Rilanciare la lotta alla fame nel mondo, attraverso azioni coordinate che non disperdano risorse ed energie; vigilare sulla sicurezza degli alimenti e impedire che gli stessi vengano utilizzati come elemento di pressione e condizionamento politico ed economico. Sono questi i temi di fondo contenuti nella dichiarazione finale dei capi di Stato e di Governo intervenuti al Vertice mondiale sull’alimentazione di Roma. Ecco di seguito i punti principali del documento approvato dopo una lunga trattativa e che si propone di essere una vera e propria alleanza internazionale contro la fame nel mondo coordinata dalla Fao:
Dimezzare, come già previsto nel vertice di 5 anni orsono, il numero delle persone affamate nel mondo ”non oltre il 2015”.
Promuovere il coordinamento dell’azione contro la fame ”come alleanza internazionale” di Governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni della società civile e del settore privato
Raggiungere l’obiettivo di ridurre, ogni anno da qui al 2015, di 25 milioni di unità il numero degli affamati nel mondo.
Assicurare l’accesso al cibo, all’acqua, alla terra, al credito e alle tecnologie, tenendo presente che per ridurre la povertà e per garantire alimenti sicuri, è necessario sviluppare le produzioni agricole.
Assicurare che nei vari Paesi vengano rispettati i diritti umani, di democrazia e di sviluppo
Riaffermare il ruolo centrale nella lotta a fame e poverta’ della Fao, dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità e dell’Unicef.
Porgere particolare attenzione alle aree rurali del mondo, dove c’è maggiore miseria e per questo sostenere in quelle zone (quella subsahariana in particolare) l’attività agricola.
Invitare la Fao a mettere a punto un pacchetto di linee-guida che servano di supporto agli Stati membri nella loro politica di sicurezza alimentare.
Assicurarsi che i vari Governi rivedano le proprie politiche di sicurezza alimentare eliminando eventuali gap, identificando le nuove iniziative e rimuovendo possibili ostacoli.
Sviluppare le esportazioni attraverso una riforma del commercio agricolo mondiale, che tenga conto delle esigenze dei Paesi in via di sviluppo.
Riaffermare la necessita’ di assicurare il ruolo delle donne, soprattutto nelle aree rurali del mondo, in ambito agricolo, nutrizionale e di sicurezza alimentare.
Enfatizzare la necessità di un’alimentazione adeguata e sicura alle fasce più deboli, partendo dai bambini. – Rilanciare la lotta alle malattie nel mondo, a cominciare dall’Hiv/Aids, ma anche dalla malaria, dalla tubercolosi, che ancora sono presenti in varie aree.
Riaffermare l’importanza del Codice alimentare, della Convenzione internazionale per la protezione delle piante e dell’Ufficio internazionale degli epizotici.
Sostenere gli sforzi dei paesi poveri in materia di sicurezza sia per ciò che riguarda gli alimenti, sia per le coltivazioni che per l’allevamento animale.
Preparare l’eventualità di azioni nazionali ed internazionali di emergenza, sia in ambito alimentare che non alimentare.
Rendere centrale, nell’ambito dell’azione complessiva di lotta alla fame e di sicurezza alimentare, il ruolo della scuola.
Riproporre la sostenibilità delle aree forestali e sostenere il settore della pesca.
Dare maggiore considerazione alle aree povere di montagna, sviluppando per il loro sostegno partnership fra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo.
Sviluppare il sostegno attorno alle attività della Fao e attorno al suo mandato.
Maggiore impegno nella ricerca e nell’utilizzo di nuove tecnologie e nelle biotecnologie, ”in maniera sicura e adatta alle condizioni” specifiche delle varie situazioni.
Maggiori contributi agli Stati membri per la Fao, anche per la preparazione di progetti di investimento finalizzati anche alla cooperazione sud-sud.
Spingere i Paesi sviluppati che ancora non l’hanno fatto a compiere sforzi concreti per il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7% del Pil da devolvere ai Paesi in via di sviluppo.
Invitare la comunità internazionale a finanziare in modo appropriato i progetti lanciati dal Nepad (Nuova alleanza per lo sviluppo dell’Africa).
Stimolare la comunità internazionale a continuare la fornitura tecnica e finanziaria alle economie in via di transizione, per assicurare la sicurezza alimentare.
Appello a tutti i Paesi che ancora non l’hanno fatto a firmare e ratificare il Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura, ”affinché esso entri in vigore il piu’ presto possibile”.
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