Volontariato

Fao: prima che un prodotto il cibo è un diritto

Avviato questa mattina il Forum per la sovranità alimentare, il vertice delle ong complementare a quello ufficiale della Fao il cui inizio è previsto per domani.

di Barbara Fabiani

A sei anni dall’ultimo vertice Fao sull’alimentazione qualcosa è cambiato.
Non la lotta contro la fame e la malnutrizione, purtroppo, considerato il sostanziale fallimento del “Piano di azione” messo a punto dall’agenzia Onu.
Ma è cresciuta la società civile internazionale ed il suo credito di questa presso la stessa Fao. Questo, forse,l’unico dato positivo da cui partire.

Circa seicento delegati di 1600 ong da 90 paesi, hanno avviato i lavori del Forum per la sovranità alimentare questa mattina nell’auditorium del palazzo dei congressi di Roma, ascoltando le relazione introduttive dei rappresentanti regionali.
Da queste quattro giornate di discussione di attendono due documenti finali che verranno presentati dal Forum per la sovranità alimentare al vertice Fao giovedì prossimo.
Il primo, un “testamento politico” la cui elaborazione è il risultato di due anni di consultazione in forum regionali : “”Profit for few or food for all?”; il secondo è un dettagliato “Plan of action” che mette insieme le richieste ai governi alla Fao e gli impegni che le stesse ogn si assumono.
Quest’ultimo programma strategico sarà elaborato in maggior dettaglio nelle prossime giornate di lavoro, mentre già si possono anticipare le linee fondamentali del documento politico in discussione.

Naturalmente in primo piano il diritto all’accesso ad un cibo sano e in quantità sufficiente, richiesta che rinnova quanto già detto sei anni fa, e fatto proprio dai documenti Fao, ma questa volta rivendicando il diritto dei popoli alla sovranità alimentare. Diritto che include quello dell’accesso alle risorse naturali ed un loro utilizzo sostenibile, il diritto a determinare le proprie politiche alimentari, i diritti dei popoli indigeni e dei lavoratori. Centrale anche la protesta contro i sussidi all’export e le politiche di prezzo al ribasso con cui i paesi ricchi spostano a loro vantaggio gli “equilibri” del libero mercato. Infine, viene aspramente criticato l’attuale modello industrializzato applicato all’agricoltura, alla pesca e all’allevamento, ed in generale l’attuale orientamento che tende a far rientrare nell’ambito del WTO il “prodotto cibo”, creando un pericoloso legame tra politiche alimentari e accordi commerciali internazionali
Rispetto alle richieste di sei anni fa si è aggiunto un capitolo del tutto nuovo, quello degli organismi geneticamente modificati, considerati forse la minaccia più pericolosa alla sovranità alimentare.

I documenti verranno presentati giovedì mattina alla assemblea plenaria del vertice Fao.
Inoltre, durante le prossime giornate, 35 rappresentanti del Forum potranno partecipare ad un tavolo di dialogo con i governi. Per la prima volta non si tratta di semplici audizioni, ma di incontri dove i rappresentanti dei paesi saranno tenuti a rispondere alle domande delle organizzazioni non governative.
Sono infatti i governi e non l’agenzia Fao il vero obiettivo dell’azione di sensibilizzazione e protesta delle ong . “Il nostro non è un “controvertice” , al contrario vorremmo una Fao con maggior potere nel chiedere ai governi di mantenere gli impegni presi pubblicamente – ha detto Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano del forum . “Il metodo del monitoraggio attraverso i report nazioanli si è dimostrato uno strumento piuttosto formale e soprattutto senza un’adeguata forza per sollecitare il rispetto degli accordi – ha aggiunto Michael Windfuhr del Comitato Internazionale. “Al contrario il Wto, che di fatto si sta arrogando il diritto di intervenire nelle politiche alimentari attraverso il commercio internazionale, sa come far rispettare i propri regolamenti ai suoi stati membri”.

Per questo pomeriggio è atteso l’arrivo al Forum del direttore generale della Fao, Jacques Diouf, un incontro che non c’era stato sei anni fa.

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