Welfare

Cerchi lavoro? Inizia a coltivare i tuoi “talenti”

Al via un nuovo format che vede Cariplo Factory e PianoC protagonisti di un percorso che aiuta le persone a riattivare le proprie risorse e competenze rendendole parte attiva. L'iniziativa pilota durerà fino a metà 2018 e l'obiettivo è quello di trovare un metodo vincente per combattere la disoccupazione

di Antonietta Nembri

I luoghi hanno a volte delle vocazioni che non si perdono nel tempo. E questo pare essere il caso delle ex acciaierie Ansaldo di via Bergognone (zona Tortona a Milano) che, chiuso il capitolo di stabilimento industriale sono ora la sede di tecnologia, innovazione e creatività, portata avanti dalla Cariplo Factory un hub di open innovation, talent management e Csr.

Società strumentale di Fondazione Cariplo la Factory si dedica all’educazione digitale, al trasferimento tecnologico e alla crescita di giovani talenti senza perdere l’impronta sociale della fondazione da cui discendono anche una serie di progetti innovativi che oggi vengono sviluppati in un open space di 600 mq che diventeranno 2.200 nel 2018 dopo la sistemazione di un intero piano dell’ex Ansaldo e che sarà il fulcro di progetti innovativi «non sostituendoci a chi fa incubazione di startup, ma posizionandoci a valle dell’avvio, favorendone lo sviluppo e la valorizzazione», come spiega Riccardo Porro, responsabile della Cariplo Factory. Un lavoro di sinergia quello che ha in mente «in cui, per esempio, con growITup (piattaforma di open innovation) con la collaborazione di Microsoft si creeranno ponti tra i 7 settori cardine del Made in Italy e l’ecosistema delle startup o, ancora, grazie alla Digital Academy interveniamo sull’ultimo miglio della formazione con progetti di specializzazione e accelerando così l’ingresso nel mondo del lavoro».

Sviluppare i talenti per il lavoro. Questo uno degli obiettivi del progetto che prenderà il via venerdì 21 aprile e che ha proprio l’obiettivo di aiutare le persone a «riattivare le proprie potenzialità e con il metodo Work Co-design – che abbiamo messo in piedi con Piano C – la persona stessa e le sue competenze sono il progetto» continua Porro che ci tiene a sottolineare come “Talenti Inauditi” non sia il luogo in cui “si ritrova il lavoro”, ma sia invece il metodo per far emergere potenzialità e talenti in poche parole «si apprendano gli strumenti di proattività che sono un valore aggiunto che resta alla persona che vi parteciperà».

Ma come funziona e soprattutto che cosa vuol fare “Talenti inauditi”? A spiegarlo Sofia Borri, direttrice generale di PianoC, associazione e coworking nata proprio sulla disoccupazione femminile e che in due anni di attività ha sviluppato un metodo empirico che «parte dall’idea che le persone stesse sono portatrici di quello che serve per ripartire e che non si devono immobilizzare in un approccio sbagliato alla ricerca del lavoro», sottolinea Borri che ha in mente l'idea della persona/designer, ovvero di chi si ricostruisce grazie sia a un lavoro su di sé sia nel confronto.

Il percorso (12 incontri dedicati alla riattivazione delle risorse personali e delle competenze di chi cerca lavoro) è riservato a chi ha più di tre mesi e meno di 3 anni di disoccupazione. «Interveniamo prima che la situazione si cronicizzi, che i problemi diventino troppo grandi e con una premessa importante: noi il lavoro non lo troviamo», dice decisa Borri. «Quello che partirà il 21 aprile è un progetto pilota che proseguirà per cinque cicli fino ad aprile 2018 e l’idea è quella di renderlo un modello replicabile che sarà studiato e valutato» interviene Porro. Tra le altre caratteristiche dei destinatari: residenza o domicilio a Milano; titolo di studio minimo la licenza media superiore; aver lavorato almeno sei mesi e non avere attivi altri percorsi di inserimento lavorativo.

La prima call prenderà il via il 21 aprile e fino al 14 maggio sul sito cariplofactory.it sarà possibile compilare il questionario. Tra tutte le persone che invieranno la propria candidatura ne saranno scelte 50 che parteciperanno al workshop del 27 maggio. Durante questa giornata saranno selezionate le 12 che prenderanno parte al ciclo di incontri vero e proprio tra giugno e luglio. «Nel corso del workshop saranno comunque dati ai partecipanti alcuni strumenti di autoanalisi della domanda professionale e stimoli per ripensare la propria identità professionale che saranno loro utili anche se non saranno selezionate», precisa Borri.

Tra le metodologie innovative vi sarà anche quella dello storytelling: non sarà solo un metodo di comunicazione, ma sarà vissuto come uno strumento di costruzione dell’identità professione «ciascuno impara a raccontarsi, a presentarsi e per chi non lo fa di mestiere non è una cosa per nulla scontata» conclude Silvia Borri.


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