Mondo

Aiuto allo sviluppo: O’Neill parla dopo il viaggio in Africa

Il ministro del Tesoro americano rivede la sua posizione sulla lotta all'Aids

di Carlotta Jesi

«Lo sviluppo è complesso. Lo so e non sottostimo la sfida. Semplicemente non penso che la complessità debba essere una scusa per ritardare la lotta alla povertà». Parola del ministro del Tesoro americano Paul O’Neill, che il 5 giugno, a Washington, cinque giorni dopo la conclusione del suo viaggio in Africa col leader degli U2 Bono Vox, è tornato a parlare di aiuto allo sviluppo.

Sostanzialmente confermando la sua opinione che si sprecano tempo e denaro in piani di aiuto allo sviluppo ventennali quando ci sarebbero cure più veloci per la povertà. Sulla natura di queste cure, per il momento O’Neill non ha fatto sapere nulla. Ma ieri, a Washington, ha rivisto le sue dichiarazioni sull’Aids fatte una settimana fa in Sudafrica. Quando, al cospetto di sieropositivi e organizzazioni non governative, disse che bisognava dare priorità alla prevenzione piuttosto che alla somministrazione di farmaci antiretrovirali.

Il viaggio di Bono Vox e O’Neill era stato organizzato per decidere come gestire i 5 miliardi di dollari in più l’anno che il presidente americano George Bush ha annunciato di voler stanziare per l’aiuto allo sviluppo.
Per sapere cosa ha suggeriro il ministro del Tesoro, probabilmente bisognerà attendere il G8 del Canada. Appuntamento internazionale da cui la società civile si attende molto: ieri l’ong Oxfam ha chiesto ai ministri delle finanze dei Paesi più industrializzati di stanziare 4 miliardi di dollari l’anno per il programma “education for all”, educazione per tutti, lanciato dalla Banca Mondiale e dal goveno olandese.

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