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Ong, la legge della parit
Pari dignità delle organizzazioni non governative con gli enti istituzionali, possibilità di associarsi e di fare formazione.
Se il 17 porta male, non è certo alle ong e ai volontari internazionali. È alle ore 17 di mercoledì 28 luglio scorso, infatti, che la Commissione Esteri del Senato approva in sede referente il testo conclusivo (e riassuntivo di undici proposte) della legge di riforma della cooperazione italiana allo sviluppo. Sono passati quasi due anni di lavoro, discussioni, emendamenti e controemendamenti. Adesso se ne riparlerà dopo le ferie estive, quando toccherà all?intero Senato cimentarsi sull?argomento.
«E lì ce la dovremo fare prima dell?inizio del 2000», preannuncia il senatore dei popolari Tino Bedin, «perché, il prossimo luglio, l?Italia dovrà avere la nuova legge in materia di cooperazione. Nel frattempo le ong e i volontari internazionali possono essere contenti, poiché la commissione Esteri di palazzo Madama ha migliorato il testo di riforma della cooperazione. Per esempio, è stato recepito il punto centrale di un mio disegno di legge e ora la qualifica di volontario internazionale è svincolata dal fatto che il progetto di cooperazione sia o meno approvato dal ministero degli Esteri o, un domani, dall?ente esecutore dell?attività stessa, la cosiddetta ?Agenzia?. Ora, cosa già scritta nel testo (all?articolo 19, uno dei punti caldi con l?articolo 18, ndr), si è volontari internazionali nel momento in cui si sottoscrive un contratto di lavoro con una ong, principio che rivoluziona lo stesso concetto di volontariato internazionale».
Certo che se tutto restasse così fino all?approvazione finale della legge di riforma alla Camera, l?Italia avrebbe davvero posto sullo stesso piano sia la cooperazione governativa sia quella non governativa, che da mero strumento di cooperazione si trasformerebbe a soggetto di cooperazione e quindi di politica estera. Altre buone notizie: la nuova legge sulla cooperazione italiana offrirebbe, fra l?altro, ampia possibilità alle ong di lavorare insieme, ossia di consorziarsi per partecipare a gare internazionali per l?appalto di progetti di cooperazione (articolo 18), cosa che già fanno da tempo le organizzazioni di volontariato internazionale straniere. Inoltre, su loro diretta richiesta, le ong saranno iscritte a un Albo verosimilmente da istituire presso l?Agenzia, anche se dovranno evidenziare a bilancio una adeguata capacità di finanziamento da parte di soci e sostenitori (è ancora l?articolo 18), ossia dimostrare di avere un reale contatto col territorio e di essere in grado di mobilitare la cosiddetta solidarietà popolare.
Soddisfatti gli organismi rappresentantivi delle ong italiane, il Cocis plaude e chiede piccole correzioni, e così anche la Focsiv. «È innegabile che il testo finale costituisca un passo significativo», afferma il presidente di Volontari nel mondo-Focsiv, Luca Jahier. «Positivo oggi è soprattutto il riconoscimento della soggettività alle ong quanto al sistema di tutele e di sostegno dei volontari internazionali. Tuttavia per noi è comunque presto per cantare vittoria, perché siamo consapevoli delle estreme difficoltà di questo travagliatissimo processo di riforma e di rilancio della cooperazione italiana allo sviluppo. In autunno, il Senato dovrà pertanto iniziare a perfezionare alcuni punti per smentire una nostra netta impressione: ossia che qualche forza politica non voglia riconoscere e sostenere la specificità del volontariato internazionale».
Arrestata a 3 anni per motivi politici
Prigioniera politica a tre anni. Succede a una bimba del Myanmar (Birmania), arrestata e incarcerata dai militari per aver partecipato a una marcia di protesta contro il regime. Lo rende noto Amnesty International, che ne chiede l?immediato rilascio assieme alla madre, seriamente preoccupata per le condizioni di salute della più giovane prigioniera per motivi di opinione del mondo. La piccola è stata catturata, tra il 19 e il 24 luglio scorso a Pegu, assieme ad altre 19 persone sospettate di aver programmato lo stesso 19 luglio un corteo per commemorare il 52° anniversario dell?assassinio del generale Aung San, padre di Daw Aung San Suu Kyi, leader attuale del partito d’opposizione e premio Nobel per la pace.
Thaint Wunna Khin è stata arrestata insieme a sua madre, Khin Khin Leh. I servizi segreti le tengono entrambe in ostaggio per costringere il padre della bambina, Kyaw Wunna, a costituirsi. Ma adesso, durante la detenzione, Thaint Wunna Khin rischia di subire gravi danni fisici e psicologici. Amnesty international chiede al Consiglio di Stato per lo sviluppo e la pace del Myanmar, di rilasciare immediatamente e incondizionatamente anche gli altri 17 attivisti politici a meno che non esistano contro di essi accuse riconoscibili come reati penali.
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