Famiglia

Fondi pensione: 284mila aderenti a quelli aperti

Rapporto di Assoprevidenza: i nuovi iscritti nel 2001 sono stati solo 64mila ma il patrimonio ha raggiunto quota 943 milioni di euro (+70%)

di Giampaolo Cerri

Offerta complessiva varia e trasparente, sostanziale standardizzazione dei prodotti offerti, rete di vendita bancaria la più utilizzata, difficile l’analisi del benchmark a causa dell’utilizzo di più indici di riferimento: queste le principali caratteristiche dei 72 fondi aperti operativi messi a confronto da Assoprevidenza, nel secondo studio comparativo dei prospetti informativi effettuato in Italia. Gli aderenti ai fondi aperti sono 284.929. I nuovi iscritti nel 2001 sono stati 64.000 I sottoscrittori dei fondi sono più interessati alle linee di investimento azionarie, sebbene l’offerta prevalente sia l’obbligazionaria. L’ottavo lavoro della collana “I Quaderni di Assoprevidenza” realizzato da Laura Piatti e Luca Colombano aggiorna la prima indagine (effettuata dagli stessi autori nel 1999) che aveva messo in luce le caratteristiche tecniche dei fondi pensione aperti operanti in Italia. Iscritti: 284.929 a tutto il 2001. Di questi, 252.509 provengono da adesioni individuali; 32.420 da adesioni collettive. L’incremento in aggregato, rispetto al 2000, è stato del 29%. I nuovi iscritti nel 2001 sono stati 64.000. Patrimonio: il patrimonio dei fondi pensione aperti ha raggiunto i 943 milioni di euro (+70% rispetto al 2000). Il patrimonio dei fondi pensione negoziali è di circa 2.270 milioni di euro. Il 2001 ha visto la forte contrazione del risparmio gestito, mentre è rimasto positivo il trend per assicurazioni e fondi pensione. Il Campione Esaminato: 72 fondi operativi (su un totale complessivo di 102 fondi aperti autorizzati). I soggetti più attivi nella promozione dei fondi risultano le Sgr, istituzioni per lo più di emanazione bancaria, (oltre il 60% del totale della raccolta) e le compagnie di assicurazione (in termini di patrimonio oltre il 21% del mercato). Principali caratteristiche che emergono dall’analisi e dal confronto dei prospetti informativi: Il 30% dei fondi pensione dà all’esterno la delega finanziaria. I fondi pensione aperti hanno scelto dalla nascita una struttura multicomparto. Nella valutazione delle linee di gestione, secondo le dichiarazioni dei documenti informativi, le linee obbligazionarie sono risultate presenti per il 36% (32% nel 1999); le bilanciate per il 26% (25% nel 1999); le azionarie per il 20% (19% nel 1999); le garantite per il 18% (23% nel 1999). Nonostante la prevalenza dell’offerta di linee obbligazionarie, gli aderenti ai fondi aperti hanno dimostrato maggiore propensione per le linee azionarie, più rischiose ma più redditizie nel lungo periodo. Il segmento azionario risulta prevalente sia in termini di iscritti (128.150) sia in termini di patrimonio (403 milioni di euro che vuol dire oltre il 40% del totale). L’analisi dei benchmark denuncia un’eccessiva complessità. Solo il 20% delle linee analizzate prende un solo indice di riferimento e il 29% due indici. Oltre il 50% delle linee fanno riferimento a benchmark compositi difficili da ricostruire. Gli oneri derivanti dall’adesione al fondo risultano chiari nei prospetti informativi, ben confrontabili e abbastanza uniformi. La commissione d’ingresso media si aggira intorno a L. 62.000 (L.64.000 nel 1999), la commissione per la gestione amministrativa si conferma intorno a L. 34.000 così come la commissione per la gestione finanziaria che si attesta intorno all’1,2% della posizione individuale, mentre il costo medio dello switch, richiesto dal 34% dei fondi esaminati è di L. 33.000. I gestori hanno offerto al cliente un prodotto a costo contenuto che si è mantenuto tale nel tempo e si è per alcuni aspetti ridotto. I caricamenti sulle prestazioni di rendita risultano chiari ed espliciti: sul premio di polizza del 2,08% (2,28 nel1999), sulla rendita annua dello 0,98% (1,24% nel 1999). La percentuale media di retrocessione della rivalutazione è pari all’89,75%. Ad impiegare il meccanismo denominato “age shifting” per la correzione dell’età sono stati 43 fondi, oltre il 60% del totale. Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza ricorda che “già nel 1999 si era evidenziato come tra fondi ad ambito definito e fondi aperti non vi fosse alcuna antinomia, ma dovesse esclusivamente sussistere un antagonismo “virtuoso”, teso al conseguimento di migliori risultati e, conseguentemente, al pervenire ad una maggiore copertura pensionistica per gli aderenti. Insopprimibile già allora la possibilità per gli utenti di compiere scelte pienamente libere fra i diversi strumenti di natura previdenziale, a fronte di una totale trasparenza e confrontabilità di costi e risultati. Tale impostazione va confermata a quasi tre anni di distanza. Essa è anzi maggiormente rafforzata sia dal fatto che si è arricchito il panorama dei prodotti di risparmio vincolato a finalità previdenziali, sia dalla circostanza che i prodotti individuali sono affiancabili ai collettivi.” 


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