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Claudia Fiaschi: «5permille, Pon, art.72 e fondi Invitalia. Per Il Terzo settore serve uno sforzo straordinario sulle risorse»

La portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore dopo la video-conferenza con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo chiarisce le richieste del non profit. «Il Governo ha preso degli impegni. Aspettiamo di vedere gli elementi di concretezza operativa nei provvedimenti»

di Lorenzo Maria Alvaro

Nella giornata di ieri c'era stata una video conferenza tra il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo e il Forum del Terzo Settore, sull'emergenza sanitaria dedicata al tema degli ammortizzatori sociali del lavoratori dipendenti degli enti attivi del non profit. La portavoce Claudia Fiaschi riassume le richieste del Terzo settore al Governo.


Ieri avete avuto modo di confrontarvi con la ministro. Com'è andata?
C'è stata grande apertura. Si è presa degli impegni. Noi aspettiamo di vederne però gli elementi di concretezza operativa nei provvedimenti.

Quali temi avete messo sul tappeto?
Il tema è su due fronti. Il primo è quello di poter estendere a tutto il mondo del Terzo Settore, non propriamente impresa o fondazione, ma anche quello associativo gli ammortizzatori sociali perché si sta parlando di un sistema in ginocchio. L'altro tema è la continuità dell'offerta di servizi che si combini con la continuità lavorativa

Nello specifico?
Noi possiamo dividere la situazione del Terzo settore in due capitoli. Quello di chi continua a operare ed è impegnato sull'emergenza, quindi dal volontariato che si occupa di tutte le attività relative al mondo di anziani e disabili, fino alla raccolta del sangue e alle attività di soccorso d'emergenza per arrivare fino alle cooperative sociali e gli enti che continuano a gestire la residenzialità di cittadini fragili. Per tutti loro il tema più grande è la dotazione dei presidi medici adatti a lavorare in sicurezza oltre naturalmente a permetterne la mobilità e la continuità dei flussi di risorse che alimenta il loro lavoro.

L'altro capitolo invece qual è?
Quello relativo a tutte le attività che sono state sospese con i Dpcm. Abbiamo alcuni comparti, penso a tutto il settore della cultura, che dovranno essere sostenuti perché in alternativa difficilmente riusciranno a ripartire. Ci sono poi quei servizi che sarebbero necessari ma dovrebbero essere prestati presso il domicilio, penso ai centri diurni, gli asili nido e i centri per disabili diurni. In questi casi sarebbe un messaggio importante che le risorse date alle famiglie attraverso i vaucher abbiano una priorità di utilizzo verso non le persone fisiche ma i gestori di servizi che predispongono un'attività alternativa domiciliare che sostituisce la precedente commessa. Questo permetterebbe di non sospendere il pagamento dei corrispettivi di questi servizi da parte degli enti pubblici, non mandando così a casa quesi lavoratori che diventerebbero altrimenti solo un costo in più per gli ammortizzatori sociali e dare una continuità di servizio in termini di qualità alle persone che hanno bisogno.

Sul fronte economico che richieste avete fatto?
Serve un grande sforzo straordinario sulle risorse. C'è la sospensione di fatto di tutti gli eventi di raccolta fondi. Quindi abbiamo chiesto di poter rimettere in circolazione l'inoptato del 5permille, i fondi non spesi dei Pon, rialimentare, almeno ai livelli pre taglio, il fondo dell'art 72 e rimettere in movimento i fondi per l'impresa sociale di Invitalia. Solo così possiamo pensare di programmare sin da subito la ripartenza del Terzo settore alla fine dell'emergenza.


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