Volontariato

Fao: approvato documento finale

I punti essenziali del testo approvato dai capi di Stato e di Governo in occasione del vertice FAO

di Gabriella Meroni

Rilanciare la lotta alla fame nel mondo, attraverso azioni coordinate che non disperdano risorse ed energie; vigilare sulla sicurezza degli alimenti e impedire che gli stessi vengano utilizzati come elemento di pressione e condizionamento politico ed economico. Sono questi i temi di fondo contenuti nella dichiarazione finale dei capi di Stato e di Governo intervenuti al Vertice mondiale sull’alimentazione di Roma. Ecco di seguito i punti principali del documento approvato dopo una lunga trattativa e che si propone di essere una vera e propria alleanza internazionale contro la fame nel mondo coordinata dalla Fao:

  • Dimezzare, come già previsto nel vertice di 5 anni orsono, il numero delle persone affamate nel mondo ”non oltre il 2015”.
  • Promuovere il coordinamento dell’azione contro la fame ”come alleanza internazionale” di Governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni della società civile e del settore privato
  • Raggiungere l’obiettivo di ridurre, ogni anno da qui al 2015, di 25 milioni di unità il numero degli affamati nel mondo.
  • Assicurare l’accesso al cibo, all’acqua, alla terra, al credito e alle tecnologie, tenendo presente che per ridurre la povertà e per garantire alimenti sicuri, è necessario sviluppare le produzioni agricole.
  • Assicurare che nei vari Paesi vengano rispettati i diritti umani, di democrazia e di sviluppo
  • Riaffermare il ruolo centrale nella lotta a fame e poverta’ della Fao, dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità e dell’Unicef.
  • Porgere particolare attenzione alle aree rurali del mondo, dove c’è maggiore miseria e per questo sostenere in quelle zone (quella subsahariana in particolare) l’attività agricola.
  • Invitare la Fao a mettere a punto un pacchetto di linee-guida che servano di supporto agli Stati membri nella loro politica di sicurezza alimentare.
  • Assicurarsi che i vari Governi rivedano le proprie politiche di sicurezza alimentare eliminando eventuali gap, identificando le nuove iniziative e rimuovendo possibili ostacoli.
  • Sviluppare le esportazioni attraverso una riforma del commercio agricolo mondiale, che tenga conto delle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.
  • Riaffermare la necessita’ di assicurare il ruolo delle donne, soprattutto nelle aree rurali del mondo, in ambito agricolo, nutrizionale e di sicurezza alimentare.
  • Enfatizzare la necessità di un’alimentazione adeguata e sicura alle fasce più deboli, partendo dai bambini. – Rilanciare la lotta alle malattie nel mondo, a cominciare dall’Hiv/Aids, ma anche dalla malaria, dalla tubercolosi, che ancora sono presenti in varie aree.
  • Riaffermare l’importanza del Codice alimentare, della Convenzione internazionale per la protezione delle piante e dell’Ufficio internazionale degli epizotici.
  • Sostenere gli sforzi dei paesi poveri in materia di sicurezza sia per ciò che riguarda gli alimenti, sia per le coltivazioni che per l’allevamento animale.
  • Preparare l’eventualità di azioni nazionali ed internazionali di emergenza, sia in ambito alimentare che non alimentare.
  • Rendere centrale, nell’ambito dell’azione complessiva di lotta alla fame e di sicurezza alimentare, il ruolo della scuola.
  • Riproporre la sostenibilità delle aree forestali e sostenere il settore della pesca.
  • Dare maggiore considerazione alle aree povere di montagna, sviluppando per il loro sostegno partnership fra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo.
  • Sviluppare il sostegno attorno alle attività della Fao e attorno al suo mandato.
  • Maggiore impegno nella ricerca e nell’utilizzo di nuove tecnologie e nelle biotecnologie, ”in maniera sicura e adatta alle condizioni” specifiche delle varie situazioni.
  • Maggiori contributi agli Stati membri per la Fao, anche per la preparazione di progetti di investimento finalizzati anche alla cooperazione sud-sud.
  • Spingere i Paesi sviluppati che ancora non l’hanno fatto a compiere sforzi concreti per il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7% del Pil da devolvere ai Paesi in via di sviluppo.
  • Invitare la comunità internazionale a finanziare in modo appropriato i progetti lanciati dal Nepad (Nuova alleanza per lo sviluppo dell’Africa).
  • Stimolare la comunità internazionale a continuare la fornitura tecnica e finanziaria alle economie in via di transizione, per assicurare la sicurezza alimentare.
  • Appello a tutti i Paesi che ancora non l’hanno fatto a firmare e ratificare il Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura, ”affinché esso entri in vigore il piu’ presto possibile”.

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