Non profit

Azzardo legale senza trasparenza. Sindaci e governatori chiedano i numeri al Mef

L'ennesima bozza di riforma dell'azzardo, che arriva domani sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni mostra per l'ennesima volta quanto il sistema-azzardo teme la trasparenza delle discussioni e delle decisioni. Governatori e Anci dovrebbero pretendere di avere dal Mef, proprio in sede di Conferenza Unificata, i dati sui flussi di denaro legale che investono i loro territori: città per città, paese per paese. Dati che il Mef possiede ma nega ai cittadini. Lo chiamano "azzardo legale" ma ha troppi aspetti oscuri

di Marco Dotti

In una intervista con Vita, il sottosegretario all’economia con delega ai giochi Pier Paolo Baretta si era non solo dichiarato, ma impegnato affinché il processo decisionale e l’iter delle bozze di riordino del sistema di rivendita territoriale dell’azzardo, processo e iter fino a quel momento ancor più oscuri che tortuosi non lo fossero più.

Parole pesanti, parole importanti. Istituzionalmente importanti. Nel concreto, quell’impegno era volto a rendere pubblici – trasformandoli in piattaforme di lavoro, per quanto possibile, condivise e aperte – i punti e gli snodi di una riforma molto delicata per il Paese. Era il 7 febbraio e ieri, 2 maggio, antivigilia dell’ennesima Conferenza Unificata Stato, Regioni, Enti Locali di questa trasparenza e pubblicità si erano già perse le tracce. Peggio: una bozza di “riforma”, ben diversa e con punti realmente sorprendenti (o sconcertanti, decida il lettore: ne abbiamo parlato in anteprima qui), è stata approntata. Con quali criteri? Concretamente: da chi? Con quale trasparenza, pubblicità, dibattito?

Per capirci, è come se, sulla pelle di un malato (e il nostro Paese Dio solo sa quanto è malato di azzardo), le cartelle cliniche cambiassero continuamente, senza che nessuno si assuma la responsabilità di comunicarlo ai medici e di dire chi, in loro vece, ha cambiato elementi tanto sensibili e importanti ai fini della cura o, nel nostro caso, della deliberazione.

Della trasparenza promessa, si è persa traccia. Si è persa, in un settore che si vuole legale ma che di trasparenza non ne ha, né ne concede.

«Conoscere per deliberare», diceva Einaudi. Ma oggi sia la fase della conoscenza, sia – ecco il problema di queste bozze circolanti – la fase della decisione, che richiede conoscenza ma anche trasparenza, sono coperte dall'ombra. Non è solo questione di bozze, ma di numeri.
E qui il problema diventa spinoso, ed è un problema – si badi – di reale tenuta democratica delle istituzioni. Se da un lato il Ministero dell’Economia e delle Finanze chiede a Governatori e sindaci di deliberare, firmando una delle tante bozze sul tavolo (quale bozza, sembra una variabile di relativa importanza!), dall’altro si nega a loro l’accesso a quei dati che il Mef ha sui flussi di denaro spacchettati e scomposti per tipologia di gioco, flussi di denaro che investono quei territori e quell vite sulle cui spalle si chiederebbe di far ricadere il peso di scelte non ponderate.

Chi, fra governatori, sindaci, operatori della salute, forze dell’ordine, cittadini, sopratutto cittadini può dire, oggi, di conoscere il reale e concreto flusso di denaro che stravolge i territori?
Eppure quei dati ci sono: le macchinette sono collegate in rete e i gratta & vinci sono punzonati dai Monopoli di Stato.

Essendo io un istituzionale e avendo osservato con interesse il dibattito degli scorsi mesi, sfociato nel cosiddetto Foia, Freedom of information act,il 5 marzo scorso ho deciso di avvalermene. C’è una procedura e ci sono degli obblighi per la Pubblica Amministrazione, che dovrebbe garantire cittadino l’accesso agli atti. dare motivata risposta di diniego entro 30 giorni. Dovrebbe: perché di accesso agli atti, men che meno di motivate risposte dai Monopoli di Stato, a mia formale richiesta (via pec), io non ne ho formalmente ricevute.

I Monopoli di Stato quei dati li hanno, altrimenti come potrebbero controllare i flussi di legalità sul territorio. Perché, inoltre, dovrebbero negarli? Quale pregiudizio al Paese può arrecare la conoscenza della legalità? Anche il Mef, da cui i Monopoli dipendono, li ha. Quindi li ha – presumo – anche il sottosegretario Pier Paolo Baretta.

Li hanno Governatori e sindaci a cui si chiede di deliberare? Ovviamente no. Perché, allora, la Conferenza Unificata di domani non diventa il luogo fisico, istituzionale, per domandare e fornire questi dati di flusso, città per città, comune per comune.

Nella mia Istanza di accesso generalizzato (Foia), ai sensi dell’art. 5 comma 2 del D. Lgs 33/2013, come modificato dal D. Lgs 97/2016, chiedevo in quanto cittadino e giornalista
l’accesso e l’invio di copia della «dichiarazione e il rendiconto dei dati sulla raccolta monetaria per tipologia di gioco per l’anno 2015 e 2016 per ciascuna tipologia, chiede inontre l'ammontare: a)
della quota trattenuta che va ai concessionari; b) della quota trattenuta che va all'Erario;raccolta
monetaria per provincia e per ciascuno dei comuni;numerosità dei punti di offerta per
provincia e per comune, suddiviso per tipologia di gioco (quanti apparecchi awp e vlt, quante sale da gioco, quanti punti di vendita, botteghini, negozi, etc.).Stessa richiesta per il gioco on line: a) suddivisione per tipologia; b) per provincia e comune».

Li chiedessero facessero, a nome dei cittadini tutti, Governatori e rappresentanti dei sindaci, domani, in Conferenza Unificata Stato Regioni, il peso sarebbe ancor più grande. E l’istituzione ne guadagnerebbe in coerenza, non solo in credito e fiducia.

Conoscere e far conoscere, poi deliberare: altrimenti si rischia di dar a pensare che l'azzardo sia un mulino a vento e noi dei don Chisciotte. Invece il tutto è così tremendamente drammatico e concreto.

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