Politica

Visite, esami e test Qui tutto è non profit

Servizi specialistici e strutture d’avanguardia, offerte a tutti i cittadini che versano solo un contributo volontario. Un modello che ora si propone a tutta la Sanità italiana

di Cesare Cavoni

Una struttura medica privata all?avanguardia che fornisca gratuitamente servizi di visite specialistiche per la prevenzione e la diagnosi dei tumori. Un sogno che neppure il miglior Stato sociale potrebbe garantire. E senza dover versare cifre astronomiche. Un sogno, invece, che dal ?90 ad oggi è diventato realtà, grazie alla Fondazione non profit Carlo Ferri che opera a Monterotondo, alle porte di Roma. Tutti i test clinici e strumentali, da ecografie e mammografie a Tac, risonanze magnetiche e endoscopie, fino alla recente attivazione di alcuni test genetici per le persone più a rischio, vengono forniti ai cittadini non solo della zona ma ormai di tutto il Lazio. Oltre 15 mila, infatti, le prestazioni fornite nel 1998.
Un impegno sociale concretizzatosi nell?assenza di un costo obbligatorio per le prestazioni offerte, poiché lo scopo primario della Fondazione è quello di dare, a tutti, i servizi, anche quelli più costosi. Il contributo degli utenti è volontario: ventimila lire l?offerta minima ma non obbligatoria. Nata negli Anni ?80 come associazione di volontariato medico, la Ferri dal ?90 in poi si è trasformata in una vera e propria struttura al servizio della popolazione. A cominciare dalla convenzione con la facoltà di medicina dell?Università dell?Aquila che ha affidato ufficialmente la direzione di tutti i servizi ad alcuni suoi professori attraverso una convenzione. Nel frattempo vista la richiesta sul territorio, la Fondazione si è ampliata aprendo altre due sedi, sempre nel Lazio: a Fara Sabina e a Formia. A breve ne verrà aperta una terza a Mentana. Ma il punto focale su cui la Ferri è impegnata riguarda un eventuale inserimento di questo nuovo modello sanitario nell?ambito della Sanità italiana. «Alle strutture pubbliche, a quelle private e convenzionate», afferma il professor Silvio Rea, docente di oncologia chirurgica all?Università dell?Aquila e direttore scientifico della Fondazione «si dovrebbero affiancare anche le strutture cosiddette non profit che sono in grado di garantire servizi sanitari adeguati ai cittadini».

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