Formazione
L’etica (ci) conviene, torniamo a dirlo
Nel week end Milano ospita il II Forum di Etica civile. Per Gianfranco Cattai (FOCSIV): «è necessario tornare a dire l’etica non come affermazione teorica o ideologica, bensì partendo dall’esperienza concerta. Dire forte che l’etica conviene. Abbiamo tante buone pratiche, manca la consapevolezza». Fra gli appuntamenti la prima dello spettacolo "Blue revolution". E le parole del Presidente Mattarella.
Era il 1765 quando Antonio Genovesi – il primo in Europa ad avere una cattedra di Economia – scrisse le sue Lezioni di commercio ossia di economia civile: più o meno gli stessi anni in cui visse Adam Smith. Che c’entra con loro Tom Szaky, che con la sua TerraCycle ha puntato tutto su pratiche di riciclo alternative, diventando un colosso della blue economy? È questo il filo del racconto di Blue revolution. L’economia ai tempi dell’usa e getta, il nuovo spettacolo con cui Pop Economix racconterà di come il nostro mondo sia ormai vicino al collasso e ci sia bisogno di una nuova alleanza tra l’uomo e l’ambiente per salvarlo. Un’alleanza in cui l’azione trasformatrice di uomini e imprese può ripartire dagli scarti per creare nuove opportunità, come insegna l’economia circolare. Un’alleanza che dia finalmente corpo all’idea di Genovesi di una economia civile. La prima nazionale di Blue revolution sarà questo sabato a Milano, nell'ambito del Forum di Etica civile che si svolgerà l'1 e il 2 aprile al Centro San Fedele di Milano (la partecipazione è gratuita e aperta a tutte le persone e associazioni interessate. È richiesta l'iscrizione, tramite il sito del convegno, www.forumeticacivile.com).
Si tratta del secondo Forum nazionale di Etica civile e la prima novità è che dalla prima edizione si è notevolmente allargata la rete dei soggetti promotori: Aggiornamenti Sociali, Associazione Cercasi un fine, Associazione Incontri, Centro Studi Bruno Longo, FOCSIV, Fondazione Lanza, Il Regno, Istituto Pedro Arrupe. Tante realtà diverse, che hanno scelto di prepararsi al Forum con un percorso partecipato, che ha coinvolto 500 persone e ha raccolto 120 contributi di spessore. Il tema scelto? “Etica civile: cittadinanza… e oltre?”. Gianfranco Cattai è presidente di FOCSIV, uno dei promotori del Forum, e spiega a Vita.it gli obiettivi e il percorso.
Tante volte la cronaca ci dice che serve più etica nella nostra società. Ma come affrontare il tema evitando il rischio della predica, della lamentela o del sogno?
Noi partiamo dalla constatazione che in Italia non mancano esperienze, riflessioni e buone pratiche che hanno una indubbia dimensione civica ed etica e che quindi sono espressione dei valori che sono al fondamento del nostro vivere. Questa consapevolezza però non è diffusa, non è una consapevolezza che molti hanno e tra l’altro sta fuori dal sistema di comunicazione, al punto che provocatoriamente qualcuno dice che la parola “etica” potrebbe pure sparire dal vocabolario, tanto ci sembra che nell’economia, nella politica, nei servizi l’etica sia scomparsa, non sia di moda. La consapevolezza che queste buone pratiche esistono è veramente centrale per ripartire, perché oggi abbiamo una ricchezza di saperi e buone pratiche, che però in quanto dispersa e frammentata resta limitata nel proprio potenziale di cambiamento e di innovazione: è necessaria l’elaborazione condivisa di un progetto da mettere in atto insieme. È necessario tornare a dire l’etica ma non come affermazione teorica o ideologica, bensì partendo dall’esperienza concerta. Dire forte che l’etica conviene.
Conviene in che senso?
Dal punto di vista sociale ma anche economico. Ci sono tantissimi imprenditori che affermano che avere un modo d’azione etico, ad esempio far partecipare il personale, conviene, è produttivo, conviene alla qualità oltre che all’equità che alla felicità della persone.
Il percorso che vi ha portati fin qui ha visto una sorta di call for paper, un invito a pensare in rete, che ha trovato un ampio riscontro: sono stati inviati un centinaio di contributi.
Centoventi contributi, e non di individui ma espressione di un raggruppamento. E oltre 500 persone che hanno partecipato ai nostri quattro appuntamenti preparatori. L’appuntamento del Forum serve a restituire pubblicamente il percorso fatto e soprattutto a immaginare impegni e prospettive, un compiuto affidato a Giacomo Costa. Il percorso fatto ha senso nella misura in cui ha innestato un processo partecipato.
Arrivate con sette passi…
Sette passi su cui mettere la testa. Le sette parole chiave sono politica; cittadinanza – nazionale ma anche internazionale, con il discorso del rispetto per i migranti; dialogo senza violenza tra le differenti religioni, perché molto facilmente si specula contro le religioni mentre dobbiamo puntare a farle dialogare; educazione, che deve essere orientata a nuova coscienza generatrice di città inclusive e poliedriche; lotta al degrado ambientale, con la Laudato si’ come faro; la sesta parola è economia, vista come contrasto alla disuguaglianza e alla povertà diffusa; l’ultima la comunicazione che deve essere capace di restituirci il mondo reale e non costruita ad hoc per vendere, creare paura e armare i cervelli… Come dice Papa Francesco, dobbiamo disarmare i cervelli. Sette parole attorno a cui pensiamo di tratteggiare gli argomenti, in termini di prospettiva.
Nel discorso di fine anno 2016 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella disse che «occorre una rinnovata etica civile per portare l’Italia oltre le secche della crisi». Pochi giorni fa il Presidente vi ha incontrato: che cosa vi ha detto?
È stato un incontro interessante, perché è stato a porte chiuse, di sostanza. Il Presidente ha sottolineato alcuni concetti come importanza di ritrovare le ragioni etiche dello stare insieme. O il fatto che bisogna far incontrare segmenti di società che di solito sono portati a agire in modo separato. E anche lo sforzo di andare oltre i comportamenti stagnanti per vivere quella circolarità senza la quale non si crea comunità. Non ha avuto dubbi a dire che ci sono tante realtà positive significative, ma che la comunicare è importante anche quando vendere il bene non fa mercato. Infine abbiamo avuto modo di affrontare il tema dei giovani e il fatto che la nostra generazione, pur vivendo in pace si è persa sugli obiettivi di qualità di vita.
Foto di copertina Jordan Ladikos / Unsplash
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