Welfare

Pakistan: felici di essere nel pallone. Le prime produzione eque

Intervista a Muhammad Bajwa, direttore della Talon, azienda che produce secondo i criteri del fair trade e dà lavoro a 2mila persone (di Benedetta Frare)

di Redazione

Non un semplice ?segno? ma un progetto di riscatto concreto, che ha coinvolto 12mila persone nella regione di Sialkot, in Pakistan, cuore della produzione mondiale di palloni. Grazie ai marchi europei di garanzia del commercio equo (tra cui TransFair in Italia), all?azienda pakistana Talon (che per prima ha scelto di produrre i palloni a condizioni eque), alle coop di importatori che operano nel settore e alle ong che lavorano in quella regione. Vita ne ha parlato con Muhammad Bajwa, direttore della Talon Fair Trade Society, gruppo costituito da rappresentanti dell?azienda e lavoratori per gestire il fondo sociale derivato dalla produzione dei palloni. Vita: Direttore Bajwa, dopo 4 anni possiamo tracciare un bilancio? Muhammad Bajwa: Il progetto pallone ha raggiunto 2mila famiglie di cucitori: considerando che un nucleo familiare pakistano è in media di 6 membri, le persone coinvolte sono state 12mila. Grazie al lavoro di Talon, che era stata scelta dalle organizzazioni perché da sempre rispettava i diritti sindacali, si sono liberate molteplici risorse che hanno consentito di ricreare e ripensare l?economia della regione che, prima dell?arrivo dell?industria del pallone, aveva carattere prevalentemente rurale. Vita: Questo ha comportato una riorganizzazione del processo produttivo? Bajwa: I laboratori di cucitura, organizzati in maniera flessibile e a piccoli nuclei sul territorio per favorire le donne, hanno permesso di strutturare una parte della produzione a cottimo, in modo che il l?attività artigianale si integrasse con quella tradizionale della coltivazione dei campi. La cucitura è diventata così un secondo lavoro da intensificare nei periodi di riposo dei terreni e da ridurre nei momenti in cui la semina e il raccolto occupano tempo. Vita: Come avete reinvestito il denaro? Bajwa: In piccoli negozi: una farmacia di villaggio, un ortofrutta, piccoli spacci alimentari. Parte del fondo ha finanziato nuove attrezzature per i campi e carretti per il trasporto. L?erogazione di piccoli crediti ha toccato finora 276 famiglie per un totale di circa 180mila euro. Il ricavato del Fair trade premium è servito anche per sostenere l?assistenza sanitaria ai lavoratori attraverso una convenzione con i tre ospedali locali, per un valore totale di 70mila euro di prestazioni erogate nel 2000. Vita: Cosa si è fatto per i baby lavoratori? Bajwa: Abbiamo, prima di tutto, inciso sul salario dei lavoratori adulti. Questo ha provocato, in modo spontaneo, un aumento della frequenza dei bambini delle scuole, fino a provocare carenze di organico tra gli insegnanti. Quindi, abbiamo destinato una parte del fondo all?assunzione di nuovi professori. Contemporaneamente abbiamo attivato, grazie a ong e associazioni come la Uisp in Italia, programmi di sostegno a distanza. È il progetto ?Scuola Pakistan?, che contribuisce alle spese scolastiche dei bambini di Lahore. Vita: Il pallone equo è diventato un progetto europeo e Flo, il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia, ha aperto un primo registro di prodotti non alimentari. Con quali conseguenze ? Bajwa: Altre aziende hanno cominciato, come Talon, a produrre secondo i criteri del commercio equo. Questo potrà offrire reali alternative per la nostra gente e portare a conseguenze sociali positive. Benedetta Frare


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