carolina, Zi' Genovina se non le chiami "zia" quasi si offendono perché in un piccolo paese la "familiarità", la prossimità, sono il filo collante che lega un vicolo all'altro. Ah, c'è anche la Signora Cecilia e c'è pure la Casa famiglia Unitalsi, che fanno sì la spesa grossa settimanale nel supermercato grosso, ma il paniere quotidiano preferiscono prenderlo qui, nel Market sotto casa che nell'insegna che si vede dal curvone custodisce il senso del piccolo comune welcome di Chianche guidato dal Sindaco Carlo Grillo: AlimenTiamo.

Nel Market, insieme a Rino, chianchese doc che prima di AlimenTiamo era disoccupato, lavora Yaya, accolto nello Sprar di Chianche dal 2017 come richiedente asilo. Ha preso la terza media, oggi va a scuola guida, segue i corsi di lingua italiana e tutti i laboratori dello Sprar.
Ad ottobre del 2019 Yaya diventa socio della Cooperativa di comunità "Tralci di Vite" e per lui viene attivato un primo tirocinio formativo come magazziniere del market di comunità, AlimenTiamo appunto. A gennaio di quest'anno Yaya consegue anche l’HACCP e il suo tirocinio viene prorogato con la mansione di "addetto alle vendite".

È lui, "il ragazzo del market", come lo chiamano le zie, che ogni giorno consegna loro la spesa a casa, perché con questo virus le zie sono le persone più fragili e a rischio e bisogna prendersi cura di loro. Yaya consegna "a distanza", come vuole la legge, ma non distante col cuore e con lo sguardo dalla comunità di Chianche che adesso è anche la sua.

"Tralci di Vite” nasce a settembre 2017 grazie a sette soci, due dei quali migranti; adesso i soci sono 14 e tra questi, appunto, Yaya insieme a Ndao e Musah ed undici persone di Chianche. Insieme a “Tralci di Vite”, e sempre grazie al Progetto PIER (Protection, Integration and Education for Refugees) nasce anche, a tre curve di distanza da Chianche, “La Pietra Angolare”, la Cooperativa di Comunità di Petruro Irpino, un altro dei 32 Piccoli Comuni che costituiscono la “Rete del Welcome”, una alleanza tra i Comuni che non superano i cinquemila abitanti che la Caritas diocesana di Benevento di don Nicola De Blasio ha promosso agli inizi del 2017 e che, da allora, è una delle azioni di punta della Rete di Economia civile del Consorzio “Sale della Terra”.

L’esperienza di governance della buona accoglienza, diffusa a piccoli numeri nei piccoli borghi morsi dallo spopolamento dovuto a denatalità ed emigrazione, diventa anche progetto a fine 2017, quando una delle Cooperative fondatrici del Consorzio, “Il Melograno”, vince il “Bando Immigrazione” emanato da “Con il Sud”, la Fondazione della quale è Presidente Carlo Borgomeo.

Nessuno poteva immaginare che tre anni dopo, proprio grazie alle persone accolte e inserite in azioni di integrazione come gli Sprar e le Cooperative di comunità, agli anziani di un piccolo paese si sarebbe garantita la protezione da una pandemia come quella del Coronavirus: «In questi giorni in cui il Paese è quasi fermo e ognuno di noi è barricato nella propria casa – dice Carlo Borgomeo – iniziative come questa, che vedono protagonista Yaya, ci dicono in maniera inequivocabile che la solidarietà non si arresta. Il lavoro prezioso che svolge Yaya non è solo quello di portare pane e pasta sulle tavole della sua comunità, ma è quello forse più importante, quasi un lusso di questi tempi, di non far perdere ad essa i contatti con l’umanità. Questa emergenza ci può insegnare la coesione sociale, se sapremo anteporre la prossimità alla vicinanza e se ce lo ricorderemo, cittadini e istituzioni, quando sarà tutto finito».


Una delle leve di sviluppo integrato territoriale dei piccoli comuni welcome è, dunque, la cooperazione di comunità, ma qui si chiede che, insieme alle persone autoctone, delle cooperative siano socie anche le persone migranti perché a loro sia garantito, finito il percorso di accoglienza negli Sprar, il diritto a restare dove hanno studiato, hanno imparato a lavorare, hanno affittato case abbandonate, hanno intrecciato relazioni significative tra i vicoli e i sorrisi degli abitanti.

L’obiettivo della Rete è costituirne dieci. Dopo le prime tre (Cives a Campolattaro e le due di Chianche e Petruro) – già nate prima che intervenisse il progetto sostenuto da Fondazione “Con il Sud” – sono nate altre tre Cooperative di comunità: “Ilex”, di Pietrelcina; “Tilia”, di Roccabascerana; “Conlaboro”, di Sassinoro. Tutte alleate a Legacoop il cui Presidente, Mauro Lusetti, indica “Tralci di Vite” e Yaya come <L’esempio che racconta molto bene il senso della cooperazione e di come la cooperazione stia dando, con tutti i suoi mezzi e con tutte le sue forze, in maniera capillare, dalle grandi città ai piccoli centri, risposte concrete e coraggiose. “La cooperazione non si ferma” è il nostro slogan, lo è oggi, nel tempo della crisi, ma lo è sempre stato. E questo ci consente, anche oggi, di lavorare senza sosta affinché nessuno rimanga indietro. Anche grazie a Yaya, come a tutti i cooperatori, l'Italia oggi continua a camminare>, conclude Lusetti.

«Pulizia dei giardini, del pulizia palazzo del Municipio – racconta Francesco Giangregorio, Coordinatore delle Cooperative di Comunità targate Rete “Sale della Terra”, della quale è anche Direttore amministrativo – oltre alla presa in carico delle fragilità, delle disabilità del paese in collaborazione con l’Amministrazione comunale, attivazione di percorsi di incoming turistico anche religioso, recupero delle terre incolte e ripristino di cultivar di eccellenza di vigneti e uliveti».

Sono solo alcune delle attività messe in piedi dalle Cooperative di comunità della Rete di Economia civile “Sale della Terra” che sono accompagnate nella fase di start-up dai Dipartimenti di Economia e Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio. La neonata “Ilex” di Pietrelcina, invece, beneficierà anche della formazione di Coopstartup di Legacoop, avendone vinto il bando, unica in tutta la Campania.

«In Campania sta crescendo molto l'interesse attorno a questo modello di impresa», racconta Anna Ceprano, Presidente Legacoop Campania. E’ lei che ha voluto che “Tralci di Vite”, rappresentata da Filomena Costanzo, la Vicepresidente, entrasse nel Direttivo nazionale e regionale di Legacoop: «Questa è una sfida tanto economica quanto culturale – prosegue la Ceprano – in una società più orientata all'individualismo, alla paura del diverso da sé e alla ricchezza materiale come valore distintivo. Per questo il lavoro e l'impegno quotidiano di Yaya, il suo essere “indispensabile» nel percorso di integrazione in una piccola comunità come quella di Chianche costruiscono speranza.

Ma da queste parti guai a credere, e soprattutto a raccontare del migrante come “risorsa”, come “opportunita”: «Quando diciamo che le persone migranti sono energia vitale e non banalmente delle “risorse” – precisa infatti Angelo Moretti, Presidente della Rete di Economia civile “Consorzio Sale della Terra” e referente della Rete “Piccoli Comuni del Welcome”intendiamo esattamente ciò che oggi sta avvenendo a Chianche: nuove persone nei comuni spopolati significa approtare nuove leve di resilienza per chi resta e per chi sogna di restare in queste terre».

Il 2020 si è aperto con una notizia attesa da tanto: è stata approvata, infatti, la Legge regionale della Campania del 2 marzo 2020, numero uno, scritta e proposta dalla Consigliera regionale Maria Ricchiuti. Il 4 marzo nascono “Tilia”, di Roccabascerana e “Conlaboro”, di Sassinoro, tenendo a battesimo dunque la nuova disciplina.

«Con questa Legge – dice Maria Ricchiuti – abbiamo riservato questo strumento alle aree più disagiate della Regione: aree interne, piccoli comuni, periferie urbane. È una scelta che darà un valore aggiunto alla cooperativa di Comunità. In un momento storico eccezionale come quello che stiamo vivendo, l’esempio di Yaya e della Cooperativa “Tralci di Vite” – conclude – rappresenta una testimonianza tangibile di quanto fosse necessaria in Regione Campania una legge sulla cooperazione di comunità, che assicurasse pieno riconoscimento anche alle tante esperienze già nate sul territorio nel corso degli ultimi anni: in questo contesto, “storie di resilienza” come quella di Chianche costituiranno un modello virtuoso da seguire per il recupero e rinascita delle piccole comunità, nel segno della solidarietà e del bene comune».

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