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Come leggere i numeri del Coronavirus
Ogni giorno la Protezione Civile comunica i numeri salienti del contagio. La ratio con cui viene calcolato il numero totale degli infetti è cambiato. Ma come sta andando il contrasto alla malattia? Lo abbiamo chiesto all’amministratore delegato del Centro Medico Santagostino, Luca Foresti. «La crescita è del 31% ogni giorno. Se questa percentuale non cambia le misure di contrasto verranno rilanciate anche settimana prossima e acuite»
Da questa settimana la Protezione Civile ha cominciato a diramare un bollettino quotidiano alle 18 in cui stila i numeri del contagio da Coronavirus aggiornati. Un modo, utile e intelligente, per razionalizzare la comunicazione. Lo stesso conteggio ha subito dei cambiamenti rispetto alla settimana precedente.
Come funziona il conteggio
«Per dichiarare ufficialmente una persona infetta oggi, rispetto a settimana scorsa, si aspetta il secondo tampone. Prima bastava la positività rilevata dalle strutture regionali. Adesso le autorità attendono le controanalisi dello Spallanzani di Roma. Questo significa che se già i numeri sui contagi che vediamo oggi, riferendosi a persone che hanno contratto il virus almeno una settimana fa, restituiscono un quadro obsoleto, con questo secondo passaggio quel quadro già riferibile al passato invecchia di altre 48 ore, che sono quelle necessarie alla doppia verifica», spiega Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Santagostino ed esperto di fisica a matematica finanziaria.
Ma allora come vanno letti i numeri della Protezione Civile? Qual è l’andamento della malattia e stiamo riuscendo a contenere il contagio? «Oggi è abbastanza inutile guardare il numero di contagiati totale. Non solo perché, come detto, è un dato vecchio. Se dovessimo fare un esempio è come guardare le stelle, quello che si vede è la luce degli astri che arriva con un certo ritardo. Quindi di fatto oggi guardiamo il cielo di ieri. A questo si deve aggiungere che il modo di ricavare quel dato totale oggi prevede la sottrazione dal numero di contagiati dei guariti e dei deceduti», sottolinea Foresti.
Questo significa, stando agli ultimi dati della Protezione Civile che parlano di 2.263 contagi, 79 morti e 160 guariti che il totale a oggi di contagi è di 2.502 (2263+79+160).
La crescita dell'epidemia
«Ma il modello matematico da usare (che abbiamo proposto su vita.it nei giorni scorsi) suggerisce di guardare ai dati certi e più attuali che abbiamo, che sono quelli delle terapie intensive e dei decessi», chiarisce Foresti, «se noi guardiamo quei numeri, sapendo che il raddoppio del contagio avviene ogni 2,6 giorni possiamo dire che oggi l’epidemia cresce ogni giorno del +31%».
Cosa significa? «Banalmente che se oggi abbiamo gli ospedali ormai pieni per quello che riguarda le zone rosse, con questo ritmo nel giro di una settimana tutta la Lombardia avrà gli ospedali full», aggiunge l’ad, che sottolinea, «non sono un esperto di terapie intensive, noi siamo infatti una realtà poliambulatoriale, per cui non so dire quanto tempo serva per allestire nuovi reparti e se sia possibile. Quello che so è che, allo stato attuale, usando la matematica, sappiamo che i letti finiranno in una settimana». A chi obietta che però Il Centro Medico Santagostino ha scelto di rimanere aperto Foresti risponde: «non si creda che non siamo coscienti della serietà della situazione. È proprio per questo che abbiamo scelto anche di potenziare fortemente i servizi digitali come chat, videoterapie psicologiche, videoconsulti medici».
Rischio serrata
Le misure di contenimento dunque non stanno funzionando? È presto per dirlo. «Bisogna continuare a guardare quel valore del 31%. Se quel valore resta immutato significa che non stanno avendo alcun esito e quindi a breve si deciderà di inasprirle fortemente. Più scende quel valore più le misure potranno essere aumentate leggermente o rimanere uguali. L’obiettivo è fare in modo che quel dato si riduca drasticamente. Quello sarebbe il segnale che la malattia sta morendo».
Il grande dubbio che sta agitando gli italiani è perché qui il virus stia colpendo così duramente mentre nel resto d’Europa i numeri siano così più bassi. «Perché si guarda ai dati sbagliati. Gli altri Paesi sono stati infettati dopo. Ma se esaminiamo il numero delle morti e dei ricoveri nelle terapie intensive scopriremo che la crescita del contagio è identica alla nostra: sempre +31% al giorno», chiarisce Foresti, «il che significa che col passare dei giorni anche Francia, Spagna, Germania e Inghilterra saranno nella nostra situazione».
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