Cultura
In Italia l’immigrazione è donna
Al 1° gennaio 2020 la componente femminile rappresenta il 52,4% dei residenti stranieri maggiorenni regolarmente residenti in Italia, contro poco più di due milioni e 46mila uomini
di Redazione
In occasione della giornata internazionale della donna, Fondazione ISMU informa che, sulla base dei dati Istat, al 1° gennaio 2020 sono due milioni e 235mila le donne adulte straniere regolarmente residenti in Italia, contro poco più di due milioni e 46mila uomini. Secondo le ultime stime ISMU al 1° gennaio 2020, le donne, quindi, rappresentano il 52,4% degli adulti immigrati. Solo se si analizza invece la popolazione minorenne straniera a prevalere è la componente maschile (51,9% del totale, mentre le femmine, tra i minorenni, rappresentano il 48,1%).
In aumento dal 2005. È interessante notare che tra il 1984 e il 2005, la popolazione immigrata era per la maggior parte costituita da presenze maschili. Al 1° gennaio 1991, ad esempio, si potevano stimare in Italia 475mila stranieri maschi, contro solamente circa 330mila femmine, in rapporto quasi di tre a due. Poi, a partire da 15 anni fa, la componente femminile ha cominciato ad acquisire un peso sempre maggiore dovuto sia all’aumento dei ricongiungimenti familiari (per lo più femminili), sia all’allargamento ad Est dell’area di libera circolazione europea, che ha comportato l’incremento di nuovi flussi esteuropei (soprattutto, anche se non solo, di assistenti domiciliari e “badanti”). ISMU calcola infatti che dal 1° gennaio 2005 al 1° gennaio 2020 il numero di donne immigrate ha registrato un aumento del 141% (contro un incremento degli uomini del 112%).
Provenienze. ISMU stima che al 1° gennaio 2020 le donne immigrate provengano prevalentemente (nell’ordine) da Romania, Albania e Marocco, seguiti da Ucraina, Cina, Filippine, Moldova, India, Polonia, Perù, Sri Lanka, Nigeria, Egitto, Ecuador e Bangladesh. Secondo ISMU, a inizio 2020 il collettivo che presenta la più alta percentuale di presenza femminile è quello ucraino (77,3%), seguito dal polacco (74,1%), moldovo (66,1%) e bulgaro (62,6%). Più sbilanciati al maschile sono invece tutti i gruppi nazionali asiatici o africani formati da srilankesi, marocchini, indiani, nigeriani, tunisini, egiziani e soprattutto pakistani, bangladeshi e senegalesi. Tra questi ultimi tre le incidenze femminili raggiungono solo rispettivamente il 30,4%, il 28,1% e il 25,4%.
Immigrati in Lombardia: le donne sono il 49,6%. In base alle elaborazioni di Fondazione ISMU su dati dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (ORIM), si stima che al 1° luglio 2019 le donne presenti in Lombardia provenienti da Paesi a forte pressione migratoria siano 537mila (contro 545mila uomini), di cui 44mila irregolari. Le donne immigrate rappresentano il 49,6% del totale della popolazione immigrata presente in Lombardia. La maggior parte di loro è coniugata (55,3%), più di una su quattro è nubile (26,4%), mentre quelle divorziate e separate sono il 13,6% (le vedove sono il 4,7%). Due immigrate su tre hanno un titolo di studio di scuola secondaria superiore (per lo più ottenuto in patria), e più di una su cinque possiede una laurea. Le attività lavorative maggiormente svolte dalle donne sono quelle in ambito domestico (33,6%): nello specifico come assistenti domiciliari (14,2% delle lavoratrici provenienti da Paesi a forte pressione migratoria), domestiche a ore (12,4%), baby sitter (3,7%) o domestiche fisse (3,1%). Il 16,1% invece lavora nel settore della ristorazione o in quello alberghiero, il 10,1% esercita una professione intellettuale, il 6,1% ha un lavoro impiegatizio. Il 30,3% guadagna tra i 751 e i 1000 euro netti mensili, il 19,7% tra i 1.001 e i 1.250 euro netti al mese. E sono ancora tante le immigrate che percepiscono redditi molto bassi: il 17,2% guadagna tra i 500 e i 750 euroe l’11,4% addirittura meno di 500 euro. Passando alle appartenenze religiose, il 57,7% delle donne provenienti da Paesi a forte pressione migratoria è cristiana, soprattutto di religione cattolica (28,5%) o ortodossa (22,7%). Le musulmane invece sono il 27,7%.
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