Famiglia

Centri sociali, nomadi, Iacp. La nuova guerra di Albertini

Il primo cittadino di Milano promette mano dura contro centri sociali, immigrati, rom e abusivi case popolari. Daniele Farina (Leoncavallo e Prc): "Siamo pronti alla battaglia"

di Ettore Colombo

Nomadi, centri sociali e inquilini fuori legge delle case popolari. Tutti nel mirino del Comune, che ha aperto le ostilità contro ogni forma di abusivismo. Albertini riapre, come agli esordi del suo primo mandato alla guida di Milano, la stagione della tolleranza zero. E i centri sociali si preparano alla difesa dei “loro” territori. “Una nuova grande stagione di lotte non potrà che fare bene alla città”, dice il portavoce del Leoncavallo ( e consigliere comunale di Rifondazione) Daniele Farina. Il Comune ha già pronto l’elenco dei primi obbiettivi sensibili nel mondo della cultura marginale milanese. Sono dieci gli stabili occupati che saranno sgombrati nella fase due, dopo avere sistemato la vicenda nomadi. Si va dai circoli anarchici Torricelli e Ponte della Ghisolfa (storici luoghi dell’anarchismo milanese), ai centri sociali Torkiera, Conchetta, Laghetto (casa occupata) e al centro di iniziativa culturale Chiapas. “Una grande battaglia attraverserà la città”, promette Farina. “Se invece Albertini vorrà riaprire le porte del dialogo che sono state chiuse, allora saremo disponibilissimi”. Torna a tirare l’aria che si respirava agli inizi degli anni Novanta, quando il Leoncavallo fu teatro di durissimi scontri con le forze dell’ordine. In questi giorni, intanto, sono stati tre i campi di nomadi irregolari sgomberati, oltre un migliaio di persone, perlopiù profughi dell’Est europeo, che nel week end non avranno più fissa dimora. In attesa che i comuni dell’hinterland, come vorrebbe Albertini, “facciano la loro parte”. Ovvero, attrezzino campi di accoglienza, dice Albertini, “per ricevere la loro quota di immigrati regolari, come impone la legge”. Gli altri, auspica il sindaco, siano espulsi dai confini nazionali, nel rispetto della legge Turco-Napolitano. Un Albertini che chiede provocatoriamente ai colleghi dell’Ulivo che governano l’hinterland di prendersi almeno 1500 nomadi regolari, da dividere secondo i calcoli del sindaco “amministratore di condominio” su oltre 800 kq di territorio confinante con Milano, per ora vergine di insediamenti di nomadi. Intanto si preparano due giorni di vagabondaggio per gli sfollati dalle forze dell’ordine dai luoghi in cui si erano rifugiati (via Barzaghi, Baggio e Turro). E senza possibilità di trovare altri luoghi dove sostare. “Ovunque si nascondano saranno sgomberati”, promette il vicesindaco Riccardo De Corato, nel segno di quella che l’assessore alla sicurezza Guido Manca chiama la “normalizzazione” della vita pubblica. Ma anche 1500 inquilini abusivi delle case popolari prepararano le valigie. Nei prossimi giorni il sindaco chiederà al prefetto di avviare gli accertamenti giudiziari per gli sfratti esecutivi.


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